Fitosanitario e difesa delle produzioni

Brusone del riso

Il brusone è la più grave patologia fungina del riso ed è in grado in annate particolarmente favorevoli di portare a perdite produttive anche del 50%. E’ presente ovunque il riso venga coltivato e rappresenta sempre una costante minaccia per la coltura specialmente nelle coltivazioni sommerse delle regioni temperate.

Agente causale
Pyricularia grisea (Cooke) Sacco è l'agente del brusone mentre la sua forma perfetta Magnaportae grisea (T. T. Hebert) Yaegashi & Udagawa, non si trova in natura in Italia. Il fungo è in grado di perpetuarsi nel suolo o sui residui colturali infetti della stagione precedente, ma anche sul seme infetto caduto sulla superficie del terreno dopo la semina meccanica, come, anche più frequentemente, su altre graminacee spontanee. I semi infetti lasciati sulla superficie del suolo possono facilmente produrre spore per alcune settimane dopo l'impianto, e anche dopo l’emergenza delle piantine.

Sintomi
La malattia può colpire tutti gli organi della pianta piricularia_brusone_riso_foto_Bugiani 600.jpg(foglie, guaine, culmo e spighe). Sulle foglie e sulle guaine i sintomi si presentano come tacche strette ed allungate di colore inizialmente brunastro, che col tempo e il progredire dell’infezione, necrotizzano al centro assumendo una colorazione marrone-grigiastra, e si contornano di un alone brunastro (foto 1).

Necrosi e disseccamento del panicolo in seguito per infezione di Pyricularia oryzae a livello del “collo” (foto R. Bugiani)Sul culmo, nella parte basale ed al livello dei nodi, possono comparire imbrunimenti che rivelano la presenza del micelio e analoghe necrosi possono manifestarsi sul “collo”, alla base del panicolo (foto 2). 
Il fungo è in grado di infettare anche i semi attraverso gli organi fiorali. Le piante colpite appaiono stentate, ingiallite mentre le spighe gravemente colpite possono divenire sterili. In caso di attacchi tardivi le cariossidi non maturano completamente. In condizioni favorevoli, il fungo sporula al centro delle lesioni sulle cultivar sensibili mentre questo avviene più raramente sulle cultivar più resistenti. I conidi che si producono sulle lesioni, in genere, si estendono oltre la superficie di queste e conferiscono agli organi colpiti un aspetto grigio polverulento.

Epidemiologia
La sporulazione del fungo avviene sulle graminacee spontanee, semente e residui colturali infetti, con temperatura di 25-28°C e elevata umidità relativa o prolungate bagnature. Le spore asessuate (conidi) vengono disperse, con temperatura di 21°C circa. da vento e pioggia o rugiada la cui durata superi le 10-12 ore. Quando i conidi si depositano sui tessuti vegetali suscettibili, durante le ore notturne con temperatura ottimale di 25-28°C e saturazione dell’aria, germinano producendo un tubetto germinativo e un appressorio. La penetrazione del fungo avviene con temperature ottimali di 24°C e da periodi prolungati di elevata umidità (più di 12 ore con Ur > 90%), condizioni facilmente raggiungibili in risaie allagate. Dalla infezione alla manifestazione dei primi sintomi il fungo, con temperature ottimali di 26-28°C, impiega mediamente 5-7 giorni. I conidi sono prodotti dopo diverse ore di elevata umidità e vengono liberati durante le ore mediane della giornata dando seguito a più cicli infettivi secondari.

Difesa
La lotta con questa grave avversità fungina, oltre che avvalersi della chimica (per altro in alcune annate particolarmente favorevoli, indispensabile se si vuole mantenere la coltura ad un livello economicamente accettabile), deve comunque tenere conto di tutte quei fattori agronomici tendenti a ridurre la suscettibilità della coltura alla malattia.

Le pratiche agronomiche virtuose consigliano di:

  • adottare una corretta a razionale rotazione colturale
  • evitare semine troppo fitte o ritardate;
  • impiegare, quando possibile, varietà tolleranti;
  • evitare gli eccessi di azoto che favoriscono la suscettibilità della pianta all’infezione;
  • evitare una temperatura dell'acqua di governo della risaia troppo bassa.

Le strategie ci controllo chimico della malattia prediligono, da una parte, la concia delle sementi (obbligatoria nei Disciplinari di produzione Integrata per il controllo delle malattie fogliari) per prevenire l'infezione delle piantine dopo la germinazione, dall’altra l’applicazione preventiva di fungicidi per prevenire l'infezione dell’apparato fogliare e delle spighe durante la fase fenologica a maggior rischio (fra botticella e spigatura).
I principi attivi maggiormente efficaci sono indicati nei disciplinari di produzione integrata.

A chi rivolgersi

Riccardo Bugiani

Per approfondire

Disciplinari di produzione integrata 2024 - Difesa Riso

Determina n. 3741 del 23/02/2024
Misure per il contrasto di avversità fitosanitarie e per la gestione di infestanti di difficile controllo nel territorio regionale: prescrizioni per l'abbruciamento di stoppie e paglie riso.


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ultima modifica 2024-03-04T18:32:59+02:00
Hanno contribuito: Riccardo Bugiani
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