Fitosanitario e difesa delle produzioni

Cancro batterico del pomodoro - scheda tecnica

(Clavibacter michiganensis subsp. michiganensis)

Piante ospiti

La pianta ospite di maggiore importanza economica è il pomodoro, tuttavia il patogeno è stato segnalato su alcune solanacee spontanee quali Solanum douglasii, S. nigrum e S. triflorum.
In Italia il patogeno viene segnalato sporadicamente in molte aree di coltivazione del pomodoro. E' nota la sua presenza in tutti i paesi europei ed extra-europei.

Sintomi

I sintomi di cancro batterico possono essere visibili sia sulle piante giovani che sulle piante nelle fasi finali del ciclo vegetativo, e su queste ultime possono essere confusi con le manifestazioni di senescenza.
Giovane-pianta (jpg36.38 KB)Raramente nel periodo di permenenza in vivaio le piantine di pomodoro manifestano i sintomi della batteriosi. In pieno campo il periodo più idoneo per la loro osservazione, molto ampio perchè lo sviluppo del patogeno è lento, può essere individuato tra la fase di allegagione e la fase di inizio della maturazione dei frutti (luglio-agosto).
I sintomi di cancro batterico sono osservabili su tutti gli organi della pianta.
Le foglie, ancora verdi, inizialmente avvizziscono e si piegano a doccia verso l'alto, successivamente ingialliscono e disseccano; spesso risultano affette le foglie di una sola parte della pianta.

Sul fusto possono comparire striature longitudinali decolorate in corrispondenza delle quali si possono formare profonde fenditure, i cosiddetti cancri; il tessuto vascolare appare imbrunito e disgregato, talvolta sono osservabili anche cavitazioni del midollo. In presenza di sintomi fogliari e/o cancri corticali è possibile osservare un caratteristico imbrunimento a ferro di cavallo del tessuto vascolare sulla superficie ottenuta tagliando una foglia con sintomi, all'inserzione del picciolo sul fusto apparentemente sano, oppure una foglia senza sintomi, in prossimità di una spaccatura sul fusto. Sui piccioli fogliari e sul fusto si rilevano talvolta piccole vescicole biancastre che possono dare origine a cancri.
Anche le radici possono essere invase dai batteri; la manifestazione patologica è caratterizzata da una leggera decolorazione del midollo.

cancro (jpg12.22 KB)Raramente il frutto, pur non presentando sintomi esterni, può avere la polpa disgregata, deliquescente ed in parte ingiallita; in altri casi si possono osservare piccole cavità scure nella parte centrale interna del frutto stesso. Le lesioni che non frequentemente C. michiganensis subsp. michiganensis causa sulla superficie dei frutti sono caratteristiche maculature, inizialmente bianche e rilevate, che successivamente evolvono in crosticine di colore nocciola circondate da un ampio alone biancastro.
I semi generalmente non manifestano sintomi, tuttavia, se il frutto si presenta deformato e di dimensioni ridotte rispetto alla norma, possono essere piccoli e neri. La giovane pianta colpita dalla batteriosi può subire un rallentamento nello sviluppo vegetativo. Forti attacchi di cancro batterico sono causa anche del disseccamento della pianta.

Epidemiologia

La principale fonte di inoculo ed il più importante mezzo di sopravvivenza e di disseminazione del patogeno a breve ed a grande distanza sono rappresentati dal seme. Anche le piantine usate per il trapianto, se ottenute da seme infetto o in condizioni di serra non idonee, possono essere responsabili della diffusione dei batteri.
aculature (jpg28.38 KB)C. michiganensis subsp. michiganensis può sopravvivere anche nel terreno associato ai residui di tessuti infetti. Infine la perpetuazione del patogeno può essere assicurata da solanacee spontanee. I batteri possono rimanere vitali a lungo sugli attrezzi da lavoro (anche effetti personali come i guanti), sulle superfici delle macchine usate per la semina, sui contenitori utilizzati per l'allevamento delle piantine, sui bancali delle serre e su quanto altro può venire a contatto con le piante nelle differenti situazioni di coltivazione.
Mentre in serra responsabile della diffusione della malattia è l'uomo attraverso le operazioni colturali, in campo la diffusione della batteriosi è principalmente dovuta agli eventi atmosferici ed all'irrigazione per aspersione oltre che alle operazioni colturali. Studi sperimentali non hanno evidenziato un ruolo degli insetti nella trasmissione della malattia. La penetrazione dei batteri nei tessuti della pianta avviene attraverso le ferite prodotte dagli eventi atmosferici (grandine), dall'attacco di insetti o da rotture di peli (in particolare per i frutti) e dall'uomo nel corso delle varie operazioni colturali.
Temperature intorno ai 28°C ed elevata umidità ambientale sono favorevoli ad un decorso rapido della batteriosi, la cui manifestazione può risultare particolarmente grave se precedentemente alla stabilizzazione della temperatura sui 28°C si sono avuti periodi più caldi o più freddi.

Prevenzione e lotta

La lotta da attuare contro il cancro batterico del pomodoro è prevalentemente a carattere preventivo.
Le coltivazioni di pomodoro da trapianto sono sottoposte ad un maggiore rischio di infezione rispetto a quelle ottenute per semina diretta. La fase di preparazione delle piantine infatti può causare un vero e proprio arricchimento batterico. In particolare, la pratica del trapianto richiede almeno un passaggio in serra e purtroppo non sempre le condizioni delle serre sono idonee.
Le operazioni di trapianto possono causare ferite, e gli attrezzi e le mani trasferire i batteri dalle piante malate alle sane con un aumento di piante infette.
Di seguito sono indicati schematicamente i momenti critici del ciclo produttivo in cui sarebbe necessario intervenire per poter realizzare un controllo adeguato e mirato.

  • Scelta varietale
    Non sono attualmente disponibili sul mercato varietà di pomodoro resistenti o tolleranti a C. michiganensis subsp. michiganensis.
  • Approvvigionamento del seme
    • Il seme deve essere ottenuto da coltivazioni esenti da batteriosi;
    • l'estrazione effettuata mediante fermentazione e con aggiunta di acido cloridrico può ridurre il livello di contaminazione batterica del seme;
    • una buona rasatura del seme è pure in grado di eliminare parte della carica microbica;
    • la sanità del seme dovrebbe essere accertata mediante specifiche analisi batteriologiche.
  • Preparazione delle piantine in vivaio
    • Realizzare un'idonea climatizzazione ed un'adeguata preparazione delle serre di allevamento: disinfezione (sali di ammonio quaternario o formalina) di contenitori, attrezzi, terriccio, bancali e quanto altro può venire a contatto con le piante;
    • favorire la ventilazione nelle serre;
    • evitare l'irrigazione per aspersione;
    • evitare una concimazione sbilanciata;
    • effettuare alcuni trattamenti ad intervalli di 7-10 giorni, con prodotti a base di rame (200g/hl di principio attivo);
    • eliminare le piante infette appena individuate;
    • non trattenere le piante in vivaio più a lungo del periodo utile;
    • al termine dell'allevamento procedere alla pulizia e disinfezione della serre e di quanto è venuto a contatto con le piante.
  • Operazioni di trapianto
    • Effettuare il trapianto in condizioni ambientali idonee;
    • avere cura di usare mani ed attrezzi non contaminati;
    • evitare, in condizioni di bagnatura delle piante, operazioni che possono causare ferite.
  • Coltivazione a pieno campo ed in serra
    • Adottare ampie rotazioni colturali (4-5 anni);
    • mantenere i terreni liberi da piante di pomodoro spontanee;
    • evitare un'eccessiva concimazione azotata e mantenere equilibrato il livello del potassio;
    • non irrigare per aspersione;
    • in condizioni di bagnatura delle piante evitare le operazioni colturali che possono causare ferite;
    • eliminare le piante infette ed i loro residui, dopo la raccolta;
    • effettuare, ad intervalli di 7-10 giorni, trattamenti con prodotti rameici (200g/hl di principio attivo) da poco dopo il trapianto, fino alla fioritura del primo palco.

Raccomandazioni

L'osservazione di caratteristici disseccamenti fogliari asimmetrici, di imbrunimenti vascolari e di cancri corticali non consente di effettuare una diagnosi esclusivamente visiva, se non ad un occhio particolarmente esperto, mentre caratteristiche ed inconfondibili sono le maculature sui frutti.

E' consigliabile pertanto, nei casi di sospetta batteriosi, effettuare un prelievo di materiale vegetale in cui il tessuto infetto sia ancora chiaramente distinguibile dal tessuto sano e richiedere un'analisi batteriologica.

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ultima modifica 2023-05-26T17:52:39+02:00
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