Spongata di Piacenza, spungada, spungheda
Territorio di produzione
Comune di Monticelli d’Ongina, provincia di Piacenza.
Descrizione sintetica del prodotto
Dolce a base di fior di farina, lievito in polvere, uova, burro, zucchero, latte, aromi naturali, pane biscottato, pinoli, mandorle, noce moscata, chiodi di garofano, noci, cannella, miele e droghe, vino bianco.
Un po’ di storia
La spongata è conosciuta almeno dal XVI secolo: infatti nel libro “400 Ricette della cucina piacentina” la curatrice C. Artocchini ne riporta due ricette datate 1585, tratte da un manoscritto ora custodito nell’Archivio di Stato di Parma. Risalendo a tempi più vicini a noi, ritroviamo ormai da quasi un secolo, la spongata come dolce natalizio tradizionale e tipico di Monticelli d’Ongina, reintrodotto dalla comunità ebraica, numerosa e ben radicata in loco fino alla II guerra mondiale. Pare appunto che la segreta ricetta attuale pervenisse da uno speziale ebreo ad un fornaio del luogo, Amato Re, il quale ai primi del ‘900 avviò la produzione e la vendita della spongata su scala locale. Nel 1913 il pittore Dino Mora di Colorno disegnò il motivo ornamentale, in stile liberty, che tuttora appare (leggermente modificato verso il 1950 da Aldo Ambrogio e con la dicitura “spongata di Piacenza”) sulla carta usata per la confezione. Caratteristiche ed originali sono inoltre le forme in pietra da allora utilizzate per la stampa della carta da confezione.
Come si fa
Tra due fogli di pasta sottile viene posto lo strato di ripieno, pressato in forme di legno di noce, che danno al prodotto finito la tipica forma piatta e tonda. Il tutto viene cotto al forno e quindi ricoperto di un velo di zucchero.
Curiosità
La carta per confezione usata attualmente ricalca quella in uso dal 1913.
Referenze bibliografiche
Archivio di Stato di Parma, Fondo Archivio Comunale n. 4207, fotocopie conformi all’originale di ricette di Spongata manoscritte datate 1589;
“Il Folklore Piacentino” di Carmen Artocchini, UTEP, Piacenza 1971 – pagg. 336/337;
Fotografie delle forme in pietra, custodite nel Museo della Civiltà Contadina e Artigiana di Monticelli d’Ongina;