Banchi e tavoli di ogni forgia, cassettine, piatti eleganti, alzate artistiche: le collezioni di frutta presentate come opere d’arte. A Ferruccio non pare quasi vero: quello che sta vedendo è il coronamento di tanti anni di sforzi ed impegno. Dalle castagne alle mandorle ai fichi d’India, dalle pere all’uva, un trionfo di saperi e di sapori che si incontrano in sale affollatissime.

La grande mostra di frutta di Trento del 1924

Siamo nel settembre del 1924 ed è in programma a Trento, presso le sale di Palazzo Crosina-Sartori,  una grande mostra nazionale di frutta che vede la partecipazione di molte province italiane. Come reporter del “Giornale di agricoltura della domenica” vi è un giornalista d’eccezione: Ferruccio Zago. Ferruccio ha un impiego dirigenziale alla Montecatini di Roma e una libera docenza di agronomia alla Scuola superiore di agricoltura di Milano. Ma, per venti anni, dal 1897 al 1919, è stato direttore della Cattedra Ambulante di Piacenza. Formatosi alla Scuola di orticoltura e pomologia di Firenze, ha dedicato un grandissimo impegno allo sviluppo della frutticoltura industriale italiana. Quante ore passate a scrivere articoli sulle riviste della Federconsorzi, quante giornate in giro per Piacenza e per tutta la regione, con lezioni tenute direttamente sugli alberi da frutto per mostrare agli agricoltori una corretta potatura. Ora Zago insegna con cattedra e lavagna, ma quegli anni passati in giro per campi e frutteti non li ha mai dimenticati. A Trento si aggira per gli stand e scatta foto, un’altra sua grande passione.  

Il perfetto assortimento di mele di una ditta di Merano è qualcosa di ammirevole, ma ancora più creativo è lo stand della provincia di Ravenna. Oltre alla Cattedra Ambulante, ci sono le aziende del Bonfiglioli e di Camillo Borgnino che ottiene uno dei riconoscimenti più ambiti: il premio del Re. Nello stand di Ravenna sono soprattutto le pere a fare bella mostra di sé. Sono presenti diverse varietà: Passe Crassane, Bergamotta Esperen, Decana d’Inverno, Willliam, Butirra Clairgeau, Butirra di Hardenpont e Curato.

In occasione dell’esposizione si tiene anche, nelle giornate del 21 e 22 settembre, un importante congresso pomologico al quale partecipano molti esperti. Ospite di riguardo è l’ampelografo e pomologo vicentino Girolamo Molon. Zago e Molon, entrambi veneti, si conosco da tempo. L’incontro di Trento è anche l’occasione per ricordare una straordinaria esperienza editoriale promossa dalla Federconsorzi negli anni Ottanta e Novanta dell’Ottocento: la campagna scientifica di comunicazione, firmata prima da Molon poi da Zago, sulle “varietà di piante da frutto raccomandabili per le coltivazioni nell’Alta Italia”, sfociata nella pubblicazione sulle pagine della rivista “Italia Agricola” di splendidi articoli dedicati alle diverse varietà, corredati da tavole a colori.

La mostra agraria di Piacenza del 1902

Le pere sono grandi protagoniste delle pagine delle riviste della Federconsorzi. È in particolare nei primi decenni del Novecento che conquistano spazi importanti. In occasione della Mostra agraria organizzata nel 1902 a Piacenza per festeggiare il decennale della Federconsorzi, è organizzata una mostra campionaria di frutta. Le pere – ben 58 varietà – sono le star all’interno dello stand della Scuola di pomologia di Firenze. Dal capoluogo toscano arriva Vincenzo Antonio Sebastiano Valvassori, faentino di nascita e fondatore, nel 1882, della Scuola di pomologia ed orticoltura di Firenze, presso cui lo Zago si era formato. Valvassori è accompagnato dalla moglie Carolina Franceschinis, che di lì a qualche anno prenderà la direzione della Scuola agraria femminile “Giuseppina Alfieri di Sostegno Benso di Cavour” aperta a ragazze di età compresa tra i sedici e i venticinque anni. Nella mostra piacentina del 1902 di rilievo è anche l’esposizione curata dalla Scuola agraria di Grumello del Monte. Colpisce l’attenzione di tutti i visitatori un’elegante piramide opera del capo coltivatore Alfredo Basi. 

È a partire da quegli anni che Zago inizia a sottolineare nei suoi articoli l’importanza delle mostre campionarie e del buon allestimento della frutta: “la vista delle belle tinte e il profumo solleticante che emana dagli scaffali riesce di solito a stimolare e ad appassionare i visitatori alla utile e piacevole arte del frutticoltore. L'agricoltore che esamina una bella mostra campionaria di frutta impara a conoscere e distinguere le principali varietà più raccomandate e ne apprezza i pregi, potendo istituire confronti e fare assaggi. E fra i visitatori non mancano le signore, le quali, di solito, si dedicano alle piccole industrie campestri, fra le quali la frutticoltura dovrebbe occupare uno dei primi posti” (Per la buona frutticoltura. Le mostre campionarie, “Giornale di agricoltura della domenica, 6 ottobre 1903). 

Sono anni, quelli a partire dal primo Novecento, in cui la frutticoltura – e la coltivazione del pero in particolare – assume importanti sviluppi. Le pere conquistano pagine pubblicitarie, come quella dello stabilimento ortofrutticolo di Gaetano Bonfiglioli; prendono spazio nei riquadri delle prime pagine come la particolare pianta di Castione Marchesi, ed inserti a carattere più strettamente tecnico che dimostrano come il frutteto si inserisca nel contesto di un nuovo paesaggio agrario.

I frutteti specializzati divengono occasione di gite d’istruzione e di studio, come il podere Cascinetta di Massalombarda  di proprietà dell’ingegner Camillo Borgnino che nel 1915, dopo aver risanato una palude di circa 16 ettari, pianta 800 peri delle più pregiate varietà invernali. Ed è proprio questa azienda di Massalombarda ad ottenere importanti riconoscimenti alla mostra di frutticoltura di Alessandria dell’agosto 1922.   

Vengono esposte varietà di pero autunno-invernine (dalla Butirra alla Decana alla Passa Crassana), esemplari “avvolti nei sacchetti di carta, a dimostrare l’applicazione di una pratica ottima nelle coltivazioni delle frutta da lusso, poiché il sacchetto di carta oltre a preservare il frutto dagli attacchi del baco fa sì che la polpa divenga più zuccherina e saporita e il colore esterno più bello e delicato” (La mostra di frutticoltura di Alessandria, in “Giornale di agricoltura della domenica”, 15 ottobre 1922).

di Daniela Morsia - Referente Biblioteca comunale Passerini-Landi di Piacenza

Fonti: Giornale di agricoltura della Domenica, L'Italia Agricola (o Italia Agricola)

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