Pesca e acquacoltura

Blue Economy Report 2022

Annunciata a Ravenna l'edizione 2022 del Rapporto annuale sull'Economia Blu europea

Il 18 maggio 2022 il Commissario europeo all'Ambiente, Oceani e Pesca Virginius Sinkevičius e la Commissaria per l'Innovazione, Ricerca, Cultura, Formazione e Gioventù Mariya Gabriel hanno annunciato la pubblicazione da parte della Commissione Europea del Blue Economy Report, un rapporto annuale che illustra le tendenze dei settori economici correlati ai nostri mari. 

L'annuncio è stato tra i temi di punta dell'edizione 2022 degli European Maritime Days, che quest'anno si sono tenuti a Ravenna il 19 e 20 maggio, alla presenza dello stesso Commissario Sinkevičius e della Direttrice Generale della DG MARE della Commissione Charlina Vitcheva. 

L'Economia blu, all'incrocio tra sostenibilità e innovazione

Con quasi 4 milioni e mezzo di persone occupate nel settore, che muove somme importanti (665 miliardi in totale, e 184 miliardi solo di valore aggiunto lordo), l'Economia blu offre un contributo significativo all'intera economia europea, soprattutto nelle regioni costiere. 

Nel Report si sottolinea che i "settori blu" sono anche un laboratorio di nuove soluzioni e di tecnologie utili alla lotta contro i cambiamenti climatici, verso una transizione verde più efficace. L'inazione nelle misure di lotta contro i cambiamenti climatici potrebbe infatti portare, tramite ad esempio l'innalzamento dei livelli del mare, alla produzione di danni incalcolabili, oltre 200 miliardi di euro ogni anno da qui al 2080, e si parla soltanto di Europa. 

Una crescita limitata dalla pandemia 

I cosiddetti "settori tradizionali" della Blue Economy (pesca, acquacoltura, turismo costiero, ma anche i sottosettori delle energie marine rinnovabili, le attività portuali, di costruzione navale, di trasporto marittimo) costituiscono da sempre l'ossatura dell'Economia Blu europea, e si confermano tali anche nell'anno 2019, anno di riferimento dei dati su cui è basato il Rapporto 2022. 

Tra di essi, soprattutto il settore della pesca e acquacoltura e quello delle risorse marine rinnovabili hanno visto il maggiore sviluppo (41% dei profitti lordi negli ultimi dieci anni per la pesca e acquacoltura, il settore in maggior crescita dopo la cantieristica navale). 

Il Rapporto però utilizza solo in parte i dati più recenti, relativi al periodo della pandemia, rispetto al quale già si possono evidenziare gravi effetti nefasti su quasi tutti i sottosettori dell'Economia blu. 

I settori "emergenti" essenziali alla transizione verso la sostenibilità

Il Rapporto sottolinea anche il crescente interesse per i sottosettori più innovativi dell'Economia blu, come la bioeconomia blu, l'innovazione blue-tech, la robotica e le tecnologie per l'energia oceanica. Si tratta di tecnologie ancora agli albori, ma capaci di generare soluzioni sostenibili per accelerare la necessaria transizione. 

Transizione sempre più urgente, dato che mari ed oceani forniscono servizi ecosistemici cruciali, come la biodiversità, la funzione di carbon capture (sequestro di carbonio), oltre a garantire cibo sicuro e sano per l'alimentazione umana ed animale e materie prime per l'industria cosmetica, nutraceutica e farmaceutica. Tuttavia, gli ecosistemi marini sono sotto pressione a causa dei cambiamenti climatici e dell'inquinamento da plastica, eutrofizzazione e contaminanti di origine chimica. Nel Report, l'Europa si impegna a cercare di gestire gli impatti a lungo termine di queste pressioni, monitorando e se possibile anticipando le tendenze. 

Infine, una novità di questa edizione 2022 del Blue Economy Report è l'inserimento di un capitolo di riflessione appunto sulle conseguenze e tendenze di lungo termine (Strategic Foresights).  

Il Blue Economy Report 2022 in versione integrale è scaricabile cliccando qui (in lingua inglese)

 

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ultima modifica 2022-05-23T02:11:24+02:00
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