Nel 1880 un giovane agronomo emiliano, Giovanni Raineri, diplomato alla Scuola superiore di agricoltura di Milano, è chiamato a Bologna per insegnare in un istituto tecnico. Nella città emiliana Raineri si trova bene. Negli ambienti di Annibale Certani, Francesco Marconi e Carlo Berti Pichat scopre un humus favorevole. Ranieri, che ama molto scrivere, entra subito nella redazione delle rivista di agricoltura che il professore Francesco Botter, docente di estimo e di economia agraria all’Università felsinea aveva fondato nel 1864 sotto gli auspici della Associazione degli agrofili italiani col titolo «Giornale di agricoltura, industria e commercio del Regno d’Italia».

Nel 1880 la direzione della rivista è nelle mani del professor Moreschi, anche lui insegnante di agraria prima a Modena poi a Forlì. Due anni dopo Moreschi, chiamato a Roma, lascia la direzione a due valenti ingegneri: Alessandro Ferretti e Girolamo Chizzolini. Con Moreschi, Ferretti e Chizzolini, Raineri lavora per tre anni nella redazione di questa rivista, formando un’attitudine giornalistica di grande rilievo.

Nel 1883 il giovane agronomo torna a Piacenza. Ha appena ottenuto la cattedra all’Istituto tecnico ed è nominato segretario del Comizio agrario. L’attività professionale è cospicua, ma continua a collaborare anche alle riviste agrarie. E un occhio Raineri non lo può non dare alla vicina Milano, dove si è formato. La pubblicistica agraria è certo molto vivace anche nel capoluogo lombardo, ove si pubblica, sotto la direzione di Giorgio Chizzolini, "L’Italia Agricola", nata nel 1869 dalla fusione, voluta dalla Società agraria di Lombardia, di due periodici milanesi, "L’agricoltura" e "I Contadi". Organo ufficiale della Società agraria di Lombardia e della Società generale degli agricoltori italiani, monitore dei Comizi agrari, il periodico vanta collaboratori di chiara fama: da Gaetano Cantoni, primo direttore della scuola superiore di agricoltura di Milano ad Antonio Zanelli, attivo propugnatore dello sviluppo zootecnico, ad Angelo Pavesi, che dalla cattedra della scuola superiore di Milano avvia la chimica alle ricerche e alle applicazioni agrarie. Il programma del giornale, edito con frequenza quindicinale, viene delineato nel primo numero ed è fortemente influenzato dal suo fondatore che ne mantiene inalterata la linea. Con il 1884 il giornale diventa trimensile, mantenendo questa cadenza fino all’epilogo della gestione Chizzolini. 

La pubblicazione milanese, segnata da un indirizzo fortemente innovatore, si rivolge e si riconosce in quel gruppo di scienziati italiani che vanno assumendo un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’istruzione agraria.

A Bologna e a Milano, attorno alle due riviste, si va raccogliendo un nucleo omogeneo di agronomi e scienziati accomunati dalla volontà di imprimere una svolta moderna al sapere tecnico. Nel dicembre 1890 viene data notizia della fusione tra le riviste di Milano e di Bologna. Nasce così "Italia Agricola. Giornale di agricoltura del Regno", diretta da Ferretti e Chizzolini. Redattore principale è Giovanni Raineri. Il giornale, che ha due recapiti a Bologna, in via Cavaliera 18 e a Piacenza via San Nicolò 14, si pubblica il quindici e il trenta di ogni mese in fascicoli di 24 pagine in quarto, ricchi di incisioni e contenenti splendide tavole litografiche. Il disegnatore e l’artista «aiutano validamente lo scrittore nella dimostrazione dei suoi trovati e nella descrizione degli animali, degli strumenti, dei lavori e di quant’altro interessa al pubblico» (disegnatore ed incisore è Giuseppe De Stefanis, le litografie sono di Francesco Casanova).

Ai “lettori benevoli” viene assicurato che il giornale «raccoglie il fior fiore degli scrittori di cose agrarie italiane e ad ognuno ha affidato un argomento speciale di studi. Illustra con tavole a colori e disegni in nero frutti, animali, erbe e quant’altro all’esame dell’agricoltore torna utile descritto. Quasi sempre i disegni sono presi dal vero».

Il tutto disseminato nelle rubriche generali che sono: corrispondenza romana, notizie generali, notizie italiane, notizie estere; rassegna della stampa agraria estera, buoni esempi, lettere zootecniche, rassegna del commercio.

Nel 1891 esce a complemento, per forte volontà di Giovanni Raineri, il "Giornale di agricoltura della Domenica", che contiene un ricco notiziario amministrativo e commerciale. 

Nel 1892 la direzione della “Italia Agricola” – che raggruppa anche diverse testate locali e lega i tredici  Comizi agrari fondatori della Federconsorzi – si trasferisce a Piacenza «ove un fervore di idee nuove tendeva a dare impulso alla agricoltura all’infuori dell’opera dello Stato, o quanto meno a fianco di essa, mercè la unione degli agricoltori in associazioni cooperative. In quell’anno veniva appunto in Piacenza fondata la Federazione Italiana dei Consorzi agrari. Direzione del giornale e direzione della Federazione si univano in uno stesso spirito di idee e di opere. Insieme con la propagazione dei sistemi razionali di coltivazione della terra, stava il proposito costante di dare agli agricoltori italiani modo di rapidamente attuarli col mutuo insegnamento, con la possibilità di provvedere utilmente i mezzi all’uopo necessari, mercé la certezza della qualità e il soccorso del credito. Fu da quell’anno in poi e continua ad essere l’Italia agricola organo potente di preparazione delle masse rurali a fare di più e a progredire incessantemente». Nel 1896 Gerolamo Chizzolini lascia completamente la direzione a Raineri. 

Piacenza ha così, agli inizi degli anni Novanta dell’Ottocento, un suo quadro editoriale ben definito. In prima linea dunque "Italia Agricola" che si «pubblica in fascicoli quindicinali riccamente illustrati con disegni in nero e tavole e a colori, contenenti articoli di economia generale, note pratiche, relazioni di esperienze agrarie, rassegna della stampa, rassegna del commercio, risponde gratuitamente agli abbonati su tutti i quesiti d’indole agraria che gli vengono rivolti»

 Accanto a questa il "Giornale di agricoltura della Domenica" «è un foglio settimanale di otto grandi pagine, riccamente illustrato e contiene letture varie, articoli sulle più importanti questioni del giorno, notizie di sport, bibliografie, faccende domestiche, passatempi, rassegne commerciali, articoli di scienze applicate»

"Italia Agricola" è il solo giornale che pubblica regolarmente tavole cromolitografiche. Alle tavole «affidiamo il compito di dare precisa e completa conoscenza delle buone varietà di piante coltivate, delle razze pregevoli di animali, delle malattie delle piante e degli animali e di ogni altra cosa che non possa essere efficacemente descritta se non ponendo sotto gli occhi del lettore il disegno colorato, tratto dal vero».

Molte sono le rubriche. Risposta ai quesiti «dà affidamento di serietà e di attendibilità alla rubrica, grazie al potere di fare assegnamento sull’opera dei collaboratori dimoranti nelle più diverse regioni d’Italia e specialisti per ciascuna materia». Nelle Note pratiche «abbiamo voluto che esse riuscissero sempre di attualità e che fossero, piuttosto che un nudo elenco delle operazioni di stagione, un insegnamento completo di pratica agraria, con speciale riguardo alle operazioni di maggiore importanza (memoriale del coltivatore, del Vignaiolo, del Cantiniere, dell’Allevatore)». 

Nelle Esperienze agrarie «i nostri collaboratori tengono al corrente dei risultati delle prove ed esperienze che vanno ognora moltiplicandosi in Italia, mercè delle Scuole e delle Cattedre». Completano il giornale un articolo di fondo sopra argomenti di attualità, di ordine economico, legislativo o sociale, articoli di testo sopra argomenti strettamente agrari, una Rassegna della stampa che riassume le più importanti novità agrarie italiane ed estere ed una rassegna del commercio mira a dare una idea sintetica delle condizioni del mercato.

All’inizio del Novecento "Italia Agricola" subisce un notevole miglioramento tipografico. Cambiano i caratteri, di corpo leggermente più piccolo e sono utilizzati diversi tipi di carta, l’una eguale a quella usata per gli abbonamenti cumulativi ridotti; l’altra migliore per gli abbonamenti interi colla tavola cromolitografia. E dal momento che la maggior parte degli abbonati conserva la collezione del giornale, era «doveroso che ci assicurassimo, in modo assoluto, che il giornale giungesse a destino in ottimo stato: abbiamo per ciò applicata alla tavola a colori un foglio di carta velina, e aggiunto un cartoncino che risparmierà al giornale le troppo frequenti avarie postali».

A conseguire il miglioramento tipografico la direzione è coadiuvata dalla stamperia Porta. Giovanni Raineri tiene la direzione fino al 1906, seguito da Emilio Morandi, già animatore, con Angelo Alpe, dell’attività culturale della Federazione e dal 1927 da Giuseppe Tassinari, insegnante di economia rurale nel Regio Istituto agrario di Bologna, fondatore della moderna scuola italiana di economia e politica agraria. Anche nel primo dopoguerra si registrò un’intensa attività editoriale.

"L’Italia Agricola" e "Il Giornale di agricoltura della  Domenica" divengono i “massimi diffusori” delle scienze agrarie, difensori dei propositi degli agricoltori imprenditorie propulsori del movimento economico-sociale delle campagne. Si apre, con i due periodici, il primo destinato agli scritti di attualità scientifica economica e tecnica, il secondo di cronaca politica e informativa propagandistica, una palestra di utili notizie e spesso di vivaci polemiche - anche con gli annuali almanacchi - di suggerimenti in tutti i settori agricoli e delle industrie associate.

"Italia Agricola" ha sempre autorevolissimi collaboratori come Vittorio Alpe, Antonio Bizzozero, Oreste Bordiga, Domizio Cavazza, Tito Poggi, Jacopo Ravà, Antonio Sansone, Domenico Tamaro, Arrigo Serpieri, Angelo Alpe, Giuseppe Ravasini e Antonio Donà delle Rose; su queste colonne troviamo infatti il meglio della scienza e delle tecnica agraria, dell’economia politica e delle scienze attinenti all’“arte” dei campi.

Nel 1922 si aggiunse ai due periodici il mensile Leggi e decreti di interesse agrario, affidata a una speciale sezione delle attività culturali della Federazione, chiamata Ramo editoriale degli agricoltori, che cura anche la pubblicazione di volumi scientifici e di volgarizzazione pratica di economia e di tecnica agraria. Il tutto potenziato dalla Commissione di studi tecnici ed economici della Federazione, presieduta da Arrigo Serpieri il quale, succeduto a Vittorio Niccoli nell’insegnamento alla Scuola Superiore di agricoltura di Milano e poi a Firenze, alla Scuola superiore forestale, era da tempo assiduo collaboratore dei periodici.

di Daniela Morsia - Referente Biblioteca comunale Passerini-Landi di Piacenza

Fonti: Giornale di agricoltura della Domenica, L'Italia Agricola (o Italia Agricola)

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