La voce del Delta Padano e le terre nuove
La secolare lotta per la bonifica e la messa a coltura delle grandi estensioni di terreni occupati dalle acque coincide, in buona parte, con la storia dell’agricoltura emiliano–romagnola. Il paesaggio delle cosiddette “terre basse”, le zone più vicine al fiume Po ed ai rami del suo delta, ha dominato incontrastato per secoli tutto il territorio costiero tra Ravenna e Ferrara con valli e specchi d’acqua dolce o salmastra plasmandone gli insediamenti umani, la viabilità e l’economia nel suo complesso.
L’imponente processo di trasformazione territoriale, sociale ed economica, di tutta la zona fu iniziato nei primissimi anni Cinquanta del secolo scorso nell’ambito di quel processo di ristrutturazione fondiaria che nel secondo dopoguerra coinvolse numerose aree della Penisola e che in Emilia-Romagna si concretizzò con l’istituzione nel 1951 dell’Ente per la colonizzazione del Delta Padano per gestire, nei territori del Delta, la riforma agraria sulla base della “legge stralcio” dell’anno precedente.
Nel 1953, con l'obiettivo di divulgare tra gli assegnatari delle terre le notizie sulla cooperazione in rapporto alla riforma agraria, nacque il giornale "La voce del Delta Padano".
E oggi, a 70 anni dalla "grande trasformazione", con una serie di articoli ripercorreremo le pagine della rivista per riportare alla memoria le attività e il lavoro, ma anche i sogni e le speranze, delle donne e degli uomini che in tanta parte contribuirono a ridisegnare completamente quei territori.