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Introduzione

Pesche e nettarine sono tra i frutti estivi più amati per la loro freschezza, la consistenza succosa e la versatilità in cucina: oltre ad essere consumate da sole, danno gusto e colore alle ricette estive e sono perfette anche nei cocktail.

Ripubblichiamo di seguito una recente intervista a Paolo Pari, presidente Consorzio della Pesca e Nettarina di Romagna Igp.

Presidente Paolo Pari del Consorzio della Pesca e Nettarina di Romagna, qual è il disciplinare che avete per far sì che un prodotto Igp si distingua dagli altri?

«La pesca nettarina è stata la prima Igp riconosciuta in Italia insieme a quella dell’Arancia Rossa di Sicilia, nel 2002. Abbiamo quindi una progenitura. Abbiamo un disciplinare a cui ci atteniamo: fortunatamente dopo tanti anni dall’ottenimento dell’Igp abbiamo potuto rinnovare, perché aveva dei vizi di gioventù. Ovvero c’erano tutte varietà che poi, nel tempo, sono state superate. Ci sono stati, ad esempio, rinnovi varietali e molte di quelle varietà sono anche uscite dal mercato, non essendo più coltivate. C’era quindi una reale necessità di rinnovare il parco varietale grazie alla collaborazione del ministero dell’Agricoltura e della Regione. Siamo riusciti così, con molta difficoltà, ad avere un disciplinare diverso. Il disciplinare prevede il calendario di commercializzazione che è però legato ai parametri qualitativi prefissati».

Il Consorzio quante aziende rappresenta e in quali province si produce la Pesca e Nettarina di Romagna Igp?

«Le aziende socie del Consorzio, con marchio identificativo e di riconoscibilità, sono nove. Si tratta delle più grandi aziende produttrici di pesche e nettarine in Emilia-Romagna. I soci partecipano alle attività di promozione del Consorzio, essendo un ente rappresentativo. Tutti gli anni, quando escono i bandi europei e regionali, diamo la possibilità ai soci di parteciparvi. È in corso, per il secondo anno, un progetto con la Regione a favore dell’Igp con una comunicazione social e video promozionale che ha portato risultati importanti, con ad esempio dei podcast con i produttori a fare da testimonial. Per fare i frutticoltori oggi bisogna essere degli eroi. Ci vogliono vocazione e tanta motivazione. La produzione si concentra in tutta la provincia di Forlì-Cesena, in quella di Ravenna, in parte di quella di Ferrara, Bologna e Rimini».

Com’è andato il raccolto nel 2024 e cosa vi aspettate da questa stagione che è alle porte?

«Al momento abbiamo più di 1.100 ettari certificati. Nel 2024 la commercializzazione è andata abbastanza bene, grazie a un parco varietà allargato fatto di nuove varietà più aderenti al gusto del consumatore. Abbiamo chiuso la stagione con 3.000 tonnellate di prodotto commercializzato. Quest’anno speriamo di aumentare perché sull’Igp l’interesse aumenta».

Quali sono i vostri mercati di riferimento?

«Soprattutto l’Italia. Ci stiamo promuovendo anche in Germania, essendo uno dei mercati d’esportazione di pesche e nettarine tra i più importanti. Poi sono le aziende singole a muoversi sul mercato. Voglio ringraziarle perché anche in anni difficili hanno tenuto la barra dritta e hanno portato avanti l’impegno. Secondo una ricerca dell’Università di Bologna il 60% dei consumatori riconosce che le pesche e nettarine di Romagna sono un prodotto di origine geografica protetta. E poi la pubblicità televisiva, con gli sdrai e la pesca di Romagna, fa intendere che il frutto è un must estivo della Riviera Romagnola».

(Intervista pubblicata su “Agrofutura”, supplemento a Il Resto del Carlino di venerdì 16 maggio 2025)

Ultimo aggiornamento: 20-06-2025, 11:17