Presentazione programmazione 2023-2027
Crescono gli investimenti per le imprese agricole e agroalimentari della regione con il nuovo Sviluppo Rurale 2023-2027 per un’agricoltura che tenga insieme sostenibilità ambientale, economica e sociale, con un’attenzione particolare al sostegno al reddito, alla ricerca e all’innovazione tecnologica.
Il punto su risorse e ricadute per il territorio, le imprese e il mondo agroalimentare della nuova programmazione, le priorità e le linee d’intervento saranno al centro di una serie di incontri che toccheranno tutte le province dell’Emilia-Romagna.
Prima tappa a Parma con l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi. Presenti, tra gli altri, Andrea Massari, presidente della Provincia, il direttore generale Agricoltura della Regione Valtiero Mazzotti e M. Teresa Schipani, responsabile del Settore Programmazione, Sviluppo del Territorio e Sostenibilità delle Produzioni.
Complessivamente ammontano a 913,2 milioni di euro i fondi per lo sviluppo rurale da qui al 2027, cifra che piazza la regione al primo posto per valore delle risorse ottenute fra le Regioni del Centro-Nord: il 40% dall’Europa, quasi 372 milioni, e il restante 60% fra finanziamento statale (379 milioni) e regionale (162,5 milioni). Si tratta di oltre 132 milioni di euro in più rispetto alla programmazione europea 2014-20, considerati nel nuovo settennato 2021-27 anche i due anni del Psr di transizione 2021 e 2022.
Un risultato reso possibile, oltre che dal superamento del criterio dei parametri storici di riparto, dalla maggiore quantità di fondi europei ottenuta proprio nel biennio di transizione e dal maggiore cofinanziamento sia statale che regionale per il 2023-2027.
In dettaglio, 286 milioni andranno per sostegno al reddito e competitività, 404 milioni per ambiente e clima, 150 milioni per lo sviluppo socioeconomico delle aree rurali e 51 milioni su conoscenza e innovazione.
Nel corso del 2023 saranno pubblicati i nuovi bandi, per un valore complessivo di 148,3 milioni di euro.
Gli obiettivi della nuova programmazione sono prima di tutto il sostegno della crescita occupazionale, del reddito e della competitività, poi le garanzie di dignità e sicurezza dei lavoratori e il ricambio generazionale.
L’altro pilastro è la qualità ambientale, il sostegno al biologico e la salvaguardia della biodiversità.
Terzo elemento fondamentale: la digitalizzazione, l’innovazione, la ricerca e l’attrattività dei territori più marginali.