Fitosanitario e difesa delle produzioni

Bronzatura del pomodoro, avvizzimento maculato del pomodoro - scheda tecnica

(Tomato spotted wilt virus, TSWV)

Piante ospiti

Sintomi-su-baccaIl virus, caratterizzato da elevata polifogia, infetta piante di interesse orticolo e floricolo-ornamentale.
Nel 1986 erano segnalate sensibili alla malattia 299 specie appartenenti a 158 generi e 48 famiglie botaniche, comprendenti sia dicotileidoni che monocotiledoni, tra cui solanacee, asteracee, fabacee, brassicacee ed amarillidacee. In questi ultimi anni il rivenimento della malattia in numerosi paesi europei ha ampliato l'elenco delle piante ospiti. Tra le orticole di maggiore interesse economico il virus colpisce pomodoro, peperone, melanzana, lattuga ecc.; tra le floricole infetta balsamina, crisantemo, ciclamino, dalia, calla, gladiolo ecc.

Distribuzione geografica

Sintomi-di-bronzatura (jpg83.74 KB)E' una malattia originaria di paesi a clima temperato-tropicale presente nell'Africa del Sud, in America del Sud, in estremo Oriente, in Australia, in Nuova Zelanda.
In Europa, a partire dal 1987, epidemie di TSWV sono state progressivamente segnalate in quasi tutti i paesi con una incidenza variabile.
In Italia la prima individuazione della malattia è avvenuta su piante da fiore di gloxinia (Sinningia speciosa) coltivate in una serra della Romagna. E' ormai presente in regioni del nord, centro e sud del Paese su piante orticole e floricole sia in serra che in pieno campo.

Sintomi

bronzatura-peperone (jpg10.3 KB)

I sintomi manifestati dalle numerosissime specie sensibili sono estremamente vari e diversificati e possono, inoltre, essere facilmente confusi con quelli provocati da funghi, batteri o da fitotossicità.
Tali sintomi consistono in: nanismo, decolorazioni e mosaicature fogliari, anulature spesso concentriche con necrosi su foglie e frutti, deformazioni e decolorazioni dei petali, maculature necrotiche, malformazioni ed anulature concentriche sui frutti.
Le alterazioni descritte sono influenzate dal momento in cui avviene l'infezione, dalla specie interessata e da fattori ambientali (temperatura). Vengono descritti i sintomi presenti su alcune delle principali colture o floricole rinvenute infette in Italia.

PEPERONE

foglia-peperone (jpg4.22 KB)I sintomi sono costituiti da alterazioni delle foglie e dei frutti sotto forma di anulature concentriche. Le foglie delle piante interessate presentano anulature clorotiche che successivemente necrotizzano. Aree limitate del lembo fogliare seccano indipendentemente dalla comparsa delle anulature. Le bacche presentano anch'esse anulature cloro-necrotiche isolate o confluenti tra loro; in questo caso la superficie della bacca è interessata da profonde depressioni e malformazioni. Le piante infette sono di dimensione ridotta e con minore vegetazione in rapporto alla precocità dell'infezione; altre sono defogliate nella parte basale e l'apice, spesso ricurvo, porta foglie clorotiche e/o in parte necrotizzate e malformate.

Epidemiologia

TSWV è trasmesso da tripidi (famiglia Tripidae, ordine Tysanoptera), vettori insoliti per i virus. In particolare quelli a tutt'oggi noti sono: Frankliniella occidentalis Pergande, F. fucsa Hinds, F. shultzei Trybon, Scirtothrips dorsalis Hood, Thrips setosus Moulton, T. tabaci Lindeman. Il primo e l'ultimo sono i più comuni in Italia.
I tripidi rappresentano, indipendentemente dalla possibilità di veicolare TSWV, un grosso problema per le coltivazioni in serra da fiore e da orto. Sono insetti che hanno molte generazioni in un anno ed essendo favoriti da temperature mediamente elevate, si sviluppano bene nelle serre. Essi vivono sulle parti tenere della pianta e per nutrirsi lacerano con l'apparato boccale fiori, foglie e frutti, iniettando la saliva e succhiando il contenuto cellulare.
Per quanto riguarda la diffusione del virus, esso è acquisito dai tripidi solamente allo stato larvale (neanide) e le pupe, che maturano nel suolo, conservano il virus. Gli adulti sono i principali responsabili della trasmissione e diffusione del virus nell'ambiente. Le larve, infatti, non sono dotate di eccessiva mobilità per cui vivono quasi esclusivamente sulle foglie dove sono nate; l'adulto, al contrario, può facilmente spostarsi da una foglia all'altra, da pianta a pianta, saltando o volando se sospinto da correnti d'aria; può anche essere involontariamente trasportato dagli stessi coltivatori all'interno delle serre. Gli adulti rimangono infetti per tutta la loro vita (alcune settimane), mentre le uova deposte nei tessuti vegetali danno origine a larve sane.
Oltre che dagli insetti, il virus viene diffuso attraverso la propagazione di parti di piante infette (bulbi, tuberi), mentre non è certa la trasmissione per seme o per mezzo di strumenti da lavoro.

CICLAMINO

foglia-ciclamino (jpg30.44 KB)Le foglie presentano anulature concentriche a contorno necrotico mentre i fiori sono malformati con screziature e rotture di colore.
I sintomi sono presenti solo su alcune foglie e possono essere confusi con alterazioni di origine micotica.

 

PREVENZIONE E LOTTA

La lotta contro la F. occidentalis, vettore preferenziale di TSWV, è alquanto difficile da attuarsi, a causa delle piccole dimensioni dell'insetto, delle sue abitudini a rimanere nascosto (larve e adulti vivono riparati all'interno dei petali, le ninfe sono nascoste nel terreno, le uova deposte all'interno dei tessuti vegetali), del fatto che i danni che provoca per nutrirsi si rendono evidenti solo dopo un po' di tempo, per cui la popolazione diventa numerosa prima che il coltivatore riesca ad accorgersene.
I trattamenti insetticidi non eliminano del tutto i tripidi, ma possono essere utili nel controllare la diffusione del virus. Si deve intervenire rapidamente sui primi focolai individuati per non essere costretti, successivamente, a trattamenti più pesanti, che comunque sono spesso inefficaci e fitotossici. Gli insetticidi sistemici hanno poca efficacia in quanto non riescono a diffondersi nei tessuti poco vascolarizzati come i petali e gli stami su cui l'insetto si nutre; i prodotti di contatto non agiscono sugli individui che vivono nascosti tra le foglie e nel terreno.
Il contenimento della malattia e la prevenzione di nuovi focolai infettivi deve essere attuato con modalità diverse a seconda che la coltura sia in serra o in pieno campo.
Per le colture protette è importante disinfettare le serre ed i bancali con vapore o formaldeide; disinfettare, sempre con vapore, anche i substrati utilizzati e verificare attentamente lo stato sanitario delle piante e la presenza dei tripidi utilizzando trappole cromotropiche di color bianco-azzurro invischiate con collanti. Tale monitoraggio permetterebbe interventi tempestivi quando la popolazione dei tripidi è ancora a livelli contenuti. Per le colture in pieno campo è fondamentale verificare che le piantine da trapiantare siano prive di sintomi della virosi e di tripidi; la coltura poi deve essere mantenuta libera da infestanti (e da tripidi), potenziali serbatoi dell'infezione.
Può risultare importante distruggere le piante che presentano sintomi e quelle adiacenti anche se apparentemente sane.

PUNTI CRITICI
Il rischio fitosanitario principale è costituito dalla presenza dei tripidi vettori sulla coltura e dall'uso di parti di piante, utilizzate per la moltiplicazione già infette.
Per le piante da fiore moltiplicate pre talea o altro è fondamentale, quindi, utilizzare "piante madri" esenti dal virus.
In considerazione della difficoltà della difesa chimica sarebbe importante disporre di varietà resistenti al virus, che purtroppo attualmente non sono ancora disponibili.

IMPATIENS
foglia-impatiens (jpg30.46 KB)Le cultivars della Nuova Guinea, particolarmente sensibili, presentano maculature circolari necrotiche su alcune foglie, riduzione della crescita ed anche morte della pianta.

 

GLOXINIA

Foglia-Glossina (jpg50.48 KB)I sintomi, presenti soprattutto sulle cultivars a fiore rosso e bianco, consistono in accentuate anulature concentriche cloro-necrotiche presenti sulle foglie erroneamente imputabili a fitotossicità, mentre i fiori hanno rotture di colore (aree bianco-verdi) oppure deformazione di petali; i boccioli rimangono piccoli e non fioriscono.

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ultima modifica 2017-05-08T11:04:00+02:00
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