A Natale ogni pasta fresca vale
Se è indubbio che la pasta fresca sia un patrimonio gastronomico e culturale di tutta Italia, pensare all’Emilia-Romagna fa immediatamente saltare alla mente l’immagine di una sfoglina (e, più recentemente, di uno sfoglino) intenti a tirare la sfoglia con il mattarello, rigorosamente a mano.
Partendo da ingredienti semplici come uova e farina, è possibile produrre un’incredibile varietà di primi gustosi e prelibati che si differenziano tra loro per forma o per tipologia di ripieno. Ogni provincia, da Piacenza fino a Rimini, ha la propria specialità, riconosciuta come Prodotto Agroalimentare Tradizionale (Pat): anolini, tortelli verdi, tortellini, cappellacci di zucca, cappelletti, passatelli, per finire con tagliatelle e lasagne che sono un patrimonio comune e trasversale a tutta la regione.
Nel pranzo di Natale, la pasta fresca la fa quasi sempre da protagonista, quasi sempre accompagnata dal tradizionale brodo di gallina o cappone, oppure dal ragù se è asciutta.
E voi quanto siete preparati sui primi regionali?
Se avete qualche dubbio o volete rinfrescarvi la memoria, ecco qui un articolo di approfondimento sulle varietà di primi tipici di ogni zona e sulla loro origine storica.
Anche Stefano Accorsi, bolognese doc, si è cimentato in un quiz per riconoscere tutti tipi di pasta fresca: guarda il video “Se mordi non fuggi”: