Il Tartufo uncinato di Fragno ha il suo Museo
Il Museo del Tartufo uncinato di Fragno - che verrà inaugurato sabato 15 giugno - si trova nella sede municipale di Calestano, un piccolo centro di poco più di duemila anime, a trenta chilometri da Parma. Esso nasce da una richiesta del territorio e dal bisogno di avere una struttura permanente che fosse testimonianza e desse valore al suo prodotto tipico. I Musei del Cibo di Parma hanno raccolto questa esigenza con la realizzazione di un museo altamente interattivo che ripropone la cerca del tartufo.
Il Tartufo uncinato è tipico della stagione estiva, si crea in un clima caldo e temperato caratterizzato da inverni piuttosto rigidi - nei quali facilmente la temperatura scende sottozero - ed estati piuttosto calde, un clima proprio del medio Appennino, dove sorge Calestano. È una varietà molto apprezzata, perché caratterizzata da consistenza e aroma che donano un gusto deciso e un buon profumo ai singoli piatti in cui viene impiegata.
Il Museo del Tartufo di Fragno si sviluppa, dunque, nei sotterranei del Municipio di Calestano, là dove un tempo si trovavano le antiche prigioni. L’allestimento valorizza i muri storici dell’edificio e il suo ambiente, ma al tempo stesso vuole essere “non convenzionale”, apportando elementi multimediali e interattivi idonei a comunicare i vari contenuti ai visitatori. Nel Museo si nascondono elementi che vanno ritrovati sensorialmente, così come nella realtà è la ricerca di un elemento naturale che si trova nel bosco. L'intento, infatti, è quello di ricostruire una dimensione oscura, misteriosa, nella quale dare libero sfogo alla scoperta; una sorta di caccia al tesoro a cui il visitatore viene invitato, seguendo un itinerario fatto di notizie che gli consentono il raggiungimento dell'obiettivo.
Il piccolo cortile che dà accesso al Museo presenta i pannelli che raccontano, in maniera semplice e sintetica, il territorio di Calestano, ricco di ambienti incontaminati e di luoghi di grande suggestione, come la catena dei Salti del Diavolo percorribile attraverso la Via degli scalpellini, il castello di Ravarano, il Monte Sporno o il Montagnana, costellati di piccoli centri abitati che conservano la loro struttura originaria. Il Museo, il cui scopo è anche quello di far conoscere le altre attrazioni del territorio, è organizzato in diverse sezioni. Il suo percorso inizia con il racconto del territorio, per poi passare alla botanica, dove si scoprirà che cos’è un tartufo, come nasce e quali tipologie di bosco sono idonee ad accoglierlo.
In ultimo, la sala della gastronomia propone il menù di un pranzo da re - ricette d’epoca, abbinamenti inusuali, curiosità e video - su un tavolo interattivo, fra personaggi famosi. L'ultima tappa ci porta a conoscere più approfonditamente questo simbolo di eccellenza, le modalità di conservazione, le storiche famiglie dedite alla cerca, i misteri che ha saputo celare per secoli, la sua presenza nell’arte e nella poesia, i riti e le tradizioni locali e alcuni impieghi inattesi. La visita esige una sosta al ristorante, dove l’assaggio è destinato ad essere indimenticabile.
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