Dop, Igp e produzioni di qualità

A Natale ogni pasta fresca vale

In brodo o asciutta, ripiena o no, la pasta fresca è da sempre protagonista del pranzo di Natale in Emilia-Romagna e non solo

Se è indubbio che la pasta fresca sia un patrimonio gastronomico e culturale di tutta Italia, pensare all’Emilia-Romagna fa immediatamente saltare alla mente l’immagine di una sfoglina (e, più recentemente, di uno sfoglino) intenti a tirare la sfoglia con il mattarello, rigorosamente a mano.

Partendo da ingredienti semplici come uova e farina, è possibile produrre un’incredibile varietà di primi gustosi e prelibati che si differenziano tra loro per forma o per tipologia di ripieno. pasta fresca_2.jpgOgni provincia, da Piacenza fino a Rimini, ha la propria specialità, riconosciuta come Prodotto Agroalimentare Tradizionale (Pat): anolini, tortelli verdi, tortellini, cappellacci di zucca, cappelletti, passatelli, per finire con tagliatelle e lasagne che sono un patrimonio comune e trasversale a tutta la regione.

Nel pranzo di Natale, la pasta fresca la fa quasi sempre da protagonista, quasi sempre accompagnata dal tradizionale brodo di gallina o cappone, oppure dal ragù se è asciutta.

E voi quanto siete preparati sui primi regionali?

Se avete qualche dubbio o volete rinfrescarvi la memoria, ecco qui un articolo di approfondimento sulle varietà di primi tipici di ogni zona e sulla loro origine storica.

Anche Stefano Accorsi, bolognese doc, si è cimentato in un quiz per riconoscere tutti tipi di pasta fresca: guarda il video “Se mordi non fuggi”:

se_mordi_non_fuggi.jpg

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ultima modifica 2022-12-13T14:58:56+02:00
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