La Wmd e la convenzione internazionale Marpol

La Giornata Mondiale del Mare o  World Maritime Day (Wmd) si celebra ogni anno nell’ultimo giovedi’ di settembre, che quest’anno cade il 28. Ogni volta viene proposto un diverso tema di riflessione, che per il 2023 è “I 50 anni della Marpol – un impegno che continua”.

Marpol è l’acronimo che rimanda alla Convenzione internazionale per la prevenzione dell’inquinamento proveniente dai natanti, adottata nel 1973 dalla IMO - Organizzazione marittima internazionale, che è l’agenzia delle Nazioni Unite responsabile per la sicurezza e le performance ambientali dei trasporti via mare.

Nel corso degli anni, la Convenzione Marpol è stata aggiornata sino a comprendere norme per prevenire l’inquinamento di aria ed acqua da parte dei natanti, norme sull’efficienza energetica, e da ultimo un Piano d’azione contro l’abbandono di rifiuti plastici in mare.

L’industria dei trasporti marittimi è infatti uno dei principali settori che utilizzano i mari per distribuire beni essenziali per oltre l’80 per cento del totale del commercio mondiale e per trasportare passeggeri; l'impatto dei trasporti marittimi sulla salute dei nostri mari ed oceani è rilevantissimo.

Porto di Ravenna, immagine aerea - Ph. Zani 

Strumenti europei a supporto della Convenzione Marpol

L’Europa è un crocevia basilare per il commercio marittimo globale grazie alla presenza sulle sue coste di molti dei maggiori porti mondiali, ed ha quindi un forte interesse a mantenere alti gli standard della prevenzione contro l’inquinamento da natanti mercantili. La Direttiva sull’inquinamento da natanti, adottata nel 2005, ha rafforzato le indicazioni della Marpol imponendo sanzioni per l’abbandono illegale di rifiuti come olii, gas liquido e altri liquidi nocivi, rifiuti solidi, sostanze pericolose o inquinanti in atmosfera. Una revisione di questa direttiva porterà all’allineamento con le misure di un'altra importante Direttiva che dispone norme sul ricevimento nei porti dei rifiuti.

L’Agenzia europea per la sicurezza marittima (Emsa) ha inoltre sviluppato CleanSeaNet, soluzione per monitorare la lotta all’inquinamento dei mari con l’aiuto di un satellite.

Ma c’è di piu’: nel contesto dello European Green Deal, è in fase di lancio l’iniziativa marittima ‘FuelEu’ volta alla riduzione delle emissioni climalteranti da trasporto marittimo, con l’obiettivo di ridurre progressivamente gli obiettivi di riduzione per le navi piu’ grosse sino ad un 80 per cento rispetto al 2020, obiettivo da raggiungere entro il 2050. I porti dovranno contribuire al raggiungimento di questo obiettivo fornendo sufficiente capacità elettrica per far si’ che le navi piu’ grosse, una volta in porto, possano connettersi a fonti di rifornimento “pulite”. Un contributo alla decarbonizzazione ritenuto importante dall'esecutivo europeo.

Negli ultimi 50 anni la convenzione Marpol ha posto solide basi per affrontare con un approccio globale l’enorme problema dell’inquinamento marittimo; ma, come altre convenzioni di diritto internazionale, il suo successo dipende in larga misura dall’attuazione a livello locale e regionale. L’UE ha uno stato di osservatore all’IMO, mentre ogni Paese con interessi marittimi in gioco ha uno stato di membro a pieno titolo; ciononostante l’Europa gioca un ruolo centrale a garanzia di una piena attuazione della convenzione e delle politiche di decarbonizzazione dei trasporti marittimi.

Informazioni tratte da un articolo di Frederik Scholaert dei Servizi di ricerca del Parlamento europeo (Eprs)