Maltempo, il presidente Bonaccini ha incontrato la presidente Meloni per fare il punto

“Clima di grande collaborazione. Ora occorre un Decreto-legge speciale per affrontare questa emergenza, a una situazione straordinaria bisogna rispondere con strumenti straordinari”. Circa un miliardo la prima stima dei danni

“Ringrazio la presidente Meloni per aver accolto velocemente la richiesta di incontro e per il sostegno garantito all’Emilia-Romagna, in un clima di collaborazione che si era avviato fin da subito e che prosegue. Abbiamo infatti bisogno di strumenti speciali per rispondere a una situazione drammaticamente straordinaria. È quindi necessario un Decreto-legge speciale per l’emergenza maltempo che ha colpito i nostri territori e le nostre comunità, un provvedimento del Governo analogo a quello adottato, nei mesi scorsi, per altre Regioni”.

È questa, in sintesi, la richiesta del presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, alla presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, che ha incontrato questa mattina a Roma, a Palazzo Chigi, per illustrare la situazione di emergenza generata dal maltempo nelle province di Reggio-Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì-Cesena. Inoltre, Bonaccini ha consegnato alla premier una prima, dettagliata relazione relativa al territorio emiliano-romagnolo colpito da esondazioni e frane seguite agli eventi dall’1 al 3 maggio, con una prima stima dei danni fissata in circa un miliardo di euro.

Dopo lo Stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei ministri, lunedì 8 maggio, con ordinanza del Capo Dipartimento di Protezione civile, il presidente Bonaccini è stato nominato Commissario Delegato per la gestione dell’emergenza. “Ora però non bastano nemmeno gli strumenti di protezione civile: per affrontare l’emergenza e avviare gli interventi necessari- sottolinea Bonaccini- è necessario un Decreto-Legge speciale, lo stesso provvedimento che ha visto assegnare alla Regione Marche 400 milioni di euro per l'ultima alluvione. La ricognizione dei danni sia al patrimonio pubblico, che ai privati e alle attività produttive, che vogliamo completare in tempi rapidi, rappresenta un passaggio fondamentale per capire l'effettivo impatto dell'evento calamitoso e ottenere ulteriori risorse finanziarie per affrontare le criticità aperte, accompagnare il ritorno alla normalità delle persone e delle comunità con i risarcimenti dovuti e assicurare tutto il sostegno necessario a cittadini e imprese”.

Per l’Emilia-Romagna, si tratta della quarta dichiarazione di stato d’emergenza nazionale nell’arco di un anno. Quest’ultima si aggiunge a quelle sulla siccità, prorogata fino al 31 dicembre, a quella per temporali, venti forti e grandinate (downburst) dello scorso agosto nel parmense e nel ferrarese, oltre che alle mareggiate di novembre.

L'emergenza punto per punto

Le criticità idrauliche: 15 rotte arginali. Le piene hanno generato sormonti degli argini, con successive erosioni. In tutto si sono verificate 15 rotte, tra minori (anche di argini golenali) e maggiori. Nove quelle solo nel bolognese. Le principali sono avvenute: sul fiume Lamone, con esondazioni che hanno interessato gli abitati di Bagnacavallo e Faenza; sul fiume Sillaro, con allagamenti che hanno interessato gli abitati di Spazzate Sassatelli, Sesto Imolese e Sasso Morelli, in comune di Imola, e Conselice; sul fiume Quaderna, con interessamento di Selva Malvezzi, in comune di Molinella e della località Sant’Antonio, a Medicina; sul Senio, con interessamento dell’abitato di Castel Bolognese.

Le criticità idrogeologiche: 193 frane e 24 provinciali interrotte. Alle problematiche idrauliche, si uniscono quelle idrogeologiche con oltre 193 frane importanti rilevate in oltre 40 Comuni dell’Appennino. In particolare, si sono attivate 72 frane nel ravennate, 64 nel forlivese-cesenate, 32 nel bolognese, 14 nel modenese e 11 nel reggiano. I dissesti hanno causato l’interruzione di 24 strade provinciali e decine di comunali.

747 sfollati. Allagamenti e frane hanno determinato il maggior numero di evacuati causato da un’emergenza maltempo, almeno nell’ultimo decennio: il picco è stato di oltre 1.792 persone. Ad oggi risultano ancora oltre 747 cittadini fuori dalle proprie abitazioni. La maggior parte nel ravennate (417 persone, per lo più a Faenza); 172 nel bolognese; 158 nel forlivese-cesenate; 5 nel modenese.

4mila giornate/uomo dai volontari. Immediatamente si è attivato l’intero sistema di protezione civile, compreso il volontariato regionale che ha collaborato per la sorveglianza e il monitoraggio delle arginature, le sacchettature, la rimozione dei detriti e la pulizia delle aree allagate. Dal 4 maggio sono operative sul territorio anche le Colonne mobili delle Regioni Veneto, Lombardia, Marche e Liguria oltre al volontariato delle organizzazioni nazionali: resteranno fino a giovedì. La Colonna mobile della Toscana ha terminato la sua attività domenica. In tutto, da extra regione si è garantito finora un supporto di oltre 922 giornate-uomo di lavoro; a queste si uniscono le oltre 3 mila dei volontari emiliano-romagnoli, per un impegno complessivo di più di 4mila giornate-uomo.

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