Agroenergie
Le agroenergie – termine sempre più diffuso per definire l’energia prodotta dalle imprese agricole, zootecniche, forestali e dall’agroindustria – costituiscono oggi in Italia una delle più importanti fonti energetiche rinnovabili in ragione sia dell’ampia disponibilità di biomassa che della possibilità ad essa correlata di fornire elettricità, calore e biocarburanti avvalendosi di tecnologie mature e affidabili.
La biomassa costituisce una risorsa rinnovabile, continua e programmabile, ma non inesauribile e deve pertanto essere utilizzata in modo da permetterne la ricostituzione, senza alterare gli ecosistemi e senza entrare in conflitto con l’uso del suolo agricolo per la produzione di alimenti e mangimi: di fatto, l’uso a fini energetici deve risultare compiutamente “sostenibile”.
Biogas e biometano
Gli impianti di biogas hanno ad oggi trasceso l’iniziale dicotomia food or fuel, evolvendosi nella produzione di biometano e dando così luogo ad una trasformazione di tale filiera. Sovente le afferenti riconversioni faticano a realizzarsi in ragione sia di contestuali ritardi ed aggravamenti burocratici, che di problemi logistici (distanza dalla rete) e d’investimento (necessità di considerevoli ampliamenti dei digestori e incertezza concernente il quadro tariffario). A questi fattori si aggiungono le difficoltà tecniche di connessione alla rete, l’esigenza di privilegiare impianti di taglia rilevante al fine di realizzare le necessarie economie di scala nonché la disponibilità di un quantitativo adeguato di matrici volte ad alimentare gli impianti.
Cosa fa la Regione
Oltre a quanto messo in campo nel settore dei trasporti, un forte impulso allo sviluppo del biometano può essere attuato all’interno del settore agricolo e agroindustriale, riorganizzando alcune filiere produttive di eccellenza al fine di valorizzare i sottoprodotti anche attraverso impianti di produzione di biometano consortili.
Nell’ambito della programmazione di sviluppo rurale 2014-2022, operazione 6.4.02 “Diversificazione attività agricole con impianti per la produzione di energia da fonti alternative”, 6.8 milioni di euro sono stati messi a disposizione di aziende agricole rientranti nella categoria delle piccole e micro imprese. L’obiettivo del finanziamento consisteva nel favorire la diversificazione delle attività delle imprese agricole attraverso la realizzazione di impianti per la produzione e la vendita di energia da fonti alternative e sostenibili, utilizzando le risorse naturali presenti nelle zone rurali, evitando l’attivazione di colture dedicate. Sono stati ammessi al sostegno anche impianti per la produzione di biogas dai quali ricavare energia termica e/o elettrica e impianti per la produzione di biometano.
Il biometano nel Pnrr
Il Ministero della Transizione ecologica (MiTE) ha pubblicato il Decreto ministeriale n. 340 del 15 settembre 2022 “Sviluppo del biometano, secondo criteri per promuovere l'economia circolare - Produzione biometano” nell’ambito della Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, Componente 2 “Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile”, Investimento 1.4 del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Il decreto del MiTE si prefigge di sostenere la produzione di biometano immesso nella rete del gas naturale e prodotto, nel rispetto dei requisiti di sostenibilità previsti dalla direttiva 2018/2001/UE, da impianti di nuova realizzazione alimentati da matrici agricole e da rifiuti organici o da impianti per la produzione di elettricità da biogas agricolo oggetto di riconversione.
Oltre agli investimenti sopra richiamati, sarà introdotta la “Riforma 1.2: Nuova normativa per la promozione della produzione e del consumo di gas rinnovabile” che intende promuovere, in coordinamento con gli strumenti esistenti per lo sviluppo del biometano nel settore dei trasporti, la produzione e l’utilizzo del biometano anche in altri settori, e nello specifico amplia la possibilità di riconversione degli impianti esistenti nel settore agricolo.