Pesca e acquacoltura

Pesca di fondo nelle aree marine protette, si punta al bando progressivo

In un nuovo Piano d’Azione la Commissione impegna gli Stati membri a vietare progressivamente le tecniche di pesca di fondo nelle aree marine protette da qui al 2030: una misura controversa

Tre anni dopo la pubblicazione della Strategia europea sulla Biodiversità al 2030, la Commissione europea ha presentato la sua proposta di attuazione a vantaggio degli ecosistemi marini. Il Piano d’azione presentato pochi giorni fa, che punta a risolvere soprattutto la spinosa questione della pesca a strascico, non sembra però accontentare né le associazioni di ambientalisti né i professionisti della pesca.

Secondo le Ong, questo Piano d'azione non contiene alcuna misura obbligatoria ma solo una serie di raccomandazioni e scadenze lontane nel tempo. La EBFA (European Bottom Fishing Alliance), organismo che raggruppa gli operatori della pesca di fondo europei, fa invece appello a Parlamento e Consiglio europeo per porre rimedio prima che gli effetti del provvedimento siano irreversibili. 

La principale misura del documento vieta progressivamente le tecniche di pesca definite ‘con attrezzi mobili di fondo’, e cioè la sciabica demersale, le draghe e le nasse, in tutte le aree e zone marine protette dell’Unione europea da qui al 2030.

Questa decisione è stata presa in attuazione dell’obiettivo generale della Strategia europea per la biodiversità, che ha stabilito che entro tale data almeno il 30 per cento delle acque europee devono essere protette (al momento solo il 12 per cento risulta in qualche modo tutelato). E’ in questa ottica che la Commissione ha chiesto agli Stati membri di definire a livello nazionale delle misure specifiche ed un ruolo di marcia da presentare prima della fine di marzo 2023. Queste misure dovrebbero alzare la percentuale di zone protette almeno al 20 per cento delle acque marine nazionali, per poi convergere verso l’obiettivo finale del 30 per cento al 2030.

La Commissione incoraggia a dare la priorità all’eliminazione delle tecniche di pesca di fondo nei siti della rete Natura 2000. La raccomandazione è di utilizzare i fondi della Politica Comune per la Pesca o Pcp per supportare la transizione verso attrezzature di pesca più selettive, che possano ridurre le catture accidentali di specie giudicate sensibili. Per esempio, si chiede di migliorare la tutela della popolazione di Delfino comune nel Golfo di Guascogna, e nel 2024 di fare lo stesso per il Pinguino delle Baleari e la Foca monaca mediterranea, prima di attuare misure di eliminazione o riduzione delle catture accidentali di tutte le altre specie protette e minacciate di estinzione.

Pesca a strascico fuori dalle aree protette

Questo sistema di divieti permetterebbe di mantenere le tecniche di pesca di fondo al di fuori delle aree marine protette. “E’ possibile proteggere gli ecosistemi dei fondali marini mantenendo le attività di pesca di base e autorizzando la pesca di fondo al di fuori delle aree marine protette” assicurano in Commissione europea.

Intanto però il Piano prevede fin da subito l’adozione a livello nazionale di nuovi valori-soglia per definire lo stato di integrità dei fondali marini fuori dalle Aree Marine Protette, in applicazione della Direttiva Quadro sulla Strategia per l’ambiente marino (DCSMM). Secondo la federazione della pesca di fondo, però, queste misure serviranno solo a “spostare su altre aree gli sforzi di pesca, aumentando così il consumo di carburante”.

Secondo le organizzazioni ambientali, il divieto di accedere alle Aree Marine Protette per i pescherecci che usano lo strascico è un passo in avanti, ma nel complesso il Piano d’azione è giudicato debole e lontano dal raggiungere gli obiettivi di efficacia promessi. Per le associazioni ambientaliste, l’unica speranza di rettificare il tiro per l’esecutivo europeo è posta nella proposta di legge europea Nature Restoration Law, attualmente in corso di predisposizione.

Risorse per approfondire

Articolo su Actu-environnement (in francese) 

Link alla notizia stampa sul Piano d'azione 

Link a commento del think tank IEU (in inglese) 

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ultima modifica 2023-02-23T11:44:25+02:00
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