Calzagatti, chelzagàt, papacc, paparòcc, pulenta imbrucàda
Territorio interessato alla produzione
In uso nelle province di Reggio Emilia e Modena.
Descrizione sintetica del prodotto
Prevede una base di polenta di farina di mais condita con fagioli, pancetta, aglio cipolla e pomodoro; può seguire una frittura.
Come si fa
Si prevede di fare la polenta con l’acqua di cottura dei fagioli, altre ricette prevedono di fare la polenta normalmente con acqua e farina di mais. Comunque occorre poi unire alla polenta i fagioli soffritti con cipolla e odori, mescolare a lungo, versare sul tagliere o nei piatti. Si può mangiare anche senza rifriggerla, ben calda, ma la ricetta più nota prevede di lasciare raffreddare, tagliare a fette o a spicchi e friggere i “calzagatti” in abbondante strutto finché si forma la crosticina dorata.
Un po' di storia
Polenta e fagioli, grandissima risorsa quando la fame si faceva sentire. I modenesi unirono le due componenti, due cibi economici diventarono un piatto assai semplice, nutriente e saporito. Ma, come spesso accade, c'è anche una leggenda all'origine del piatto e del suo nome: pare sia nato tutto per caso, mentre una "arzdora" stava preparando della polenta e, a parte, dei fagioli. Al momento di portarli in tavola, inciampò sul gatto accovacciato sul pavimento e i fagioli finirono dentro il paiolo della polenta. Il gatto, terrorizzato, scappò a gambe levate e questo spiegherebbe il nome "calzagatti", e cioè che caccia via i gatti.
Referenze bibliografiche
Bellei S., Preti U., “Cosa bolle in pentola a Modena”, vol. I, Modena, 1979.