Il castagno, una ricchezza da valorizzare per il territorio e per l'ambiente
Tra le colture della nostra montagna il castagno spicca per importanza sia come pianta alimentare che per il suo pregiato legname, senza dimenticare gli effetti positivi che ha sul territorio e sul suolo declive. Ben tre Gruppi operativi per l’innovazione presentati con un video alla fiera Sana di inizio settembre, si sono occupati di questa storica coltivazione: il Goi “Castani-Co” che aveva l’obiettivo di valorizzare il castagneto da frutto come sistema seminaturale vocato al sequestro di carbonio e come fonte produttiva di cibo di qualità, il Goi “Biodiversamente castagno” che ha l’obiettivo di preservare e valorizzare la biodiversità del castagno in Emilia-Romagna, e infine il Goi “Castagni parlanti” che mira al recupero del castagneto ad attività di coltura e alla valutazione dell’impronta ecologica di tale recupero in termini di fissazione e sequestro del carbonio, di uso dell’acqua e di copertura del suolo.
Clicca qui per il primo video (Goi Castani-Co e Biodiversamente castagno)
Il Progetto triennale Castani-Co, conclusosi nel 2020, e che ha riunito 10 partner distribuiti su tre province (Reggio Emilia, Modena e Bologna), è stato presentato da Carla Scotti di I.Ter. Società cooperativa, ente capofila del progetto che ha portato alla quantificazione del contenuto di sostanza organica ed il sequestro di carbonio nei suoli dei castagneti tradizionali da frutto presenti nelle aziende partner in diversi ambienti pedologici e caratterizzati da diversi sistemi di gestione.
Con questo Piano sono state individuate le linee guida sulla gestione dei castagneti tradizionali da frutto per ottenere un prodotto di qualità e favorire la capacità dei suoli di immagazzinare carbonio.
Il secondo Goi che viene oggi presentato nel video, sempre da Carla Scotti, è ancora in corso ma ha già ottenuto alcuni significativi risultati. Partendo dal presupposto che il germoplasma dell’Emilia-Romagna rappresenta un’importante fonte di biodiversità del castagno in Regione, al riparo dalla possibile erosione genetica, i risultati con marcatori molecolari evidenziano un’ampia diversità genetica fra le castagne che non si riscontra fra i marroni. Il Goi “Biodiversamente Castagno: l’analisi di diversità genetica” ha identificato le piante di riferimento per la preservazione e la diffusione delle varietà da frutto. Le carte d’identità molecolari delle singole accessioni sono nuovi strumenti per la certificazione varietale nel castagno a sostegno della futura attività vivaistica, che oggi si sta allineando agli standard previsti per i fruttiferi maggiori.
Clicca qui per il secondo video (Goi Castagni parlanti)
“Castagni parlanti”, che si sta avviando alla conclusione a fine anno, ha coinvolto sei partner nel recupero del castagneto all’attualità di coltura e nella selezione di un sottoinsieme di piante che è stata monitorata in continuo con l’innovativo sistema TreeTalker® e, per validazione, in parte anche con sensori Monitoring PAM. <<Si tratta di un insieme di sensori miniaturizzati a basso consumo - ha spiegato Ilaria Mazzoli di OpenFields (ente capofila) - che vengono applicati agli alberi per monitorare continuamente, attraverso la raccolta di molti dati e parametri, il loro stato di salute e quello dell'ambiente circostante. L’ingente quantitativo di dati ricevuto dalle piante sarà incrociato con un insieme di variabili climatiche e ambientali e porterà a una più profonda comprensione dell’interazione tra castanicoltura, gestione forestale e ambiente>>.
Clicca qui per visualizzare e scaricare le relazioni presentate al Sana di Bologna allo stand della Regione Emilia-Romagna: