Vitellone bianco dell'Appennino centrale Igp
Il bestiame deve risultare nato da allevamenti in selezione e regolarmente iscritto alla nascita nel Registro genealogico del giovane bestiame. Dalla nascita allo svezzamento, è consentito l’uso dei seguenti sistemi d’allevamento: pascolo, stabulazione libera, stabulazione fissa; in seguito, sono consentite solo la stabulazione libera e la posta fissa.
Sono inoltre controllate l’alimentazione (negli ultimi mesi è vietato l’uso degli insilati) e la macellazione (che deve avvenire, secondo norme definite, in macelli idonei nella zona di produzione).
La carne di vitellone bianco dell’Appennino centrale deve essere immessa al consumo provvista di particolare contrassegno a garanzia dell’origine e dell’identificazione del prodotto; il logo deve essere impresso sulla superficie della carcassa, in corrispondenza alla faccia esterna di 18 tagli.
Zona geografica di produzione
Territori delle province di Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini, Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Pesaro-Urbino, Teramo, Pescara, Chieti, L'Aquila, Campobasso, Isernia, Benevento, Avellino, Frosinone, Rieti, Viterbo, Terni, Perugia, Grosseto, Siena, Arezzo, Firenze, Prato, Livorno, Pisa, Pistoia e parte delle province di Roma, Latina, Caserta.
Storia
Le ampie corna, che caratterizzano la razza romagnola, la collegano a un antenato presente nell’antichità nelle steppe dell’Europa centro-orientale, “l’Uro dalle grandi corna”. Le tre razze bovine che possono fregiarsi del titolo Vitellone bianco dell’Appenino centrale Igp appartengono alle più antiche presenti in Italia e le loro carni erano apprezzate già da etruschi e romani.
Uso in cucina
Le tre razze hanno mantello bianco con sfumature grigie e grande mole; sono oggi considerate tra le razze più pregiate al mondo per la loro carne assolutamente magra e saporita e a basso contenuto in colesterolo, da cui si ottiene la rinomata “fiorentina”.
Una ricetta: arrosto di vitellone bianco dell'Appennino centrale Igp al Trebbiano di Romagna
Ingredienti per 6 persone
Noce di Vitellone bianco dell’Appennino Centrale IGP, cipolla, carota, sedano, sale, olio extravergine di oliva, vino Trebbiano di Romagna
Per un arrosto tradizionale mettere in casseruola il muscolo di Vitellone assieme a cipolla, carota, sedano (tagliati a piccoli pezzi) e olio extravergine di oliva. Salare e rosolare a fuoco dolce per un quarto d’ora. Quando la carne si è colorita, coprirla con il vino Trebbiano di Romagna e far cuocere a calore moderato per almeno due ore. Una volta cotta, togliere il coperchio e far ridurre il liquido rimasto. Servire la carne tagliata a fette, ricoperta con il sugo di cottura.
Vino in abbinamento: Sangiovese di Romagna DOC.
Curiosità
Generalmente le carni appena macellate risultano piuttosto dure alla cottura ma, con l’opportuna “frollatura” di 10-14 giorni, si esaltano la tenerezza e il gusto.
Link utili
Consorzio di Tutela del vitellone bianco dell'Appennino centrale