Fitosanitario e difesa delle produzioni

Manutenzione

Quattro regole per la manutenzione del verde

  1. Il tipo e la frequenza di manutenzione del verde dovranno essere previsti già in fase di progettazione, per scegliere consapevolmente tecniche agronomiche di cui è noto, a priori, il successivo onere di manutenzione.
  2. Ogni intervento di manutenzione del verde non dovrà alterare gli equilibri ambientali sia in termini paesaggistici che ecologici.
  3. Le scelte tecniche di manutenzione dovranno essere orientate e guidate da criteri che favoriscono la longevità degli impianti.
  4. Nella manutenzione vanno privilegiati interventi regolari, frequenti e ordinari, piuttosto che saltuari e straordinari.

 

Potature rispettose dell'equilibrio della pianta

Gli scopi della potatura in arboricoltura urbana non sono così evidenti come nel settore frutticolo.
Un concetto generale è che l’albero, al posto giusto e mantenuto in adeguate condizioni, non richiede di norma potature, se non di piccola entità. Esso è in equilibrio statico-nutrizionale, cioè in grado di resistere a sollecitazioni meccaniche destabilizzanti e di costruire una chioma ben sviluppata, forte e sana. In rapporto all'età dell’albero, la potatura viene effettuata per i seguenti scopi:

  • formare la chioma in vivaio (potatura di formazione);
  • minimizzare lo stress da trapianto (potatura di trapianto);
  • occupare adeguatamente lo spazio disponibile in funzione dell’effetto ricercato nella fase di accrescimento della chioma (potatura di allevamento);
  • mantenere la forma e il portamento raggiunti dagli esemplari maturi ovvero contenere, innalzare, rimondare, diradare, sfoltire (potatura di mantenimento).

Un albero, quindi, va potato diversamente a seconda dell’età o, meglio, a seconda del suo stadio di accrescimento. Infatti nei vari stadi del suo sviluppo (giovanile, adulto, maturo e senescente) l’albero non si comporta sempre allo stesso modo: non soltanto cambia la propria morfologia, ma anche il proprio equilibrio biologico.
Nei primi anni di vita un giovane albero finalizza le proprie strategie di accrescimento alla conquista della luce, così da uscire il più velocemente possibile dallo strato erboso-arbustivo che lo circonda vincendo la concorrenza delle altre piante. Pertanto, un giovane albero attuerà una strategia mirata a un veloce accrescimento soprattutto in altezza (sviluppo del tronco in senso verticale). Solo in un secondo tempo la pianta si svilupperà in larghezza cercando di "rubare" spazio alle piante concorrenti, modificando nuovamente le proprie strategie di crescita (ingrossamento del tronco ed emissione di rami con sviluppo orizzontale). La terza fase di accrescimento è quella che porta l’albero al consolidamento e al mantenimento delle dimensioni raggiunte. Più precisamente, così come confermato dagli studi del Prof. Pierre Raimbault, gli stadi di accrescimento di un albero si possono ricondurre a 10 fasi morfologiche distinte (si veda disegno a pag. 16). Le dimensioni di un albero, perciò, non sono sempre un indicatore certo della reale fase di sviluppo in cui una pianta si trova.
Compresi questi concetti, possiamo dire che le piante giovani e le piante adulte crescono in maniera estremamente diversa e quindi non possono essere potate applicando in egual modo gli stessi principi. Un intervento sbagliato può influire in maniera negativa sul futuro di una pianta e molto spesso questi interventi possono danneggiare in maniera irreparabile l’albero, minandone estetica e salute. Conoscere bene le fasi di crescita di un albero è fondamentale per effettuare interventi di potatura mirata, contenendo o favorendo, ad esempio, lo sviluppo di rami sui quali la pianta ha deciso di investire più o meno energie. I principali elementi della struttura dell’albero che controllano e stimolano il suo accrescimento sono le gemme apicali e le radici assorbenti. Nel caso della potatura è essenziale il mantenimento del rapporto della produzione ormonale che gemme e radici emettono; una potatura eccessiva o un trapianto errato possono spostare l’ago della bilancia ormonale, ponendo in crisi l’albero e costringendolo a reazioni non desiderate (ricacci eccessivi sul tronco e colletto oppure disseccamento di uno o più rami). Questo concetto ci porta all'affermazione che una potatura non sempre deve essere fatta in un intervento unico; a volte, per non turbare gli equilibri sopra descritti, può essere necessario intervenire più volte in periodi diversi.
La gemma apicale (posta in cima alle branche principali) produce ormoni, funge da regolatrice e coordinatrice di quella che è la gerarchia di crescita dell’albero,inibendo lo sviluppo delle gemme sottostanti e favorendo una crescita armonica e simmetrica (dominanza apicale). L’asportazione della gemma apicale porta a un periodo di disorganizzazione della pianta. L’albero tenterà di sostituirla utilizzando gemme di rami sottostanti, ma non è sempre detto che ci riesca. Questa operazione è generalmente lunga e dannosa per la pianta stessa, in quanto perde le caratteristiche architettoniche che noi le riconosciamo e quindi perde in qualità e valore.
Tali interventi, inoltre, portano a un precoce invecchiamento dell’albero, costringendolo ad attuare strategie di accrescimento proprie di una pianta più adulta.
Per meglio descrivere le varie fasi di potatura, i rami vengono classificati in base alla posizione che occupano nell'architettura della pianta. Così un ramo che si sviluppa nella parte inferiore di una branca principale è detto "ramo in pancia", se invece il suo accrescimento avviene nella parte superiore della suddetta branca verrà chiamato "ramo in schiena".

Nello schema alle pagg. 15-16 vengono descritti gli interventi di potatura di contenimento e di alleggerimento da attuarsi in funzione della fase di accrescimento in cui si trova la pianta. Come si può vedere, nella pianta matura le operazioni sono sostanzialmente invertite rispetto alla pianta in fase giovanile.

Quanto e quando tagliare

Anche la percentuale di chioma viva che è possibile rimuovere con la potatura senza arrecare danni all'albero è in funzione dell’età della pianta. In alberi giovani si può arrivare fino ad un’asportazione del 40% della massa fotosinteticamente attiva, mentre in un albero maturo ogni ramo vegetante è prezioso per l’equilibrio energetico.
Riguardo all'epoca di potatura, le stagioni più idonee per l’esecuzione di tagli alla chioma sono l’inverno (a caduta foglie ormai ultimata) e la piena estate (indicativamente dalla seconda metà di giugno). Sono assolutamente da evitare i periodi di caduta e di emissione del fogliame.
Il periodo ammesso per le potature può variare in base al regolamento comunale del verde. In genere è entro il 15 marzo e comunque non prima della ripresa vegetativa.
Per la potatura attenersi allo standard europeo, come riportato sul manuale "Potatura degli alberi" disponibile sul sito della Società Italiana d' Arboricoltura.

La potatura nelle diverse fasi di sviluppo della pianta (Schemi)

Gli interventi di potatura di contenimento e di alleggerimento da attuarsi in funzione della fase di accrescimento in cui si trova la pianta. Come si può vedere, nella pianta matura le operazioni sono sostanzialmente invertite rispetto alla pianta in fase giovanile.

- Interventi di potatura su piante giovani
1-4 (jpg10.16 KB)Una giovane pianta nelle fasi 2 e 3 si accresce nello spazio sviluppando rami in pancia che si susseguono in ripetizione, sostituendosi a vicenda nella funzione di apice del ramo stesso.
Dalla fase 4 vengono prodotti anche rami in schiena, che, accrescendosi, si avvicendano nella funzione di apice vegetativo del ramo stesso.

- Taglio di alleggerimento
alleggerimento (jpg20.8 KB)Nelle fasi 2 e 3 se lo scopo dell’intervento è quello di alleggerire le branche, si possono eliminare alcuni rami lasciando intatto l’apice vegetativo della pianta. Questa operazione può avere effetti negativi quando il ramo sottoposto a potatura acquisisce troppa energia e risponde al taglio con un incurvamento dell’apice verso l’alto nel tentativo di sostituirsi alla freccia dell’albero stesso.

- Taglio di contenimento
contenimento (jpg21.81 KB)Se lo scopo della potatura è quello di diminuire la forza di accrescimento di un ramo, si può intervenire eliminando il ramo in pancia. Questa operazione obbliga l’albero a investire molte energie nella ricostruzione di un ramo che abbia la funzione di apice, ritardando lo sviluppo e riducendo la forza del ramo stesso.

- Interventi di potatura su piante adulte
5-10 (jpg23.69 KB)La pianta si allarga prevalentemente attraverso lo sviluppo di rami in schiera e l’albero tende a mantenere le dimensioni raggiunte.

Le fasi 7, 8, 9 e 10 rappresentano diverse "strategie di crescita" dell’albero adulto.

- Taglio di alleggerimento
alleggerimento (jpg23 KB)Per sfoltire una branca si elimina il ramo in pancia, che comunque verrebbe abscisso dalla pianta stessa nel proseguimento del suo sviluppo e sostituito con il ramo in schiena che si avrà cura di mantenere. In questo modo viene assecondata la crescita eliminando legno (e quindi peso) per mantenere in "sicurezza" l’albero, il quale in questa fase del proprio sviluppo assume dimensioni notevoli con possibili problemi strutturali.

- Taglio di contenimento
contenimento (jpg23.97 KB)Nel caso si debba ridurre l’energia accrescitiva di una branca, si elimina il ramo in schiena, ramo sul quale la pianta ha investito le proprie energie: in tal modo essa viene costretta a rigenerare un altro ramo in schiena, rallentando così lo sviluppo della branca troppo vigorosa.

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ultima modifica 2023-04-26T10:57:05+02:00
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