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Acqua d'orcio o d'orzo

Reggio Emilia

Acqua d'orcioDescrizione

Bevanda a base d’acqua nella quale si mettono in infusione radici di liquirizia.

Ingredienti: radici di liquirizia, semi di finocchio, buccia d'arancia, acqua.

Dove si fa

Storicamente nel centro della città di Reggio Emilia.

Come si fa

Fare prima macerare in abbondante acqua le radici di liquirizia, successivamente fare bollire il tutto, con l'estratto di liquirizia ed eventualmente semi di finocchio, anice e buccia di arancia. Dopo lunghissima bollitura (anche fino a 24 ore) fare raffreddare e poi filtrare. Il prodotto ottenuto si allunga con acqua in proporzione uno a dieci.

Un po' di storia

Fin dal Rinascimento raccontano le cronache che a Reggio Emilia si diffuse l’uso dell’acqua d’orcio, bevanda aromatizzata alla liquirizia e anice che veniva versata, così si dice, nelle botteghe del centro come servizio per i clienti nelle torride giornate. Probabile la derivazione toscana, terra con la quale Reggio aveva fin dal Medioevo importanti contatti commerciali. L’usanza appresa dai mercanti toscani prevedeva di accattivarsi la clientela offrendo nel proprio negozio, gratis, acqua nella quale erano posti in infusione erbe, contenuta in un orcio, da lì acqua d’orcio o d’orzo. Presto si capì che la bevanda migliore era ottenuta con l’infusione di liquirizia che procurava effetti rinfrescanti e tonici.

Curiosità

Bevuta fredda è un ottimo dissetante.

Bibliografia

Camparini l. (Ciripiglia Numa), Cucina tradizionale reggiana, Reggio Emilia, Nironi e Prandi, 1944.

Camparini l., Guida gastronomica reggiana, Reggio Emilia, Poligrafica reggiana, 1952.

Maioli G., I racconti della tavola a Reggio Emilia, Bologna, Ges, 1980.

Iori Galluzzi M.A.–Iori N., Breve manuale del mangiar reggiano, Reggio Emilia, N. Iori, 1985.

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ultima modifica 2020-02-10T10:23:44+01:00
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