La cooperazione fra assegnatari nelle aree della riforma fondiaria
L'associazione degli assegnatari come ultimo atto della riforma agraria
Di cooperazione si parla già a pagina 4 del primo numero della Voce del Delta Padano del 1953 con la seguente introduzione “La méta ultima che la realizzazione della riforma fondiaria si propone ( articoli 22 e 23 della Legge n. 239 del 12/5/1950), attraverso l'applicazione di una assidua assistenza economica e finanziaria e di istruzione professionale agli assegnatari, è la graduale applicazione del principio associativo a base cooperativistica, per mezzo del quale le piccole proprietà siano messe in condizione di realizzare con la capitalizzazione del loro lavoro, i vantaggi del progresso economico-tecnico, nell'interesse dei coltivatori stessi e della produzione nazionale."
La cooperazione è dunque ritenuta uno strumento necessario nella complessa opera di miglioramento delle condizioni economiche e sociali degli assegnatari.
La prima cooperativa nelle zone della riforma fondiaria viene costituita a Mesola in data 19 novembre 1952 con la seguente ragione sociale "Cooperativa di Assistenza e Servizi fra Assegnatari di Campagne di Mesola – Soc. Coop. a r. l."
Le cooperative di questo tipo saranno sempre individuate con l'acronimo C.a.s.a.
Nel Consiglio di amministrazione di C.a.s.a. Mesola vengono eletti: Bertarelli Lino come Presidente e Folegatti Faustino come Vice Presidente; i consiglieri sono: Aguiari Selvino, Forzatti Romildo, Gibbini Gardino, Gnani Zafferino, Granini Severino; il collegio sindacale è composto dal rag. Ercole Grillini come Presidente, membri effettivi sono: Cappelli Manilo e Maccapani Ennio, membri supplenti sono: Cappelli Gelmino e Roma Primo.
Nell'articolo viene inoltre viene annunciato che "Nei prossimi mesi, a Mesola e negli altri Centri di colonizzazione, sorgeranno altre cooperative fra assegnatari, i quali per legge, hanno l'obbligo, per la durata di 20 anni dalla stipulazione del contratto di vendita, di far parte delle cooperative che l'Ente promuove e costituisce. L'inadempienza di tale obbligo importa la decadenza dell'assegnazione che è pronunciata dall'Ente"
Una scelta legislativa molto forte ma anche con la consapvolezza che saranno necessari importanti investimenti da parte Ente di riforma e dunque dello Stato per realizzare adeguate strutture ad uso delle nuove cooperative e soprattutto interventi capillari di formazione per preparare gli assegnatari a questi altrettanto nuovi e complessi compiti.
Per C.a.s.a. Mesola è scritto "Verrà indetto, a cura dell'Ente, un corso gratuito di formazione per Dirigenti e soci di cooperative." Viene poi specificato che "Tutti gli assegnatari o futuri assegnatari, che siano in possesso della licenza elementare e che ritengano di avere possibilità di frequentare tale corso, possono iscriversi."
Il corso si svolgerà nel Castello di Mesola a partire dal 23 gennaio 1953 e in un articolo del secondo numero della rivista è riportato che "L'inizio del Corso è stato molto promettente poichè allo stesso si sono iscritti ben 52 assegnatari, i quali dimostrano notevole interesse ad apprendere le nozioni che sono oggetto delle lezioni" Le lezioni si svolgono di venerdì dalle 16 alle 18 e di sabato dalle 14 alle 17 e il corso si chiuderà il 27 e 28 marzo 1953 con interrogazioni e prove finali.
Gli scopi sociali delle future cooperative tra assegnatari e quindi anche della C.a.s.a. di Mesola, già costituita, sono elencati e descritti a pagina 4 del numero 4 del 1953 della Voce del Delta Padano.
I compiti che saranno gradualmente affidati alle cooperative sono i seguenti:
– gestione dei circoli di ritrovo, degli spacci di consumo e dei forni rurali, con particolare riferimento alle nuove borgate rurali, che presto saranno costruite dall'Ente;
– gestione degli acquisti collettivi di sementi, concimi, antiparassitari e in generale dei mezzi di produzione agricola, necessari nella conduzione della piccola proprietà, con una evidente maggiore possibilità di spuntare prezzi più competitivi;
– vendita di alcuni prodotti agricoli come ad esempio bietole, pomodori, riso con contratti collettivi, anche in questo caso una gestione comune permetterà una maggiore tutela e garanzia di crescita del singolo ma anche e soprattutto delle comunità in via di costituzione;
– acquisto e gestione in comune di trattori e macchine agricole per fornire ai soci attrezzature moderne e tecnicamente di livello elevato, capaci di ridurre i tempi di lavoro e migliorare la qualità dei prodotti, anche queste sono spese che singolarmente non sarebbero affrontabili;
– lavorazione e trasformazione in comune di prodotti agricoli con la successiva eventuale vendita sempre in comune dei prodotti ottenuti dalla trasformazione. Per perseguire questo obiettivo saranno realizzate piccole cantine sociali per la trasformazione dell'uva in vino, magazzini frigoriferi per la conservazione della frutta e piccole latterie sociali per la trasformazione del latte. Anche in questo caso come nel precedente il singolo non sarebbe in grado di ammotizzarne le ingenti spese di acquisto delle attrezzature necessarie;
– gestione di mutue assicurative per il bestiame e la grandine, con premi annui inferiori a quelli richiesti dalle compagnie di assicurazione e con il vantaggio che i premi versati in caso di mancato sinistro non sono persi ma vanno ad aumentare il fondo di garanzia di proprietà della cooperativa;
– gestione di centri di fecondazione artificiale, di vivai ed anche dell'attività assistenziale come ad esempio le colonie.
I compiti che le cooperative di assegnatari dovranno svolgere sono dunque tanti ed anche piuttosto complessi.
Si ha da subito la consapevolezza che servirà tempo per un pieno e completo funzionamento delle nuove istituzioni.
A pagina 4 del numero 2 della rivista è introdotto il tema di una necessaria gradualità nel passaggio delle funzioni, viene scritto " il Legislatore, per le cooperative tra assegnatari, ha stabilito la gradualità di passaggio alle stesse, di tutte le funzioni demandate alle cooperative, per permettere, nel frattempo, che i soci e particolarmente i dirigenti sviluppino la loro coscienza cooperativa, ed imparino con un periodo più o meno lungo di tirocinio sotto la guida sicura e disinteressata dell'Ente a diventare bravi e capaci amministratori e tecnici delle loro cooperative"
Nel corso del 1953 l'obiettivo di riunire gli assegnatari in cooperative viene raggiunto in diverse località della riforma sia in Veneto che in Emilia-Romagna e precisamente nelle seguenti date vengono costituite le cooperative C.a.s.a. di:
– 30 aprile, Oca di Taglio di Po
– 30 aprile, Ca' Mello di Porto Tolle,
– 6 maggio, Bosco Mesola,
– 18 giugno, Copparo,
– 24 luglio, Loreo.
Questa sarà una attività che continuerà negli anni successivi e opererà per lungo tempo nelle zone interessate dalla Riforma, raggiungendo molti degli obiettivi inizialmente previsti.
di Luciana Finessi
Fonti: La Voce del Delta Padano
Le immagini a corredo dell'articolo sono tratte dalla rivista "La Voce del Delta Padano" e dall'Archivio fotografico dell'Ente Delta Padano.
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