A Granaglione nasce il primo Centro nazionale per lo studio e la conservazione della biodiversità forestale

In programma progetti scientifici e azioni per promuovere sviluppo, sostenibilità ambientale, economica e sociale dell’Appennino in collaborazione con centri di ricerca nazionali e istituzioni europee che operano nel campo della conservazione delle risorse genetiche e forestali

A Granaglione il Centro didattico sperimentale diventa Centro nazionale per lo studio e la conservazione della biodiversità forestale.

"Un riconoscimento significativo, quello del ministero delle Politiche agricole, che premia il grande impegno delle Istituzioni e dei soggetti scientifici che hanno contributo negli anni a far crescere il valore di questo progetto - ha sottolineato Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna - intervenuto alla presentazione del nuovo status del Centro didattico -. Un castagneto che si fa custode della biodiversità e della montagna, un vero e proprio alleato nella sfida al cambiamento climatico e anche un luogo di grande valore scientifico per gli studi sull’ambiente, sui suoli e per sviluppare la filiera del castagno. Quest’ultima, non va dimenticato, fa parte di una radicata tradizione agricola del nostro appennino che vanta castagneti secolari da valorizzare. Il riconoscimento si inserisce perfettamente in quelle azioni per i territori forestali di montagna e le loro comunità alle quali prestiamo grande attenzione".

In precedenza, i Centri nazionali per lo studio e la conservazione della biodiversità forestale erano solo tre, riconosciuti nel 2002 e gestiti dall’Arma dei Carabinieri Forestali (Pieve S. Stefano in provincia di Arezzo, Bosco Fontana in provincia di Mantova e Peri in provincia di Verona). Dal 18 giugno scorso, data di pubblicazione in gazzetta del decreto interministeriale (Transizione Ecologica e Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali) sono entrati a far parte di questo ristretto gruppo altri cinque Centri di grande eccellenza e unicità naturale, tra cui appunto, il Castagneto didattico-sperimentale di Granaglione di Bologna.

I Centri perseguono l’approvvigionamento e la conservazione di specie e provenienze forestali importanti per la salvaguardia della biodiversità di una zona omogenea dal punto di vista ecologico nonché degli ecosistemi forestali presenti, curando specifiche attività di studio e modalità di conservazione del germoplasma forestale di importanza scientifica e di riferimento nazionale.

Il Presidente della Fondazione Carisbo, Paolo Beghelli, ha espresso "grande soddisfazione per aver ottenuto questo riconoscimento ministeriale che colloca il Castagneto di Granaglione nella ristretta cerchia dei Centri di eccellenza e unicità su tutto il territorio nazionale. Da sempre la Fondazione pone grande attenzione anche allo sviluppo dell’Appennino bolognese, sotto i molteplici profili di interesse storico, culturale e sociale. Un traguardo che apre nuovi orizzonti progettuali, grazie al rinnovato impulso all’attività di ricerca scientifica scaturito dalla collaborazione con l’Accademia Nazionale di Agricoltura e l’Università di Bologna".

"L’importante e unico riconoscimento ottenuto sottolinea la straordinaria risorsa naturale del Castagneto didattico-sperimentale di Granaglione, che fu realizzato con una visione ambientale antesignana dalla Fondazione Carisbo, durante la presidenza del Prof. Fabio Alberto Roversi-Monaco, come contributo al più ampio “Progetto Appennino” - ha sottolineato Giorgio Cantelli Forti, Presidente dell'Accademia nazionale di agricoltura -. Negli ultimi 50 anni lo stato di conservazione e rigenerazione degli ecosistemi è andato aggravandosi fino a portare a un degrado ambientale che ha peggiorato gli effetti delle emergenze climatiche che stiamo vivendo. Nell’ambito della transizione economica prevista dal “Next Generation EU”, da sviluppare mediante il “Piano nazionale di ripresa e resilienza”, ben il 37% delle risorse devono essere dedicate alla biodiversità, ad azioni per il clima e alla sostenibilità ecologica della filiera agroalimentare. Siamo certi che le attività scientifico-culturali che stiamo portando avanti a Granaglione, nell’ambito di un progetto condiviso con la Fondazione Carisbo, vadano esattamente nella direzione di salvaguardare i nostri boschi montani e le comunità che li abitano. L’obiettivo finale sarà di ricreare quelle favorevoli condizioni economiche e di lavoro prodromiche a ripopolare l’Appennino".

Il Castagneto didattico-sperimentale

Di circa 10 ettari, si trova a Granaglione, in località Alto Reno Terme sull’Appennino Tosco-Emiliano e, al suo interno, vanta l’eccezionale raccolta del germoplasma del castagno rappresentata dalla varietà di 14 tipi di castagno da frutto e 4 da legno, un unicum a livello nazionale, al quale si aggiunge la parte monumentale. La Cooperativa sociale agricola Campeggio di Monghidoro assieme alla Cooperativa Agricola Beltaine e alla Cooperativa Agro-forestale-ambientale Valreno svolgono i necessari lavori di mantenimento dei luoghi durante l’anno. Il castagneto garantisce la produzione di farina derivata dalle castagne e castagne essiccate ad aria trasformate in granulato per la produzione del birrificio Beltaine. A quest’attività principale si aggiungono la produzione del miele di castagno e i prodotti del sottobosco che crescono in maniera spontanea. Il Castagneto è anche luogo che trasmette valore e memoria attraverso la realizzazione di progetti, laboratori, eventi, visite scolastiche e turistiche con i percorsi “Le ceppaie da frutto”, “La sorgiva”, “La via del legno”. Il castagneto è interamente recintato, con strutture per l’accoglienza, servizi igienici, locali attrezzati per consumare pasti al sacco in ambiente naturale e dotato di una xiloteca che espone 30 essenze arboree autoctone, completa di testi in italiano, inglese e in braille.

Il Castagneto didattico-sperimentale di Granaglione, di proprietà della Fondazione Carisbo dal 2003, e realizzato grazie alla partecipazione al “Progetto Appennino”, viene oggi riconosciuto a livello nazionale come importante Centro di biodiversità naturale. Dal 2017 la gestione tecnico-scientifica è stata affidata all’Accademia Nazionale di Agricoltura, rivolta ad attività di valorizzazione delle risorse del Castagneto di Granaglione tramite ricerche scientifiche, corretta gestione del castagno atta al mantenimento della biodiversità vegetale, studio del sequestro del carbonio ed evoluzione dei suoli in funzione delle coperture vegetali. Le numerose attività progettate per il Castagneto di Granaglione si inseriscono tra le azioni prioritarie e gli strumenti di progettualità che la Fondazione Carisbo indirizza allo sviluppo sostenibile dell’Appennino metropolitano, prevedendo anche il coinvolgimento di soggetti pubblici e privati con obiettivi comuni.

 

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ultima modifica 2022-10-10T09:03:51+01:00
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