Lo sviluppo di strumenti per favorire un miglioramento delle strategie organizzative delle filiere agroalimentari è uno degli impegni della Regione Emilia-Romagna.
La graduale riduzione dei meccanismi di garanzia di mercato e dei vincoli comunitari sulle specifiche produzioni (per es. quote latte e premi accoppiati) richiedono una maggiore organizzazione e aggregazione dell'offerta agricola, un miglioramento delle relazioni di filiera e una programmazione della produzione in un modello di agricoltura contrattualizzata con l'impiego dei seguenti strumenti:

  • Organizzazioni di produttori (Op), alcune a carattere regionale altre nazionali, società che hanno lo scopo principale di aggregare e commercializzare il prodotto dei soci;
  • Organizzazioni interprofessionali (Ol), a carattere regionale o di circoscrizione economica, che includono almeno due tra i comparti della produzione, trasformazione e distribuzione;
  • Distretti del cibo, sistemi produttivi locali radicati nel territorio per promuoverne lo sviluppo, garantire la sicurezza alimentare, la coesione e l’inclusione sociale, ridurre l’impatto ambientale e lo spreco alimentare;
  • Distretti del biologico, sistemi produttivi locali, costituiti dai soggetti che coltivano e producono con metodo biologico, in una peculiare e distinta identità territoriale, storica e paesaggistica;
  • Accordi e contratti, strumento essenziale di programmazione economica e di equilibrio e coesione per i singoli settori.