Santa Giustina, il primo borgo di servizio centro di vita e di lavoro
La nuova organizzazione con abitazioni singole, sparse sul territorio e vicine ai terreni da coltivare, pone l'esigenza di creare, per comprensori ben definiti, dei centri con i principali servizi per le nuove comunità: nascono così “I borghi di servizio”.
Questi dovranno essere facilmente raggiungibili dagli assegnatari e nel borgo di servizio ci dovranno essere almeno: la Chiesa con relativa canonica, l'asilo, la scuola elementare, un circolo di ritrovo, uno spaccio ed un ambulatorio.
Nell'articolo “Edilizia rurale nel Delta. Nelle langhe desolate sorge il borgo di servizio centro di vita e di lavoro” a pagina 3 del primo numero della Voce del Delta Padano è scritto “Quindi ogni borgo di servizio che sorgerà nel Delta avrà una sua fisionomia ben definita funzionalmente in quanto relativa ad una certa forma agricola di conduzione (conduzione a colonia familiare in cascine sparse) avente un nucleo di servizi indispensabili e pertinente ad una superficie fissa di territorio coltivabile. Ma non si tratterà di borghi standard; le condizioni ambientali, fisiche e sociali saranno determinate nelle singole progettazioni.
A questi criteri si uniforma il nuovo borgo che l'Ente Delta Padano costruirà nel prossimo futuro tra Mesola e Goro” si tratta di Santa Giustina nel comune di Mesola.
Nel numero 14 della voce del Delta Padano del 31 luglio 1954 l'articolo in prima pagina ha come titolo “Sorge un nuovo centro di vita nel nome di Santa Giustina” e si racconta dell'inaugurazione del Borgo, che si trova vicinissimo a Torre Abate, imponente costruzione estense del '500 per regolare lo scolo delle acque del territorio.
Il 15 luglio 1954 all'inaugurazione del borgo sono presenti il Ministro Medici, accompagnato dal Prefetto di Ferrara avvocato Pianese e gli onorevoli: Franceschini, Cibotto, Romanato, Gorini e De Marzi. Sono presenti anche il vescovo di Comaccho Monsignor Mosconi e il Questore di Ferrara, oltre al progettista Pierluigi Giordani e al Direttore dell'Ente Delta Padano Lavecchielli, che illustra “le caratteristiche del modernissimo e razionale centro di servizi sito a mezza strada fra il vecchio centro estense di Mesola e Goro. In questa zona di circa 1500 ettari l'Ente ha creato nuove sedi di vita rurale troppo distanti dai due predetti centri, questi oramai non potevano più servire alla popolazione nuova degli assegnatari composta di circa 2000 persone rappresentate da oltre 300 famiglie”
Per la realizzazione del borgo vengono costruiti: la chiesa con annessa canonica, l'asilo, la scuola elementare, lo spaccio cooperativo, l'ambulatorio e un centro di ritrovo per gli assegnatari e le loro famiglie.
Nella pianta del borgo gli edifici, visti dall'alto, sono costruiti attorno ad una grande piazza di forma trapezoidale.
Sul lato minore del trapezio rivolti a sud abbiamo in un unico blocco l'imponente chiesa, il campanile, la canonica e l'asilo, in un altro blocco lateralmente e a sinistra dell'asilo c'è la scuola elementare, di fronte alla chiesa un altro blocco con il circolo ricreativo e l'abitazione del gestore, infine nell'ultimo lato di fronte alla scuola elementare si trovano ambulatorio e spaccio, anche questi in un unico blocco. Sia nella scuola elementare che nell'ambulatorio sono previste abitazioni per gli insegnanti e per il medico.
La spesa complessiva per la realizzazione dell'intero borgo è di 60 milioni di lire.
Da allora le trasformazioni del borgo sono state tante e consistenti, ne ho parlato con Valentina Roma, guida turistica e competente conoscitrice del territorio, che mi ha raccontanto come ad esempio la piazza fosse un importante punto di ritrovo, si svolgevano intrattenimenti ed incontri per grandi e piccoli. Lei ricorda i burattini, il circo e persino una piccola replica di "Giochi senza frontiere", fino ad una delle ultime feste in settembre del 2012 con giochi di prestigio e fuochi di artificio. Ora la piazza, dedicata a Bruno Rossi primo ed instancabile Presidente dell'Ente Delta Padano, è solo un parcheggio.
La chiesa è stata pienamente funzionante fino alla fine degli anni anni novanta, poi fino al 2012 vi venivano svolte funzioni religiose solo in alcune occasioni: il 15 di agosto, a Natale e ad inizio anno.
Purtroppo insieme al campanile e alla canonica non è stata recuperata ma, nonostante l'evidente stato di abbandono, si notano ancora alcuni materiali particolari di costruzione, ad esempio la porta di ingresso, a mio avviso ancora bellissima, e il selciato di ciottoli ora quasi completamente coperto di erba.
Il vecchio centro di ritrovo è un ristorante e in fondo ha mantenuto almeno in parte la sua funzione d'origine.
Le altre strutture hanno cambiato del tutto destinazione d'uso e sono diventate in alcuni casi abitazioni private oppure, quelle di proprietà del comune di Mesola, sono state recuperate principalmente con fondi europei e sono ora a supporto di attività formative e turistiche.
Per lo sviluppo del turismo tra il 1988 e il 1992, dove prima c'era il campo sportivo, è stato costruito ad esempio un ostello.
Valentina mi ha anche raccontato di avere conosciuto nei primi anni del duemila Pierluigi Giordani, il progettista di Santa Giustina e di altri borghi, che saranno costruiti sul territorio in cui è stata realizzata l'ultima bonifica del Delta del Po.
Il progettista Giordani raccontò a Valentina che la definizione del luogo dove costruire il Borgo fu fatta individuando un punto equidistante da Mesola, Bosco Mesola e Goro. Da Santa Giustina si possono in effetti raggiungere e visitare a pochi chilometri il maestoso castello estense di Mesola, il grande bosco o "boscone" di oltre 1000 ettari a Bosco Mesola, dove a piedi, in bicicletta o su un piccolo bus elettrico è possibile incontrare magnifici esemplari di cervi, oppure Goro dove si possono fare escursioni con piccole imbarcazioni nelle valli per ammirare aironi, fenicotteri, ibis e tante altre specie di animali e piante, tanta biodiversità.
Un territorio particolare e pieno di storia in cui l'acqua è sempre stata e probabilmente lo sarà ancora per tanto tempo la protagonista.
di Luciana Finessi
Fonti: La Voce del Delta Padano
Le immagini a corredo dell'articolo sono tratte dalla rivista "La Voce del Delta Padano" e dall'Archivio fotografico dell'Ente Delta Padano.
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