Fitosanitario e difesa delle produzioni

Mosca minatrice sud-americana - scheda tecnica

(Liriomyza huidobrensis)

Piante ospiti

1 (jpg45 KB)L'agromizide è assai polifago, in grado di attaccare piante appartenenti a circa una ventina di famiglie botaniche (Alliacee, Apiacee, Asteracee, Borraginacee, Brassicacee, Cariofillacee, Chenopodiacee, Cucurbitacee, Fabacee, Liliacee, Malvacee, Oxalidacee, Papaveracee, Solanacee, Tropeolacee, Valerianacee, Verbenacee, Violacee, ecc.).
Le Asteracee, le Fabacee e le Solanacee risultano le famiglie maggiormente suscettibili.

Distribuzione geografica

2 (jpg47.76 KB)Il dittero, originario delle regioni tropicali del Sud-America, è diffuso in gran parte del continente americano. Introdotto accidentalmente nel 1980 in Inghilterra, è stato poi segnalato in diversi altri paesi europei (Irlanda, Finlandia, Olanda, Francia, Germania, Portogallo). In Italia risulta presente dall'inizio degli anni ‘90.

Sintomi

3 (jpg41.27 KB)Sulla pagina superiore delle foglie, le punture di nutrizione compiute dalle femmine formano numerose lesioni puntiformi del diametro di 0,15-0,3 mm. Simili, ma di maggiori dimensioni (mm 0,05 di diametro), sono le lesioni conseguenti alle punture di ovodeposizione. Le foglie sono inoltre interessate da mine allungate che decorrono preferibilmente lungo le nervature, soprattutto lungo quella principale. Sul sedano le mine interessano anche la nervatura mediana, la base del picciolo e perfino le coste fogliari. Sulla lattuga punteggiature necrotiche, corrispondenti alle punture di nutrizione, sono visibili sulla parte apicale delle foglie più esterne. Le mine interessano invece le foglie basali del cespo e provocano processi di marcescenza che possono poi estendersi alle altre foglie.
Le infestazioni possono interessare anche le piante in fitocella, sulle quali sono rilevabili numerose punteggiature necrotiche conseguenti all'attività trofica delle femmine. Le femmine riescono a trasmettere il virus del mosaico del sedano (Celery mosaic) e, probabilmente, anche altri virus trasmissibili per succo.

Epidemiologia

4 (jpg42.3 KB)Gli adulti si nutrono del succo che fuoriesce dai tessuti lesionati dalle punture compiute dalle femmine con l'ovopositore. Le uova vengono deposte entro i tessuti fogliari, lungo le nervature. Le larve nascono dopo 3-4 giorni e completano lo sviluppo dopo circa una settimana per poi impuparsi generalmente all'interno delle parti minate.
In un anno l'agromizide compie 5-6 generazioni. In primavera-estate una generazione si svolge in 17-30 giorni, mentre in autunno inoltrato ed a fine inverno-inizio primavera necessitano di circa due mesi.

Prevenzione e lotta

5 (jpg43.55 KB)E' innanzitutto necessaria un'accurata vigilanza fitosanitaria atta ad impedire ulteriori introduzioni di vegetali infestati ed a ridurre l'espansione territoriale del dittero. Dovranno essere inoltre adottati provvedimenti di tipo agronomico, biologico e chimico, al fine di contrastare le eventuali infestazioni sulle diverse piante ospiti. In serra è opportuna la disinfestazione preventiva del terreno con vapore surriscaldato al fine di eliminare le eventuali pupe dell'insetto. Le erbe infestanti ubicate nei dintorni delle serre vanno soppresse in quanto possono costituire potenziali fonti di infestazione.

6 (jpg25.84 KB)Le piante da utilizzare per il trapianto non devono presentare tracce delle punture di nutrizione e di ovodeposizione o delle gallerie larvali. Nel corso della coltura dovrà essere controllato frequentemente lo stato fitosanitario delle piante per individuare tempestivamente quelle con attacchi iniziali ed adottare i provvedimenti di difesa più adeguati.
Nelle zone di coltivazione delle insalate è opportuno considerare i diversi livelli di suscettibilità varietale al fine di evitare la coltivazione delle varietà molto suscettibili durante i periodi di maggior attività dell'agromizide, sostituendole con varietà poco attaccate o con altri ortaggi.
Programmi di lotta biologica possono essere realizzati in coltura protetta con lanci dei parassitoidi Diglyphus isaea e Dacnusa sibirica. Interventi chimici, sulle colture ammesse, possono essere realizzati con ciromazina, abamectina, esaflumuron. Dopo ogni ciclo di produzione i resti colturali infestati vanno asportati e distrutti al fine di eliminare le larve e le pupe presenti e di ridurre potenziali fonti di infestazione.

Raccomandazioni

7 (jpg32.44 KB)Considerata la dannosità dell'insetto è opportuno ispezionare periodicamente le coltivazioni al fine di adottare i necessari provvedimenti di lotta per contenere lo sviluppo delle infestazioni. In caso di presenza di sintomi sospetti sulle piante in coltivazione, segnalarli e prelevare un campione da inviare al laboratorio di entomologia del Servizio Fitosanitario.

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ultima modifica 2017-11-03T20:43:00+02:00
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