Pesche finte ripiene
Territorio di produzione
Provincia di Forlì-Cesena
Descrizione sintetica del prodotto
Dolce preparato con: farina, zucchero uova, crema, rosolio, insieme a latte, burro e lievito.
Un po’ di storia
La loro notorietà inizia a ridosso degli ultimi anni di guerra, aumenta negli anni successivi, quale segno di opulenza familiare da condividere con gli ospiti, ed è legata alle grandi feste dell’anno, matrimoni, cresime, sagre paesane.
Come si fa
La lavorazione tradizionale avviene manualmente. In un piccolo tegame contenente un quarto di latte si sciolgono zucchero e burro. Si prepara il cumulo della farina (con lievito) a fontana, si versano gli ingredienti e si amalgama il tutto. Si tira una sfoglia dello spessore di due centimetri circa, da dividere poi in cerchi usando la bocca di un bicchiere. Poi si ungono di burro alcuni gusci di noce calibrati, ben puliti e svuotati al loro interno, si coprono con i cerchi di pasta e si inforna. Si sforna, si tolgono le “coperture” alle noci e si riempiono con crema e, volendo, cioccolato. Si uniscono le due “mezze pesche”, si bagnano con rosolio e si inzuccherano.
Referenze bibliografiche
Primo Placci, Mangiari d’altri tempi nella Romagna popolare, Walberti editore, Lugo, 1978
Graziano Pozzetto, La cucina romagnola, Franco Muzzio editore, Padova, 1995.