Un settore innovativo della Blue Economy: le alghe

Uno studio scientifico dei Servizi di ricerca del Parlamento Europeo supporta l’Iniziativa europea sulle alghe lanciata dalla Commissione a novembre 2022 con una Comunicazione dal titolo 'Verso un settore delle alghe europeo forte e sostenibile'.

Si tratta di una iniziativa pionieristica per sbloccare il grande potenziale del settore dell'algacoltura nei mari dell'Unione Europea. La Comunicazione propone 23 azioni per creare opportunità di sviluppo di una filiera produttiva dedicata alle alghe.

Si stima che questo settore possa evolversi sino a divenire un settore forte, sostenibile e rigenerativo, in grado quindi di andare incontro alle grandi sfide che l'Europa deve affrontare, come ad esempio la ricerca di fonti di cibo sicuro, sano e sostenibile per l'alimentazione umana ed animale, le esigenze di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici con sistemi a ridotte emissioni di carbonio, e la limitazione degli impatti che gli effluenti da agricoltura, i fertilizzanti, e gli scarichi da depurazione provocano agli ecosistemi terrestri ed acquatici. 

L'Europa è uno dei maggiori importatori mondiali di alghe, e la domanda di questo prodotto è destinata a crescere ancora per raggiungere i 9 miliardi di euro nel 2030, specialmente in settori chiave come la cosmetica, nutraceutica, l'agroalimentare, il farmaceutico, e non ultima la produzione di energia. 

Per sostenere l'Iniziativa sulle alghe, la Commissione Pesca del Parlamento Europeo ha presentato a marzo 2023 uno studio dal titolo The future of the Eu algae sector, che fornisce dati importantissimi per conoscere le caratteristiche del sottosettore delle alghe, in termini di produzione, ma anche di opportunità e criticità su tutta la filiera industriale e commerciale.

Si riconosce l'importanza di sostenere il settore e di sfruttarne il grande potenziale per rilanciare e rendere più sostenibile l’Economia Blu europea, ad esempio per affrontare efficacemente sfide come la sicurezza alimentare e la mitigazione dei cambiamenti climatici. Per uno sviluppo adeguato di questo settore serve però uno sforzo collettivo da parte dei decisori politici nazionali ed europei, dell’industria agroalimentare e farmaceutica, della comunità scientifica e degli stakeholders.

Domande e risposte per saperne di più

  • Perchè una iniziativa per lo sviluppo del settore delle alghe in Europa?

La crescita della popolazione globale ed il contestuale aumento delle difficoltà di accesso alle risorse naturali ed alimentari, le pressioni ambientali, gli impatti dei cambiamenti climatici richiedono un cambio di approccio a partire dai sistemi alimentari.

Perché questo succeda è necessario sviluppare nuovi modi di nutrire la popolazione in modo sostenibile. L’Iniziativa sulle alghe intende aumentare la conoscenza e le possibilità di accesso ad una risorsa distribuita ovunque nel globo, ma ancora troppo poco inutilizzata per uso alimentare umano; stiamo parlando dei mari e degli oceani, che ricoprono oltre il 70% della superficie terrestre.

Il Green Deal, la Strategia Farm to Fork e la Comunicazione su una Economia Blu sostenibile hanno già identificato l’allevamento di salmone come fonte alimentare ‘low carbon’; lo stesso si può dire delle alghe per l'alimentazione sia umana che animale. Parlando delle alghe, oltre al potenziale come cibo esistono vari possibili utilizzi commerciali: ad esempio in campo farmaceutico, nutraceutico, per la produzione di fertilizzanti, di imballaggi biodegradabili, di cosmetici e biocarburanti.

Nonostante le tante possibili applicazioni commerciali e industriali delle alghe, l’industria europea si trova ancora ad uno stadio iniziale e predilige al momento la raccolta di coltivazioni spontanee invece dell’acquacoltura come metodi di produzione. 

Con l’Iniziativa sulle alghe, la Commissione vorrebbe sbloccare il potenziale del settore e supportare lo sviluppo di produzione e coltivazione ‘rigenerativa’. Questo tipo di produzione potrebbe svolgersi non soltanto nei mari europei, ma anche sul suolo, creando occupazione per le comunità locali anche oltre le zone costiere, ad esempio tramite filiere produttive low-carbon, interventi di rigenerazione degli ecosistemi costieri e zone umide che svolgono una importantissima funzione in termini di stoccaggio di Co2 e altri nutrienti e la generazione di ossigeno, e infine l’offerta di servizi ecosistemici.

  • Le alghe possono giocare un ruolo della mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici e nella lotta all’inquinamento?

Le alghe possono giocare un ruolo importante non solo nel campo agroalimentare e industriale; esse possono divenire un elemento determinante nella lotta ai cambiamenti climatici e nel raggiungimento dell'obiettivo ormai imprescindibile di un sistema 'nature positive', dove non basta più ripristinare gli ecosistemi, ma si deve puntare ad un cambiamento in positivo verso una migliore qualità ambientale. 

Le macroalghe hanno la capacità di assorbire Co2 dagli oceani e possono quindi contribuire ad alleviare le pressioni dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi marini; hanno la capacità di dissipare gli impatti delle onde e prevenire il fenomeno dell’erosione costiera. Possono anche assorbire i nutrienti in eccesso e altri materiali organici e quindi supportare la lotta all’inquinamento dell’acqua.

La Commissione sta studiando il potenziale delle alghe nella lotta ai cambiamenti climatici in altri studi. Lo studio Alghe e clima, per esempio, valuta costi, impatti e benefici della produzione di alghe marine tramite acquacoltura in Europa. A fine 2025 è previsto uno studio sulle opportunità di mitigazione climatica delle alghe e sul loro ruolo specifico di ‘carbon sinks’.

  • L’Iniziativa europea sulle alghe contribuirà a risolvere il problema delle alghe tossiche in acque inquinate?

La crescita delle alghe avviene senza l’aiuto di fertilizzanti. Le alghe infatti assorbono i nutrienti organici in eccesso, ad esempio l’azoto ed il fosforo da agricoltura. Per questo motivo l’acquacoltura di alghe può giocare un ruolo risolutivo nella mitigazione del fenomeno dell’eutrofizzazione costiera, che causa il soffocamento di altri organismi marini; le alghe arricchiscono le acque costiere di ossigeno riducendo così il rischio di eutrofizzazione. L’Iniziativa propone azioni per ridurre la dipendenza dell’agricoltura da fertilizzanti organici e promuovere un maggior utilizzo di fertilizzanti a base di alghe.

Ma ci sono altre azioni che puntano allo stesso obiettivo; ad esempio, il progetto AlgaeService studia il modo di trasformare in opportunità commerciali anche le alghe tossiche, che possono diventare biogas o fertilizzanti a loro volta.

  • Nel mare esiste abbastanza spazio per coltivare le alghe?

Non sempre gli Stati membri specificano le zone per la coltivazione di alghe nella loro pianificazione marittima, per cui è difficile dare una risposta a livello europeo; ma il concetto di algacoltura è ancora in fase di definizione, e presto l’idea diverrà di utilizzo più comune presso gli operatori dell'Economia Blu europea.

Le regioni costiere europee sono generalmente riconosciute come zone adatte per il settore, e sono in corso vari progetti, come EU MSP Plaftorm, per coordinare gli utilizzi delle risorse marine in un unico quadro di pianificazione.

Questo articolo è stato redatto sulla base delle Domande & Risposte ufficiali presenti sul portale istituzionale della Commissione Europea, reperibile in lingua inglese a questo link: https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/qanda_22_6900