Gnocco fritto, gnocc frett o gnocc, al gnoc frètt, ‘l gnoc
Territorio di produzione
Comune a diverse Provincie, tra cui Reggio Emilia, Modena.
Descrizione sintetica del prodotto
Impasto di farina, acqua e sale, tagliato a rombi e fritto nello strutto.
Come si fa
Fare un impasto con farina, un grosso pizzico di sale unendo tanta acqua tiepida quanto basta per ottenere un composto piuttosto sodo. Con il mattarello tirare una sfoglia dello spessore di circa tre millimetri e poi tagliarla facendo dei quadrati o dei rombi. Friggere in abbondante strutto (o olio) bollente.
Un po’ di storia
Anche questo è un umile piatto della cucina reggina: un impasto di farina, acqua, sale e , al tempo delle nostre nonne, con un po’ di strutto, sostituito oggi da burro o olio. Nelle case contadine veniva fatto con la pasta del pane lievitata, e si friggeva con lo strutto. “Al gnoc frett”, per chi viveva in campagna, era la colazione più gradita. A metà mattina “la zdòura” si recava nei campi con “cavagnìn”di gnocco fritto vinello da portare al marito e, mentre lui mangiava, si sedeva al fianco del suo sposo. Il tempo di restare insieme era poco, ma tanta era la soddisfazione della “zdòura” ritornando a casa con il cesto vuoto e le confidenze del marito.
Curiosità
Servire caldo. Suoi compagni ideali sono i salumi.
Referenze bibliografiche
-Camparini l. (Ciripiglia Numa), Cucina tradizionale reggiana, Reggio Emilia, Nironi e Prandi, 1944;
-Maioli G. "I racconti della tavola a Reggio Emilia", Bologna, GES 1980 pag. 22;
-Iori Galluzzi M.A.–Iori N., Breve manuale del mangiar reggiano, Reggio Emilia, N. Iori, 1985. pag. 32;
-Ferrrari M., Ricette e racconti della mia Reggio, Cadelbosco di Sopra, Conad Emilia ovest, 1993, pag. 29.