Fitosanitario e difesa delle produzioni

Storia della gestione del colpo di fuoco batterico in Emilia-Romagna

Il Servizio fitosanitario italiano ha sempre prestato la massima attenzione per evitare l'introduzione e la diffusione di questo batterio nel nostro Paese.

La gestione del colpo di fuoco batterico in Emilia Romagna




Monitoraggio

Il controllo del colpo di fuoco batterico nella regione Emilia-Romagna è iniziato nel 1992 con l'attivazione della rete regionale di monitoraggio, costituita da oltre 800 punti, nell'ambito della rete nazionale, come descritta nell'Allegato n. 2 del decreto di lotta obbligatoria. Un monitoraggio straordinario è stato attuato nel 1996 e nel 1997 nelle zone ritenute più a rischio di malattia con il supporto dell'Università degli Studi di Bologna; negli anni successivi, con la collaborazione del Centro Ricerche Produzioni Vegetali di Cesena, il monitoraggio ha assunto una dimensione più ampia, interessando grande parte del territorio regionale dove era concentrata la coltivazione del pero, soprattutto le zone ad elevata densità vivaistica.
Le ispezioni venivano effettuate, da giugno a novembre e riguardavano aziende frutticole, parchi, giardini e flora spontanea per un totale di punti controllati di alcune migliaia ogni anno.

Misure di prevenzione

Il Decreto 10 settembre 1999, n. 356 e il precedente Decreto 27 marzo 1996 di lotta obbligatoria contro Erwinia amylovora hanno consentito al Servizio fitosanitario regionale di approntare tutte le misure di prevenzione della batteriosi nel territorio della regione.
La gestione del colpo di fuoco batterico in Emilia-Romagna avveniva grazie ad un sistema organizzato di controlli, analisi e mappatura dei focolai con il quale è stato possibile avere un quadro aggiornato e reale dell'evoluzione dell'epidemia.

Tutela delle produzioni vivaistiche

A garanzia della sanità della produzione vivaistica, vennero istituite due "Zone fitosanitarie" tutelate in provincia di Ravenna e di Ferrara in cui era vietata la messa a dimora di piante ospiti del patogeno, ad eccezione di quelle destinate alla produzione di materiale di propagazione.
Nelle province non più riconosciute zona protetta nei confronti di E. amylovora vennero inoltre istituite "zone tampone" per garantire la produzione vivaistica di piante con passaporto ZP.

Sostegno finanziario

Alcune delle aziende interessate dal colpo di fuoco batterico negli anni 1997 e 1998 hanno potuto usufruire di contributi finanziari per l'estirpazione ed il reimpianto di alberi colpiti da Erwinia amylovora. I contributi, per un ammontare complessivo di oltre 5 milioni di euro, sono stati concessi dalla Regione Emilia-Romagna in applicazione della Legge 206/97, rifinanziata con la Legge 307/99.

Authority e Comitato tecnico-scientifico per il colpo di fuoco batterico

Nel 1997, a seguito dello scoppio epidemico della batteriosi, sono stati istituiti in Emilia-Romagna l'Authority regionale ed il Comitato tecnico-scientifico per il colpo di fuoco batterico che hanno operato inizialmente per la gestione dell'emergenza fitosanitaria e successivamente per l'adeguamento delle strategie di controllo all'evoluzione della situazione fitosanitaria.

Approfondimenti

Marzo 2003: I risultati della ricerca sul colpo di fuoco in Emilia-Romagna

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ultima modifica 2023-02-07T18:32:11+01:00
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