Consulta ittica, la Regione a fianco di acquacoltori e pescatori
Lo scorso 20 giugno si è tenuta in Regione una seduta della Consulta ittica regionale, organismo di confronto, informazione e concertazione su pesca, acquacoltura e blue economy in regione. Presenti all'incontro con l'Assessore regionale Alessio Mammi le rappresentative della filiera ittica locale.
Gli uffici regionali hanno dato informazioni sullo stato del processo di riparto delle risorse assegnate all'Italia nel quadro del Programma operativo di attuazione in Italia del fondo Feampa (Fondo Europeo per la Pesca l’Acquacoltura e le Attività Marittime), finalizzato all'attuazione della Politica comune della pesca.
Per l’Emilia-Romagna è in campo una proposta di piano finanziario che vale poco meno di 40 milioni di euro. “Si tratta di una cifra rilevante – ha ricordato l’Assessore regionale all’Agricoltura e Pesca Alessio Mammi –, necessaria e innovare gli strumenti di pesca e a garantire la sicurezza in mare, procedere alla riqualificazione delle banchine portuali, ad attività di rafforzamento della promo-commercializzazione e altre azioni. La piccola pesca artigianale è un patrimonio regionale di grande valore e irrinunciabile per il nostro territorio. Un’attività che impegna numerose imprese e famiglie e che intendiamo sostenere e tutelare”.
Appuntamento a fine luglio a Cesenatico per un nuovo incontro della Consulta ittica regionale per fare il punto della situazione
La Consulta ittica e le conseguenze dell’alluvione
La Consulta Ittica ha permesso inoltre di discutere assieme alle Associazioni rappresentative delle Cooperative della pesca il tema dei problemi generati al settore in seguito agli eventi alluvionali del maggio 2023, a partire dalla morìa delle vongole.
Lo sversamento di grandi quantità di acqua dolce in mare ha infatti provocato casi di anossia (mancanza di ossigeno), che hanno fatto morire le vongole soprattutto lungo i canali di Comacchio. inoltre, sono stati registrati danni a varie strutture impiegate nella pesca e nell’acquacoltura. La Regione ha quindi invitato le associazioni dei pescatori a presentare una relazione con la stima e la localizzazione dei danni, in modo da potersi poi attivare per chiedere l’attivazione del Fondo di solidarietà nazionale della pesca.
Soluzioni in arrivo
Il Granchio blu (Callinectes sapidus) da problema per le marinerie di Goro e Comacchio a potenziale opportunità per la filiera ittica dell’Adriatico.
Il Granchio blu è un crostaceo che appartiene ad una specie esotica ed è senza alcun antagonista naturale negli ecosistemi dell'Alto Adriatico. Si tratta di una specie che si adatta facilmente e di un predatore formidabile di altre specie marine, dalle vongole al novellame agli altri pesci e crostacei, tra cui quelle delle imprese di acquacoltura del Delta del Po.
In questi ultimi tempi la specie è molto popolosa e aggressiva, ma i danni che essa arreca alle produzioni ittiche possono essere limitati permettendo agli acquacoltori il prelievo, anche per fini commerciali, dalle aree oggetto di concessione.
La decisione di intervenire e di insediare un gruppo tecnico che trovi soluzioni veloci e concrete per gestire la situazione tutelando le imprese acquicole locali è stata discussa con l'Assessore Mammi nel corso della Consulta ittica regionale. La Regione si è già attivata per la risoluzione del problema del Granchio blu; tra le soluzioni in corso di valutazione c'è l'ipotesi di autorizzare caso per caso le imprese al prelievo per autodifesa del crostaceo, sulla base ed a partire di modifiche alle concessioni demaniali già in essere.
Inoltre, per contribuire a conoscere il problema ed a proporre soluzioni adeguate, il Settore Attività Faunistico-Venatorie, Pesca e Acquacoltura della Regione ha recentemente presentato per il cofinanziamento sul Programma europeo Interreg Euro-Med, in qualità di capofila, un progetto sul Granchio blu denominato “BlueFood”.
Infine, è allo studio la possibilità di mutuare per gli acquacoltori titolari di concessione demaniale marittima (in quanto riconosciuti come imprenditori agricoli) un sistema di indennizzi che consenta l’autodifesa dalle specie dannose e invasive e ne consenta sia l’autoconsumo che lo sfruttamento commerciale.