Il Parmigiano Reggiano Dop fa bene alla montagna
L’estate è tempo di competizione per i casari emiliani con i Palii del Parmigiano Reggiano.
Di cosa si tratta? Il palio è una gara tenuta in una zona d’origine della Dop (che comprende le province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Mantova alla destra del fiume Po e Bologna alla sinistra del fiume Reno) alle quali i produttori del Consorzio possono partecipare iscrivendo un campione di prodotto stagionato 24 mesi; i formaggi in concorso vengono valutati da assaggiatori certificati della APR (Associazione Assaggiatori Parmigiano Reggiano).
Nei 10 palii che si tengono da luglio a novembre sono equamente rappresentate tutte le province di produzione e gli ambienti in cui si produce il re dei formaggi: pianura, collina e montagna.
Durante la presentazione della Fiera del Parmigiano Reggiano e del Palio di Casina (in Appennino reggiano), il Consorzio ha dimostrato di puntare sul territorio montano condividendo alcuni dati.
Il Consorzio scommette sulla montagna
Nel 2023 la produzione di Parmigiano Reggiano Dop in montagna è stata di oltre 861.000 forme, ovvero il 21% del totale, a carico di 83 caseifici che impiegano il latte prodotto da oltre 800 allevatori.
Questi numeri sono il risultato degli sforzi realizzati dal Consorzio per invertire la storica decrescita che aveva colpito il comparto: dal 2000 al 2010, infatti, nei territori di montagna avevano chiuso ben 60 caseifici con una riduzione del 10% della produzione di latte. Questo deficit è stato azzerato lavorando dal 2014 sulla regolazione dell’offerta e grazie a misure per favorire produttori e caseifici in zone di montagna.
La filiera del Parmigiano Reggiano contribuisce a mantenere l’attività agricola in aree a rischio di spopolamento, rafforzando l’economia e la coesione sociale dell’Appennino emiliano. Significativo in questo senso il ricambio generazionale nei caseifici: l’età media dei casari si è abbassata da 57 anni prima del 2016 ai 30-40 di oggi, segnale di fiducia delle nuove generazioni nel progetto.
Prodotto di montagna: cosa vuol dire?
Una parte del Parmigiano Reggiano Dop prodotto in aree montane, inoltre, offre ai consumatori garanzie ulteriori sull’origine e sulla qualità del formaggio attraverso la certificazione “Prodotto di Montagna”. Una produzione di 228.000 forme nel 2022, con un aumento del +28% dal 2016 quando i primi casari hanno aderito a questo regime.
Questa indicazione facoltativa di qualità, che fa parte dei regimi riconosciuti dall’Unione europea e serve a rendere riconoscibili sul mercato i prodotti alimentari ottenuti in montagna, viene concessa se:
- sia le materie prime sia gli alimenti per animali (in questo caso il foraggio) provengono essenzialmente da zone di montagna;
- nel caso dei prodotti trasformati, anche la trasformazione ha luogo in zone di montagna.
Il Decreto Ministeriale n. 57167/2017 prevede che la Regione raccolga le comunicazioni degli operatori interessati all'indicazione "prodotto di montagna" (inviate entro 30 giorni dall'avvio della produzione): l’elenco aggiornato dei prodotti di montagna emilianoromagnoli è pubblicato sul sito regionale.
Le fiere in Appennino emiliano
Sono diversi gli appuntamenti nei comuni dell’Appennino in cui viene promosso e degustato il Parmigiano Reggiano Dop di montagna: il primo si è tenuto a Pellegrino Parmense dal 19 al 21 luglio scorsi.
L’evento più importante è senza dubbio la 58a Fiera del Parmigiano Reggiano di Casina (RE) dal 2 al 5 agosto: oltre al Palio, i 41 caseifici di montagna presenti offriranno degustazioni e venderanno il prodotto; in programma anche una dimostrazione dal vivo di come viene creata una forma di Parmigiano Reggiano e la gara di taglio della forma, oltre a un ricco programma di spettacoli, balli, mostre, gare, aperitivi e giochi per tutti.
Poi sarà la volta del Palio del Parmigiano Reggiano della montagna modenese, in programma domenica 1 settembre a Pavullo nel Frignano, e della Festa del Parmigiano Reggiano di Lama Mocogno che si tiene solitamente l’ultimo weekend di settembre.