Tra frutteti e latterie, l’Emilia-Romagna in mostra a Milano

Un numero della rivista L'Italia Agricola dedicato alla cooperazione in occasione della Fiera campionaria di Milano del 1932

Siamo a Milano, nel 1932. All’interno della Fiera Campionaria, una delle più grandi manifestazioni produttive e commerciali d’Italia, viene allestita la prima Mostra della cooperazione rurale. L’occasione è importante. La Fiera si tiene tra il 12 e il 27 aprile 1932 e la direzione della “Italia Agricola”, decide di far uscire un numero speciale. Il fascicolo – annuncia la direzione - vuole essere "nello stesso tempo una illustrazione ed un commento della Mostra di Milano e una specie di vivo ed interessante bilancio di quello che nel campo cooperativo agricolo è stato compiuto, nonché una indicazione di quello che si intende compiere nell’avvenire". Dalla cantine alle latterie, dai consorzi alle cooperative di esportazione di frutta: in una cinquantina di pagine viene ripercorsa la storia della cooperazione italiana. I contributi, firmati da autorevoli tecnici e politici, danno conto dello sviluppo economico e sociale del settore cooperativo che in Emilia-Romagna ha sicuramente un peso rilevante. Ma il numero monografico della rivista consente pure di mettere a fuoco l’evoluzione di una comunicazione agraria che in quaranta anni, dall’ultimo decennio dell’Ottocento ai primi anni Trenta, ha cambiato decisamente veste, modalità e strumenti.

Copertina della rivista L’Italia Agricola, marzo 1932 dedicata alla cooperazione degli agricoltoriPartiamo dalla copertina a colori. È affidata al giovane pittore parmigiano Erberto Carboni. Classe 1899, diplomato all’Istituto di Belle Arti di Parma, grafico pubblicitario e illustratore, Carboni, già collaboratore della Federconsorzi, lavora a Milano nello studio di Antonio Boggeri, uno dei primi maestri della comunicazione in Italia. Proprio agli inizi degli anni Trenta, la firma di Carboni inizia ad essere conosciuta nell’ambiente milanese e non solo. Suoi manifesti campeggiano anche all’interno di un’altra area della Fiera campionaria, dove è allestita - con foto, cartelloni, vetrine e cartoni animati provenienti da tutto il mondo - la Mostra internazionale della pubblicità per il consumo dei prodotti agricoli. Qui, a fare da “scuola”, sono le campagne pubblicitarie degli Stati Uniti che, da anni, stanno investendo ingenti risorse nelle pubblicità collettive dei prodotti esportati. Ma anche i manifesti di Carboni - che evidenziano le proprietà benefiche di agrumi e pomodori – iniziano ad essere molto apprezzati.

A. Calzecchi Onesti, Pubblicità collettiva per il consumo di determinati prodotti tratto da L’Italia Agricola, marzo 1932 Antonio Calzecchi Onesti, Pubblicità collettiva per il consumo di determinati prodotti tratto da L’Italia Agricola, marzo 1932


Ed è proprio la frutta – e quella dell’Emilia-Romagna in particolare – a farla da padrona in tutto il numero monografico della rivista. La maggior parte delle foto che corredano il testo sono opera dei redattori della Federconsorzi e non portano la firma. Fanno eccezione le fotografie a tutta pagina di un pergolato di susini di un “moderno frutteto dell’Emilia” siglate Orsini, riconducibili con ogni probabilità ad Armando, fotografo attivo a Bologna in quegli anni. 

Pergolato di susini Burbank nell'Emilia tratto da L'Italia Agricola, marzo 1932

Esempio di produzione eletta di susine Burbank tratto da L'Italia Agricola, marzo 1932


Poi ecco che arriva uno dei temi più dibattuti alla Fiera di Milano: la pubblicità fotografica dei prodotti destinati al commercio nazionale ed internazionale. Pere e mele, alcune delle quali tagliate a metà per mostrarne l’interno, conquistano il primo piano di immagini particolarmente nitide, scattate da professionisti. Certo non mancano piatti e cestini, ma ora rivestono, rispetto al passato, una funzione più decorativa. 

Pere tratto da L'Italia Agricola, marzo 1932

Mele tratto da L'Italia Agricola, marzo 1932

            Cesto di frutta mista tratto da L'Italia Agricola, marzo 1932


Nella vendita e nel commercio, un passaggio importante è rappresentato dal confezionamento. Ed in questo i frutticoltori emiliani e romagnoli sono davvero maestri. Basta dare un occhio alle grandi casse di asparagi uscite dal Consorzio agrario di Rimini. Si tratta di un Consorzio che negli ultimi anni molto ha investito nell’incremento della coltura dell’asparago nella sabbia. I risultati ottenuti sono notevoli, con una produzione in crescita, in grado di conquistare il mercato londinese. A confezionare queste casse sono laboriose operaie qui ritratte in pose decisamente eleganti.

Confezionamento asparagi del Consorzio agrario di Rimini

Presentazione asparagi commercializzati dal Consorzio agrario riminese


Pesche confezionate dalla Cooperativa frutticoltori di MassalombardaIn questa galleria non può mancare una cassetta di pesche confezionata dalla Cooperativa frutticoltori di Massalombarda, una zona dove la cooperazione è particolarmente rilevante. E l’obiettivo del fotografo rende omaggio a questa realtà cogliendo, in una particolare foto dall’alto, l’uscita delle operaie, dopo una giornata di intenso lavoro. In primo piano anche un uomo in bicicletta pare sorpreso dell’obiettivo. 

Uscita operaie dalla Cooperativa frutticoltori di Massalombarda


Si tratta di una documentazione fotografica di estremo interesse che dà testimonianza della ripartizione delle mansioni di lavoratrici e di lavoratori, dei macchinari in uso, dei marchi che contrassegnano le cassette e dei luoghi, esterni ed interni, delle fabbriche. Presso il Consorzio agrario cooperativo di Cesena un gruppo di giovani donne confeziona cassette di ciliegie.

                      Confezionamento ciliegie nel Consorzio agrario cooperativo di Cesena


Al Consorzio Agrario di Rimini, tre ragazze mostrano la calibratrice Poletti-Tondini all’interno della fabbrica, mentre gli uomini sono impegnati fuori nel caricamento di cassette di pesche.

Calibratrice Poletti-Tondini nel Consorzio agrario cooperativo imolese Caricamento delle pesche su vagone nel Consorzio agrario cooperativo di Imola


Frutteto dell'Emilia tratto da L'Italia Agricola, marzo 1932Il capitolo dedicato alla cooperazione tra produttori nel campo ortofrutticolo è tra i più cospicui. Ci sono foto di frutteti che caratterizzano il paesaggio, ma anche primi piani di innovative macchine come la selezionatrice meccanica della frutta di Massalombarda.

Selezionatrice meccanica della frutta tratto da L'Italia Agricola, marzo 1932


Nuove architetture caratterizzano i luoghi della cooperazione. Due uomini con il tabarro guardano l’obiettivo davanti ai magazzini del Consorzio agrario cooperativo di Parma.

        Magazzini della sede del Consorzio agrario cooperativo parmense


Sono “solitarie” le facciate dell’edificio della cantina sociale di San Martino del Rio (Reggio Emilia) o del caseificio sociale della Tenuta Santa Marta di Modena.

Cantina sociale di San Martino in Rio tratto da L'Italia Agricola, marzo 1932 Caseificio a vapore Tenuta Bosco Santa Marta a Modena


Qui l’occhio del lettore può prestare attenzione anche alle insegne che tanta parte hanno avuto nella caratterizzazione degli edifici legati alla trasformazione dei prodotti agrari. Decisamente “popolata” è infine la foto della cremeria sociale di Nonantola ove si vedono operai intenti a manovrare bidoncini e un furgoncino per il trasporto. 

       Cremeria sociale di Nonantola in provincia di Modena tratto da L'Italia Agricola, marzo 1932


di Daniela Morsia - Referente Biblioteca comunale Passerini-Landi di Piacenza

Fonti: Giornale di agricoltura della Domenica, L'Italia Agricola (o Italia Agricola)

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ultima modifica 2024-04-17T15:12:38+01:00
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