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Introduzione

Sistema competitivo e strategie di mercato, sostegno economico, ricerca scientifica e comunicazione efficace sono gli elementi su cui puntare per rilanciare il comparto della pericoltura emiliano-romagnola che ormai da anni versa in una profonda crisi. È quanto è emerso al convegno organizzato a metà giugno a Malborghetto di Boara (Fe) da Cso Italy, UnaPera, Consorzio della Pera dell’Emilia-Romagna Igp e Fondazione Navarra, dove tecnici, produttori, rappresentanti di categoria ed esperti del settore si sono confrontati alla ricerca di una soluzione che possa riportare l’Emilia-Romagna ai vertici della produzione nazionale di pere.

Elisa Macchi, direttore di Cso Italy, ha fatto una fotografia sulla drammatica realtà dell’ultimo decennio, parlando di come l’Emilia-Romagna, tra il 2011 e il 2024 abbia visto ridursi gli ettari di produzione di circa la metà: sono crollati da 21.300 a 11.300, - 47%, a causa dell’immane difficoltà a produrre, in particolar modo negli ultimi cinque anni. Nonostante ciò, è stata ribadita la sussistenza ancora oggi di un potenziale che merita di essere difeso. L’Italia oggi è in grado di esprimere una portanza produttiva di oltre 500.000 tonnellate e l’Emilia-Romagna può arrivare a 300.000 tonnellate se si riprende la tendenza del passato.

Per realizzare questo obiettivo occorrono tutti i possibili sforzi e bisogna costituire un vero e proprio sistema, affinché questa coltura ritorni ad essere leader nella produzione ortofrutticola. È il concetto su cui hanno ruotato gli interventi di Adriano Aldrovandi, presidente di UnaPera e Mauro Grossi, presidente del Consorzio di Tutela della Pera dell’Emilia-Romagna Igp, prendendo ad esempio il lavoro svolto dalle organizzazioni da essi rappresentate e rimarcando la necessità di supportare le aziende da parte degli enti pubblici per far ripartire la produzione della pera con numeri da primato nazionale.

Necessaria è anche la ricerca scientifica, l’innovazione e non ultima la comunicazione. Sono i pilastri su cui hanno fondato i loro contributi, Michele Mariani, coordinatore tecnico della Fondazione per l’Agricoltura F.lli Navarra, che ha sottolineato l’importanza della progettazione dell’impianto di pero e di come questa debba essere adeguata, includendo l’impollinazione e la gestione delle piante e Roberto Della Casa, responsabile comunicazione progetto UnaPera. Questi ha parlato dell’indispensabile ruolo della comunicazione nel rilancio della pericoltura e delle azioni introdotte, che hanno coinvolto 25 insegne della distribuzione. Ha inoltre evidenziato l’importanza della certificazione Igp e di come essa abbia conferito alla pera un valore distintivo legato a un territorio.

Le conclusioni del convegno sono state affidate all’Assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, che ha ricordato le tappe del sostegno regionale al comparto e ha sottolineato l’importanza della pericoltura per una regione che rappresenta l’80% della produzione nazionale e un patrimonio di competenze “che non ci possiamo permettere di perdere”. Mammi ha confermato la disponibilità del suo assessorato anche con azioni di stimolo nei confronti del governo nazionale chiamato a fare la sua parte.

Ultimo aggiornamento: 20-11-2024, 16:00