Pero
Pyrus communis L.
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Angelica
L’origine della pera Angelica non è stata definita, ma si tratta sicuramente di una pera molto antica e piuttosto diffusa sul territorio italiano, come attestano diverse testimonianze. In Emilia Romagna è rimasta in orti e giardini e in qualche raro esemplare presso aziende di collina, dove è mancata
una frutticoltura specializzata.
Avallo
Il pero Avallo era presente in Emilia almeno dal XVIII secolo. E’ una delle varietà antiche più frequenti nelle colline e montagne reggiane, ma gli esemplari secolari, generalmente non più coltivati né raccolti, sono esposti a rischi per la loro sopravvivenza nel tempo.
Bianchetto
Il pero Bianchetto è citato nel 1813 negli "Annali dell’agricoltura del Regno d’Italia" da Portapuglia tra le varietà di pero presenti nel Piacentino.
Bianchino
La presenza delle pere Biancoline anche in altre aree dell’Emilia Romagna (Bologna) è testimoniata dai resoconti e dagli elenchi riportati nella seconda metà del XIX secolo nel volume del MAIC sullo stato dell’agricoltura in Italia (1879).
Butirra estiva
Pera di origine ignota. La famiglia delle butirre è una grande famiglia che comprende diverse varietà caratterizzate da una polpa particolarmente deliquescente.
Butirra ruggine
La Butirra ruggine si caratterizza per la sua buccia rugginosa e la maturazione autunnale.
Carletto
Le prime citazioni risalgono al XVII secolo, da parte di un anonimo agronomo locale che la descrive come “piccolo, lunghetto, gialletto e rosso da una parte, di sugo gustoso”.
Cipolla
Pera di origine ignota. Probabilmente italiana. Nel parmense, ove è stata trovata più diffusamente, non si segnalano citazioni bibliografiche molto datate, tuttavia gli esemplari censiti sono ragguardevoli.
Cocomerina precoce
Non è semplice stabilire l’origine di questa varietà, che con ogni probabilità deve il suo nome alla particolare colorazione della polpa, che a piena maturazione, a seconda dell’ambiente di coltivazione, si presenta con diverse intensità di rosso.
Cocomerina tardiva
Questa varietà, con ogni probabilità deve il suo nome alla particolare colorazione della polpa, che a piena maturazione, a seconda dell’ambiente di coltivazione, si presenta con diverse intensità di rosso.
Colar
Non è escluso che sia di origine parmense, in quanto poco o per nulla diffusa altrove. Anche per questo motivo sono poche le informazioni bibliografiche storiche relative a questa varietà se si esclude un manoscritto anonimo del 1700 quando veniva descritta come frutto “lungo e grosso, verde, di pelle grossa, di poco sugo e brusco”.
Covate
Il nome della pera “Covate” deriva dalla modalità con cui essa veniva conservata nel passato, quando il frigorifero non esisteva ancora; infatti il termine “cova” sull’Appennino romagnolo sta ad indicare la pula del grano, che era uno degli elementi, insieme alla paglia, con cui si predisponevano alcuni frutti per la conservazione, oltre che i nidi per la cova delle uova.
Ducale
La zona tipica di coltivazione è la zona montana della provincia di Parma. I comuni più interessati alla sua coltivazione erano quelli di Borgotaro, Bedonia, Albareto, Valmozzola e Solignano. Antichi esemplari sono stati ritrovati nella collina piacentina, nei comuni di Morfasso.
Eugenia
L’Eugenia è una varietà conosciuta e coltivata da molto tempo, soprattutto nell’area tra Modena e Bologna. Alcuni campioni di frutti erano pervenuti, da quel territorio, alla mostra di Ferrara del 1949. Ma il nome ci suggerisce un passato molto più antico.
Farinaccia
I ricordi di diversi anziani si spingono lungo le valli del Senio e del Lamone a caccia della pera Farinaccia, che era piuttosto diffusa nelle aree collinari ad uso e consumo della famiglia contadina di inizio Novecento.
Giugno
Sotto la denominazione di Pero Giugno si ritrovano differenti tipologie di frutto ascrivibili a diverse varietà tutte con la caratteristica comune di maturare nel mese di giugno.
Limone
Varietà molto antica di origine sconosciuta, diffusa nelle provincie di Parma e Piacenza da secoli. Le prime testimonianze storiche locali risalgono al XVIII secolo quando si descrive il frutto come “grosso, ma lungo, gialletto, di pelle ruvida, poco sugo, brusco.
Mora di Faenza
Cultivar romagnola di antica origine, diffusa soprattutto nella collina faentina, come migliore pera da mercato del periodo medio-tardivo, in concorrenza con Scipiona.
Nobile
La pera Nobile veniva cotta al forno o nell’acqua con le castagne. E’ ingrediente fondamentale del “savurett”, prodotto alimentare tradizionale delle montagne reggiane, per la cui preparazione le pere tagliate a tocchetti vengono aggiunte al sugo di pere Spalér nelle ultime ore della lunga bollitura, per dare consistenza e gusto dolce al prodotto. Viene tradizionalmente utilizzata per la preparazione della mostarda.
Pavia o Sior
Non è escluso che sia di origine emiliana (parmense o piacentina), in quanto poco o per nulla diffusa altrove. Anche per questo motivo sono poche le informazioni bibliografiche storiche relative a questa varietà se si esclude un manoscritto anonimo del 1700 quando veniva descritta come frutto “grosso come un ovo, gialletto, di pelle sottile, rosso, tondo”.
Pera di San Giovanni
La dicitura “di San Giovanni” identifica un gruppo varietale composto da varietà di pero che maturano nel mese di giugno, in prossimità della festa del Santo. Tali pere trovano diffusione su tutto il territorio regionale, con varietà molto differenti per l’aspetto, da piriformi, a cidoniformi a calebassiformi.
Pera Moscatella
La dicitura “Moscatella” identifica un gruppo varietale composto da tipologie di frutti generalmente a maturazione precoce o precocissima (tra fine giugno e metà luglio) caratterizzate dal sapore dolce e da un tipico aroma dei frutti di “moscato”, da cui la denominazione varietale.
Rampino
Tra i suoi sinonimi vengono indicati anche “Pera Rampina” e “San Pietro”. Un lavoro sul germoplasma del pero in Emilia-Romagna, propone una descrizione del pero San Giorgio o Rampina.
Ruggine d'autunno
L’unico esemplare individuato è un albero secolare di notevoli dimensioni, anche se è probabile che qualche altro esemplare sia presente nel territorio, data la notevole diffusione che aveva nel passato.
Sburdacion
Di probabile origine delle zone collinari a cavallo delle province di Piacenza e Parma.
In quest'ultima provincia viene segnalata anche la cultivar "per sburdacen" che rispetto a quella qui descritta presenta soprattutto alcune differenze morfologiche del frutto, della fenologia della maturazione.
Scipiona
La pera Scipiona ha rappresentato la migliore pera per il mercato da consumo fresco per più di un secolo sul territorio regionale, soprattutto nelle province orientali, da cui si è poi diffusa in tutta Italia.
Spaler
Le pere Spalér venivano cotte al forno o con le castagne. Erano utilizzate per la preparazione del “savurett”, una confettura ottenuta da bollitura molto prolungata del sugo ottenuto da torchiatura dei frutti, con aggiunta di altre pere o anche mele.
Virgolosa
Documenti del 1700 riferiscono della presenza in provincia di Parma di un pero denominato “Virgolato”. La prima descrizione dettagliata di questa pera risale ai primi decenni del 1800 in cui si premette che la pera “Virgolata” è una varietà conosciuta in quasi tutta l’Europa, “ed è riguardata da per tutto
come una delle migliori fra le pere vernine”
Volpina
A seguito della elevata presenza di sclereidi e tannini nella polpa, le pere Volpine si utilizzano esclusivamente cotte, meglio se nel Sangiovese piuttosto che in acqua, mentre le varietà Broccolina e Volpona sono eduli anche allo stato fresco.