Lupo
Negli ultimi anni le distanze tra animali che vivono allo stato selvatico e uomo si sono pericolosamente accorciate. Sempre più spesso si possono “incontrare” piccoli di animali selvatici apparentemente in difficoltà. Piccoli di capriolo, cervo, o pulli che sono semplicemente in attesa che i propri genitori li vadano a nutrire e accudire non sono abbandonati.
Di recente si sono verificati casi che riguardano piccoli di lupo che, ritenuti in difficoltà o anche scambiati per cuccioli di cane abbandonati, sono stati raccolti e allontanati, talvolta irrimediabilmente, dal loro branco, la loro famiglia.
Il loro ricollocamento in natura, anche se effettuato tempestivamente e da parte di personale competente, è un’operazione complessa con alte probabilità di insuccesso; perché vada a buon fine è necessario che il piccolo riesca a riassociarsi con il suo nucleo familiare nell’arco di poche ore e questo non è sempre possibile o realizzabile.
Come comportarsi in caso di avvistamento
- In generale, in caso di avvistamento di uno o più cuccioli, è buona norma rimanere distanti senza farsi notare, evitando di recare disturbo o tentare qualsiasi sorta di avvicinamento o contatto.
- In particolare, non bisogna assolutamente fornire cibo ai cuccioli perché li porta ad associare la presenza dell’uomo al cibo (fenomeno di abituazione); una possibile maggiore confidenza nei confronti dell’uomo crea loro potenziali problemi in futuro.
- È quindi fondamentale in caso di incontro con piccoli di selvatici in apparente difficoltà non intervenire in alcun modo, e solo in caso di reale pericolo rivolgersi alle autorità competenti o a un Centro di Recupero Animali Selvatici tra quelli autorizzati dalla Regione.
In particolare, nel caso dei piccoli di lupo in situazioni di evidente pericolo, è possibile rivolgersi al numero telefonico di primo contatto 051 – 847600 (Centro di Recupero Animali Selvatici ed Esotici di Monte Adone, Bologna).
Un po' di storia
Il lupo ha ricolonizzato naturalmente parte del suo areale storico di distribuzione, anche in Emilia Romagna. E’ possibile che il predatore non sia mai del tutto scomparso da alcune aree dell’Appennino centro-settentrionale comprese tra le province di Arezzo, Forlì e Pesaro. Numerose segnalazioni di avvistamenti indicano una presenza costante della specie nell’Appennino Forlivese fino agli anni ‘50 (Zangheri, 1957), con un suo declino solo durante gli anni ‘60 e inizio ‘70, periodo in cui le segnalazioni sono diminuite. A partire dall’inizio degli anni ‘80 la presenza del lupo viene accertata in varie località dell’Appennino Tosco-Emiliano fino al 1990, quando viene segnalata l’uccisione di una femmina di lupo sul massiccio del Corno alle Scale in Provincia di Bologna. Da allora il lupo, grazie alla rinaturalizzazione del territorio di collina e montagna abbandonato dall'agricoltura e al conseguente ritorno degli ungulati selvatici, è ricomparso progressivamente in gran parte del crinale appenninico dell’Emilia Romagna, arrivando ad occupare interamente i territori vocati alla presenza della specie individuati nella “Carta delle Vocazioni Faunistiche della Regione Emilia-Romagna”.
La strategia regionale
La Regione Emilia-Romagna, al fine di elaborare strategie razionali di prevenzione e contenimento dei danni alla zootecnia, ha avviato, a partire dal marzo 2002 ed in collaborazione con le amministrazioni provinciali, il progetto “Monitoraggio della presenza del lupo in Emilia-Romagna tramite analisi genetiche”, terminato nel 2012. Il laboratorio di genetica dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (ora ISPRA) è stato incaricato di condurre le analisi genetiche dei campioni biologici. Al progetto hanno aderito anche il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna e, parzialmente, la Riserva Naturale Statale dell’Orecchiella (LU) e l’amministrazione provinciale di Firenze (vedi area di monitoraggio (537.73 KB)). I risultati di questo studio sono contenuti nella pubblicazione "Il lupo in Emilia-Romagna. Strategie di convivenza e gestione dei conflitti (5.52 MB)".
- Carta di distribuzione del Lupo tratta dalla "Carta regionale delle vocazioni faunistiche della Regione Emilia-Romagna" del 1998 (14.25 KB).
- Carta di vocazione biotica per il Lupo tratta dalla "Carta regionale delle vocazioni faunistiche della Regione Emilia-Romagna" – aggiornamento 2006. (234.64 KB)
- Aggiornamento tecnico su status e distribuzione del Lupo in Emilia-Romagna. (579.2 KB)
- Progetto sperimentale di prevenzione degli attacchi da lupo agli allevamenti zootecnici
- Convenzione tra la Regione Emilia-Romagna e il Parco nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano sulla conservazione e gestione della popolazione di lupo e dei conflitti uomo-lupo (353.31 KB)
A chi rivolgersi
Settore Attività faunistico-venatorie e sviluppo della pesca
Sonia Braghiroli tel. 051 5279616