Melo
Malus domestica Borkh.
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Abbondanza
In tempi recenti è stata abbandonata e rimangono ormai poche piante, coltivate più a scopo amatoriale che commerciale. I frutti sono ottimi da cuocere, da essiccare e per estrazioni varie, oltre che da consumo fresco.
Azzarola
L’Azzerola reperita nella collina romagnola presenta il colore dei frutti, rosso acceso “canarino”, sfumato e leggermente striato, la polpa molto fine, il sapore dolce acidulo, squisito e dal profumo intenso. Il frutto risulta inoltre molto serbevole.
Calera
E’coltivata sin dai tempi passati nel territorio dell’Emilia settentrionale, soprattutto nel Piacentino, ma anche in territori limitrofi come quelli del Parmense.
Campanino
L’origine non è nota, ma potrebbe trattarsi di un semenzale individuato nel Modenese, come fa supporre l’appellativo col quale, frequentemente, veniva denominata: Modenese.
Cavicchio
Le mele Cavicchie sono un gruppo di varietà, appartenenti alla famiglia delle “Musone”, che si
contraddistinguono le une dalle altre per uno o più caratteristiche pomologiche.
Cucumero
Mela di origine ignota, forse locale del parmense. Altre cultivar simili per forma ed epoca di maturazione si trovano in tutta la regione, anche se non è sempre chiaro il loro grado di parentela.
Decio
Il Decio è una varietà di melo di probabile epoca romana, una delle rarissime rimaste ancora da allora nelle collezioni di germoplasma, ma anche presso qualche vivaista e agricoltore “custode”.
Durello
Le Durelle erano le mele più adatte ad essere immagazzinate nei periodi invernali, ma vista la scarsa colorazione sono state gradualmente abbandonate. Il frutti sono eccellenti da cuocere.
Durello di Ferrara
La Durello di Ferrara si distingue da Durello di Forlì per la forma dei frutti, più schiacciati, per la raccolta più tardiva, per l’habitus di fruttificazione (lamburde e rami di 1 anno, invece di lamburde soltanto). Rispetto alla Durello, presenta frutti di maggiore dimensione.
Durello di Forlì
Durello di Forlì si distingue da Durello di Ferrara per la forma dei frutti, più globosi e più grossi, per la
maggiore precocità di raccolta (fine settembre-I° decade di ottobre), per l’habitus di fruttificazione. Rispetto a Durello, i frutti sono più grossi e anticipa la raccolta di circa 10 giorni.
Lavina
Varierà di cui non si conosce l’esatta origine, ma coltivata da molto tempo nel Modenese ed anche in qualche area delle province limitrofe. Si ha notizia della coltivazione della mela Lavina nei territori di Castelvetro di Modena e Levizzano Rangone da almeno un paio di secoli.
Mela ferro
Con la denominazione Mela Ferro si indicavano sin dal XIX secolo diverse varietà caratterizzate da frutto di elevata consistenza e conservabilità, pianta resistente alle avversità, ma differenziate da colore della buccia, forma del frutto.
Mela pesca
Per il profumo intenso e persistente nel tempo, le mele di questa varietà venivano messe nei cassettoni per profumare la biancheria.
Musa
Un’interessante testimonianza dal passato ci viene dalle tele di Bartolomeo Bimbi (1648-1730), pittore
naturalista attivo alla corte di Cosimo III de’ Medici, che illustra la mela Musa.
Muso di bue
Varietà antichissima del gruppo delle “musone”, conosciuta in Emilia Romagna dal ‘500 e raffigurata già da Ulisse Aldrovandi nell’Hortus Pictus (Baldini 2008).
Musona
La Musona o Musabò era diffusa un po’ in tutta la regione Emilia-Romagna, ma soprattutto nelle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna. Nel parmense la sua coltivazione è documentata già dal 1700.
Poppina
Studi recenti hanno rilevato un buon contenuto in polifenoli e una buona capacità antiossidante nei frutti che si mantiene anche nei trasformati (cubetti disidratati e puree). L’ecotipo a cui si fa riferimento nelle scheda è la Puppino ferrarese.
Rosa Romana
La varietà è presente da secoli nei territori collinari e di bassa montagna dell’Emilia. Nel territorio reggiano e bolognese sono ancora presenti numerosi esemplari, in alcuni casi secolari.
Rustaio
L’origine del Rostaiolo rimane sconosciuta. Tuttavia relativamente alla sua diffusione ancora oggi è possibile rinvenire esemplari sull’ Appennino emiliano anche di notevoli dimensioni.
Seriana
Mela diffusa principalmente nel comprensorio montano della provincia di Parma, anche se la diffusione maggiore la si ritrova nella Val Taro, nei comuni di Borgo Val di Taro ed Albareto dove ancora oggi ritroviamo la maggior parte degli esemplari più vecchi.
Verdone
comuni di massima diffusione sono Morfasso, Lugagnano, Gropparello, Ponte dell’Olio e Bobbio. Si trova in minima parte anche nella zona occidentale della collina e montagna parmense, probabilmente per la vicinanza con il territorio piacentino.
Rugginosa
La rugginosità del frutto di mela è un carattere abbastanza diffuso nel germoplasma di melo ma con origini diverse