Sfogliando i vari numeri della rivista a pagina 4 del numero 8 del 1953 (primo anno di pubblicazione) si trova l'articolo: "Missionarie a Mesola – Nella lotta contro l'ignoranza, la miseria e la incomprensione, si compie il lavoro generoso e nascosto delle nostre assistenti sociali". Il titolo ci da già molte informazioni.

L'Assistente sociale sarà una figura importante per il miglioramento generale delle condizioni di vita della famiglia dell'assegnatario. Nell'articolo è scritto: "Uscite da una scuola di assistenza sociale, queste signorine sono venute qui ad affiancare l'opera di Riforma dei tecnici dell'Ente Delta Padano perchè accanto a una trasformazione di strutture e di rapporti sociali, si sentiva la necessità di una riforma morale e civile".

A Mesola sono due e all’inizio la diffidenza nei loro confronti fu tanta. "Da quando vennero a Mesola molte cose hanno imparato queste assistenti sociali. Anzitutto, a vincere la diffidenza della popolazione, a superare la difficoltà di introdursi nelle case, a stabilire rapporti di cordialità, di amicizia, di fiducia con le mamme, con le spose".

Ma le signorine, come venivano chiamate, con piccole strategie riuscirono a vincere la diffidenza, cercando in primo luogo di conquistare i più piccoli. "E per giungere a ciò hanno infilato la via più sicura che è quella di farsi amici, per primi, i bambini.

Ne' fu questa una facile impresa e ci vollero tutti gli accorgimenti , tutta la pazienza di una donna per ammansire quei piccoli selvaggi che a ogni momento sfuggivano di mano.

Sono occorse parecchie caramelle per i più piccini, risposte pronte, sicure ed esaurienti alle domande dei più curiosi; vincere il più grande nella corsa ed incantare le bimbe con fantastiche storie di maghe e di fate".

E solo quando sarà chiaro che “le assistenti sociali andavano solo a dare, mai a chiedere" il muro della diffidenza crollerà definitivamente e le signorine potranno svolgere il loro lavoro nel comprensorio di Mesola, Bosco Mesola, Goro e Gorino "Erano venute dalla grande città, abituate ai comodi di quella vita e avevano dovuto assoggettarsi a questa nuova vita, che aveva del militaresco e del francescano".

Nel titolo dell'articolo sono addirittura definite "missionarie"  e il lavoro che svolgono è molto vario, va dal consigliare come ottenere la pensione di vecchiaia o di reversibilità, "a convincere la madre a frequentare il consultorio materno; a predicare in tutte le forme e lingue la pulizia e l'igiene", a convincere le famiglie che l'istruzione è importante e che i figli devono andare a scuola, ad organizzare corsi di taglio e di ricamo, fino ad assistere le donne durante il parto e soprattutto "L'infanzia del Delta assorbe gran parte della vigile ed affettuosa cura delle Assistenti sociali".

Una frase dell'articolo mi ha colpita particolarmente riguardo al loro lavoro: “ciò, oltre a numerose indagini di carattere igienico sanitario, statistico ecc. che i tecnici dicono essere state fatte con serietà, esattezza e rara competenza". Di fatto erano quindi delle "osservate speciali" non solo per la popolazione locale ma anche per i colleghi maschi, che operavano nello stesso territorio e che addirittura sembrano essere stupiti delle loro capacità.

Le signorine diventeranno nel tempo un importante punto di riferimento. “Nel loro ufficio è un continuo andirivieni di contadini assegnatari che hanno bisogno delle cose più disparate, di donne che vanno a raccontare tutte le loro difficoltà e le loro disgrazie familiari, di fanciulle che vanno ad imparare a ricamare”. Il loro lavoro sarà ritenuto molto efficace: “Grave era il loro compito ed esse, con la loro grazia femminile, seppero assolverlo talmente bene da riscuotere non solo il plauso dei dirigenti dell'Ente, ma anche il pieno consenso della popolazione.”

Delle assistenti sociali si parla anche a pagina 3 del numero 11 della rivista sempre nel 1953 l'articolo è intitolato: “Università del Delta a Pomposa. Le assistenti sociali frequentano un corso di preparazione ai problemi della riforma”.

Il corso si svolge nella scuola di Pomposa dell'Ente Delta Padano e partecipano: 10 diplomate della Scuola di Servizio Sociale di Bologna, 1 della scuola di Venezia e 2 della Scuola di Padova.

Il corso ha come obiettivo di integrare le conoscenze scolastiche teoriche con la realtà dei territori della riforma del Delta del Po.

Alle alunne viene illustrata la legge stralcio e la sua applicazione nell'area del Delta, tra gli insegnanti ritroviamo anche le "signorine di Mesola", che, con l'esperienza acquisita durante la loro attività, possono portare esempi concreti e illustrare la parte pratica del complesso lavoro, che dovranno svolgere le assistenti sociali in questa area.

La rivista stessa sarà nel tempo sempre più uno strumento a supporto della loro attività con articoli specifici sulla cura della casa e dei bambini degli assegnatari. Uno strumento quindi che tratterà i vari aspetti della riforma, quelli tecnci ma anche quelli non meno importanti della crescita culturale e sociale.

Viene ribatito anche a pagina 3 del numero12 del 1954 dove è riportata una foto, che ritrae un gruppo di giovani assegnatarie in gita Venezia, ed è scritto: “L'opera di assistenza sociale che l'Ente svolge in mezzo agli assegnatari accompagna la realizzazione della riforma e ne completa la parte tecnica indirizzandola al fine primario di essa che è l'elevazione dell'uomo, soggetto e non oggetto della riforma stessa”.

Un contributo importante quindi per la piena realizzazione degli obiettivi della riforma quello svolto dalle "signorine", venute dalla città e abituate agli agi, le quali hanno saputo adattarsi alle nuove condizioni e sono riuscite con la loro intuizione e professionalità a conquistare la stima delle famiglie assegnatarie ma anche dei colleghi amministrativi, tecnici e dirigenti dell'Ente di Riforma del Delta del Po.

di Luciana Finessi

Fonti: La Voce del Delta Padano

Le immagini a corredo dell'articolo sono tratte dalla rivista "La Voce del Delta Padano" e dall'Archivio fotografico dell'Ente Delta Padano.

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