Popillia japonica: come riconoscerla, prevenirla, contrastarla
Popillia japonica, un coleottero originario del Giappone, è una delle specie da quarantena più conosciute; in Italia è comparsa solo nel 2014 restando confinata alla valle del Ticino, ma in America, provoca ogni anno perdite per 460 milioni di dollari. Gli adulti sono Coleotteri Scarabeidi che colpiscono le chiome di diverse specie arboree, riconoscibili dalla presenza di 12 ciuffi di peli bianchi attorno all’addome. Le larve si nutrono di radici, provocando danni diretti ai manti erbosi, cui si aggiungono quelli provocati dai loro predatori quali talpe o cinghiali.
Essendo un organismo nocivo da quarantena a rischio di introduzione in Emilia-Romagna, il Servizio Fitosanitario regionale esegue, lungo le principali direttrici di trasporto di merci e persone, sia monitoraggi visivi sulla vegetazione tra giugno e agosto, sia monitoraggi con trappole a feromoni. In caso di rinvenimento è fondamentale segnalarlo tempestivamente al Servizio Fitosanitario, una individuazione tempestiva del focolaio iniziale, infatti, può permetterne l’immediata eradicazione grazie a diversi metodi di lotta quali trappole per la raccolta massale, trattamenti insetticidi abbattenti o biologici a base di nematodi e/o funghi entomopatogeni.