Progetti per l'innovazione

Una frutticoltura ad hoc per il territorio appenninico come antidoto contro lo spopolamento

Grazie alla creazione di filiere efficienti. Pubblichiamo altri due video di presentazione dei Goi alla fiera Sana di Bologna

Una frutticoltura tagliata su misura per il territorio appenninico come antidoto contro lo spopolamento. E ciò è possibile creando filiere che lavorano insieme alla realizzazione di varietà ideali per la coltivazione in queste zone e in grado di fornire un riscontro economico agli agricoltori che così rimangono a presidio del territorio con vantaggi enormi per tutta la collettività e per l’ambiente in generale. 

Di questi temi si occupano i due progetti dei Gruppi operativi per l’innovazione Merr – Filiera Rosa romana ed Eco-frutta di cui oggi pubblichiamo i video girati dalla Regione Emilia-Romagna alla Fiera Sana tenutasi lo scorso settembre a Bologna.  

La valorizzazione della Mela Rosa Romana, antica varietà coltivata in Appennino da molti secoli che rappresenta un caso interessante di resilienza e di adattamento alle variazioni climatiche, è l’obiettivo del Goi “Mela Rosa Romana dell’Appennino bolognese: organizzazione e valorizzazione di una filiera di qualità in biologico (MERR - Filiera Rosa Romana)”. 

<<Il progetto – spiega nel video Luca Dondini dell’Università di Bologna Responsabile scientifico - ha un buon livello di avanzamento; abbiamo delle carte d’identità molecolari valide che possono aiutare i vivaisti nella corretta propagazione del materiale vegetale. Stiamo anche lavorando con gli impollinatori e riusciremo ad identificare tutte le migliori vecchie varietà che saranno compatibili con la Rosa romana. Grazie al progetto sarà possibile creare una struttura vivaistica a sostegno della propagazione della Rosa romana e dare anche un appoggio economico al territorio appenninico con una nuova fonte di reddito per gli agricoltori che potranno così rimanere a presidio di queste aree svantaggiate ed aiutare a scongiurare il rischio spopolamento>>.  

Il Crpv, ente capofila del progetto, sta seguendo tramite l’agronomo Claudio Buscaroli, gli agricoltori nelle fasi operative di messa a dimora delle piante e nella realizzazione dei nuovi frutteti di questa vecchia mela coltivata nell’Appennino da forse più di duemila anni e la cui coltivazione verrà rilanciata proprio grazie al progetto Goi.   

Genotipi innovativi di melo e di fragola

Nel secondo video Marzio Zaccarini del Consorzio italiano vivaisti (Civ), capofila del progetto “Eco-frutta: approcci di miglioramento genetico integrato alle filiere frutticole per lo sviluppo di varietà eco-sostenibili di melo e fragola”, ci ha descritto l’obiettivo principale del Piano: <<lo sviluppo di genotipi innovativi di melo e di fragola resistenti alle avversità e adattabili ai cambiamenti climatici. Il progetto è cominciato nell’ottobre del 2020 e terminerà nella primavera del 2023. Al progetto partecipano gruppi privati e pubblici e le prove pratiche delle nuove varietà verranno fatte in aziende agricole pedecollinari e collinari, zone svantaggiate dove pensiamo che questi genotipi possano dare il maggiore aiuto sia da un punto di vista economico per gli agricoltori che da quello di un minore inquinamento ambientale>>. 

Clicca qui per visualizzare e scaricare le relazioni presentate al Sana di Bologna allo stand della Regione Emilia-Romagna:

Goi Mela Rosa romana (pdf14.23 MB)

Goi Eco-frutta (pdf3.62 MB)

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