Fagioli in giubalunga, fasul in zobalonga
Forlì-Cesena
Territorio di produzione
Areale appenninico forlivese.
Descrizione sintetica del prodotto
Piatto a base di fagioli, ciavàr, salsiccia matta, cotiche, pancetta, costoline, cotechino.
Come si fa
Ammollare i fagioli per una notte, metterli in una pentola con 2 litri di acqua fredda e farli cuocere a calore moderato. In una casseruola soffriggere la cipolla tritata in maniera grossolana e uno spicchio d’aglio, appena la cipolla è dorata aggiungere la carne di maiale e far rosolare con cura. A metà cottura sfumare con il vino bianco poi aggiungere la salvia e il rosmarino. A cottura quasi ultimata aggiungere i fagioli cotti in precedenza, poco dopo aggiungervi la passata di pomodoro e far bollire piano per circa un’ora. Il piatto così è pronto, il consiglio è di mangiarlo con il pane montanaro insipido o eventualmente con pane abbrustolito.
Curiosità
I fagioli, la “carne dei poveri”, era pressoché sempre presente nell’alimentazione quotidiana, tanto che nel paese di San Piero, parodiando l’inno di Garibaldi, si cantava:
Si scopron le pentole,si magian fagioli...figlioli, figlioli, veniteli a mangiar!
Referenze bibliografiche
Quondamatteo, Grande dizionario (e ricettario) Gastronomico romagnolo, Imola,Grafiche Galeati, 1978;
Vittorio Tonelli, A Tavola con il contadino romagnolo, Grafiche Galeati, 1986;