Nutria: piano di controllo
Informazioni sul Piano regionale di controllo della nutria
La nutria (Myocastor coypus) è un roditore di media taglia tipico di ambienti acquatici, originario del Sud America ed importato in Italia nel 1929 a scopo di allevamento commerciale per la produzione di pellicce.
Originariamente era allevato in strutture di stabulazione, spesso inadeguate, che hanno facilitato nel tempo il verificarsi di ripetute immissioni nell'ambiente più o meno accidentali; questo nel tempo ha determinato la naturalizzazione della specie sull'intero territorio italiano, grazie anche alle sue buone capacità di adattamento.
Negli anni questo roditore di origine esotica ha raggiunto numeri molto alti, sia per le caratteristiche tipiche della specie, che si diffonde con facilità in presenza di un reticolo idrografico fitto come nella nostra Regione, che per la mancanza di avversità naturali e di predatori specifici.
Il Piano di controllo della nutria punta a ridurre e contenere i danni alle produzioni agricole, alle strutture idrauliche e agli ecosistemi.
Il Piano di controllo è valido in tutto il territorio regionale, comprese le Aree naturali protette regionali e le aree urbane, ed è valido per il quinquennio 2021-2026.
Danni alle produzioni agricole
La nutria è un roditore essenzialmente erbivoro; la sua è una dieta generalista, che comprende diverse essenze vegetali, tra cui anche specie coltivate per uso alimentare umano.
Può raggiungere una mole non indifferente per un roditore e presenta di conseguenza esigenze alimentari elevate (per un soggetto adulto la quantità di vegetali consumati si aggira tra 1 e 2,5 kg. al giorno, con una composizione che varia a seconda delle aree occupate).
Le piante coltivate sono in genere più ricche di elementi nutritivi rispetto a quelle presenti in natura, e quindi preferite anche dalla nutria qualora accessibili. Inoltre, esse risultano più concentrate nello spazio, per cui anche sotto il profilo del bilancio energetico il loro utilizzo appare più vantaggioso rispetto a quello delle piante spontanee (Cocchi e Riga 2001). Per questi motivi, la barbabietola da zucchero, il riso e diverse colture ortive possono subire prelievi anche consistenti ad opera delle nutrie.
Rischi idraulici
La consuetudine della specie di scavare gallerie e tane ipogee con sviluppo lineare anche di diversi metri può compromettere la tenuta delle arginature dei corsi d’acqua naturali, dei canali irrigui e dei bacini artificiali, in particolare in occasione di piene. La tana viene ricavata nelle sponde con escavazione diretta di tunnel di vari metri, con camere terminali per il riposo e alcune uscite secondarie.
I possibili danni alle strutture di gestione idraulica del territorio possono essere amplificati in caso di compresenza negli argini di tane di altre specie fossorie, quali il tasso, l’istrice o la volpe. Sulle arginature fuori terra di corsi d’acqua e canali la presenza di tane di nutria può quindi contribuire ad innalzare il rischio di rotta idraulica.
Impatto sulle biocenosi
Il grande consumo di vegetali attuato dalle nutrie, che si nutrono delle parti sia epigee che ipogee delle piante, provoca un deterioramento qualitativo dei biotopi umidi che rappresentano un habitat di grande valore per l’Emilia-Romagna.
Talvolta l’attività di alimentazione può arrivare a determinare la scomparsa locale di intere stazioni di Ninfee Nymphaea spp., di Canna di palude Phragmites spp. e di Tifa Typha spp., provocando profonde alterazioni degli ecosistemi e l’estinzione locale della fauna associata a tali ambienti come, ad esempio, il tarabuso Botaurus stellaris, il Falco di palude Circus aeruginosus e il Basettino Panurus biarmicus. È segnalata la distruzione dei nidi e/o la predazione di uova e pulli del Tuffetto Tachybaptus ruficollis, della Gallinella d’acqua Gallinula chloropus, del Germano reale Anas platyrhynchos ma soprattutto del Mignattino piombato Chlidonias hybridus la cui popolazione italiana è concentrata in Emilia-Romagna ed in particolare nelle zone umide della pianura bolognese.
Alla Regione e agli Enti gestori delle Aree Naturali Protette, unitamente alle Province ed alla Città Metropolitana di Bologna compete il controllo della nutria limitatamente alla Superficie Agro-Silvo-Pastorale, così come individuata dagli strumenti di pianificazione regionale, mentre, in ambito urbano, le attività previste competono ai Comuni.
Linee guida per il controllo della nutria (Myocastor coypus) Pubblicazione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica - anno 2001
Piano regionale di controllo della nutria 2021 - 2026
Deliberazione di Giunta regionale n. 323 del 26 febbraio 2024 “Piano regionale per il controllo della nutria periodo 2021 - 2026 -integrazione alla deliberazione di Giunta regionale n. 546/2021”.