Fungo di Borgotaro Igp
In particolare, comprende le seguenti varietà di Boletus derivate da crescita spontanea: Boletus aestivalis, Boletus pinicola, Boletus aereus, Boletus edulis. Sono idonei alla produzione i boschi allo stato puro o misto delle seguenti specie:
- latifoglie: faggio, castagno, cerro ed altre specie quercine, carpino, nocciolo, pioppo tremolo;
- conifere: abete bianco e rosso, pino nero e silvestre, pseudosuga menzienzii, governati sia a ceduo, ceduo composto e fustaia sia derivate da evoluzione naturale che da conversione.
Zona geografica di produzione
Il fungo di Borgotaro si raccoglie nei boschi dei comuni di Borgo Val di Taro e Albareto, in provincia di Parma, e di Pontremoli, in provincia di Massa Carrara.
Storia
Le prime notizie che riportano al Fungo di Borgotaro le troviamo nell'Istoria di Borgo Val di Taro redatta da Alberto Clemente Cassio (1669-1760). Un'ulteriore testimonianza della produzione fungina si ricava dal vocabolario topografico del Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla di Lorenzo Molossi (Parma 1832-1834). Anche Tommaso Grilli nel libro Manipolo di cognizioni con cenni storici di Albareto, di Borgotaro, edito nel 1893, testimonia della raccolta e produzione dei funghi.
Uso in cucina
I funghi freschi si possono essiccare, surgelare e preparare sott'olio, secondo varie ricette. Questo fungo è un ingrediente ideale nella preparazione di tantissimi piatti della tradizione locale. innumerevoli sono anche gli usi in cucina: trifolati, sughi per paste asciutte, paste ripiene, crudi in insalate e in tanti secondi piatti.
Curiosità
Prima di essiccarli è meglio non lavarli, ma solo ripulirne la superficie esterna, tagliarli a fette ed esporli al sole per qualche giorno su una tavola di legno. In alternativa, i funghi si possono anche surgelare, nel qual caso andrebbero prima cotti, per evitare che durante lo scongelamento si rammolliscano perdendo acqua.