La nocicoltura da frutto è inserita all’interno del settore della frutta secca a guscio che vive, a livello mondiale, una crescita continua e duratura. Negli ultimi 12 anni è cresciuta del 58% in volume e più che triplicata in valore (INC, 2016).

All’interno di questo macro settore la nocicoltura da frutto è tra quelle che contribuisce con maggiore intensità ai ritmi di crescita, in particolare a partire dagli anni 2000, con una accelerazione non riscontrabile in altri settori. Difatti osserviamo che in California (leader mondiale) si impiantano mediamente 2.000 ettari di noci all’anno; ma anche in Cile (paese emergente), nell’arco di un ventennio, sono stati impiantati 35.000 ha di noce; altri sviluppi significativi, sebbene di minore entità sono accaduti in Australia, Argentina e Spagna.

A queste brevi ma significative annotazioni su uno scenario mondiale della frutta secca in grande salute, si contrappone una situazione italiana che si può definire in una fase stagnante, dopo una storia di grande rilievo di qualche decennio fa, che quindi ha subito un forte declino, con particolare riferimento alla nocicoltura tradizionale. In Italia la nuova nocicoltura moderna, messa a dimora nell’arco di un trentennio, è stata appena di circa 1.300 ettari.

La nocicoltura italiana occupa una superficie di 4.400 ettari (dati Fao 2014).

Nel comparto della frutta secca, l’Italia rappresenta globalmente il decimo paese produttore mondiale con appena il 2,4% (70.325 t); mentre è il quinto paese consumatore, con il 6,3% dei consumi globali (147.661 t), quindi con un deficit di 77.336 t dell’insieme della frutta secca (dati 2015). A livello nazionale produciamo annualmente circa 12.000 tonnellate di noci in guscio e ne consumiamo oltre 40.000 tonnellate (in guscio e sgusciate), con un deficit commerciale di circa 28.000 tonnellate.

I dati Istat rilevati per l’anno 2022 sulla coltivazione del noce da frutto confermano l’interesse e l’importanza che sta assumendo la coltura in Regione Emilia-Romagna con circa 1.236 ettari coltivati (+13% rispetto al 2021) su un totale in Italia di 6.256 ettari.

I contributi previsti per la nocicoltura

Tutti i produttori agricoli potranno richiedere contributi per investimenti legati all’impianto e/o alla coltivazione del noce da frutto, tramite le misure dello Sviluppo rurale presenti nel Piano strategico nazionale della Pac.

In particolare con l’intervento SRD001 (Investimenti produttivi agricoli per la competitività delle aziende agricole) con contributi in conto capitale nell’ordine del 40% (innalzata al 50% per giovani e zone con vincoli ambientali). 

Sempre tramite misure di Sviluppo rurale e in particolare l’intervento SRD013 (Investimenti per la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli) rivolta alle imprese agroindustriali del settore agricolo incluso quello frutticolo sarà possibile accedere a contributi in conto capitale per investimenti nella trasformazione e commercializzazione anche filiera del noce da frutto.

Inoltre i soci delle Organizzazioni di produttori attraverso l’Intervento settoriale Ortofrutta e la presentazione da parte dell’OP di un Programma operativo possono beneficiare anche per il noce da frutto, così come per le altre colture frutticole, di contributi specifici per raggiungimento di obiettivi settoriali, attraverso la realizzazione di vari interventi che possono prevedere spese per la realizzazione di nuovi impianti, per investimenti legati alla coltivazione, per impegni ambientali compresa assistenza tecnica, con contributi in conto capitale di almeno il 50%.

Stefano Zocca

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