Alcune fasi della filiera della canapa a doppio uso implementate nel progetto Goi Caterpillar

Il video, realizzato da Open Fields, documenta alcune fasi della filiera della canapa a doppio uso (seme e fibra) implementate nel progetto Caterpillar

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Nei luoghi in cui agli inizi del ‘900 si coltivava la canapa, sull’appennino parmense, per due anni sono state coltivate due varietà di canapa adatte alla produzione di seme e fibra, presso le aziende agricole Ca’ D’Alfieri (Bardi, Pr) e Pedrazzi (Pellegrino P.se, Pr), nell'ambito del progetto Goi "Canapa tessile per la produzione di alimenti funzionali e di biomasse proteiche per l’alimentazione animale (Caterpillar)".

Qui è stato testato il sistema di “dual harvesting”, la modalità di raccolta delle cime (seme) e dei fusti (fibra). Il seme essiccato e mondato viene indirizzato alla filiera alimentare per la produzione di olio e panello, le cui proprietà nutrizionali sono in esame presso il Centro Interdipartimentale sulla Sicurezza, Tecnologie e Innovazione Agroalimentare dell’Università degli Studi di Parma, dove saranno sperimentati dei formulati a base di farina e olio di canapa per la produzione di alimenti funzionali.

La fibra ottenuta per decorticazione dei fusti viene indirizzata ad un impianto prototipale per la macerazione microbiologica ad acqua, realizzato presso l’Azienda agraria sperimentale Stuard (Pr). In questo impianto si produce fibra di canapa adatta all’uso tessile. Per valorizzare gli scarti della macerazione, larve di Mosca soldato puliscono la fibra macerata e, alimentandosi di scarti, accrescono la propria biomassa, ricca di lipidi e proteine ad elevato valore aggiunto, come dimostrato dalle analisi effettuate nei laboratori dell’Università degli Studi di Parma

La sperimentazione è coordinata dal Crea - genomica e bioinformatica di Fiorenzuola d’Arda, impegnato anche nella caratterizzazione delle proteine del seme di canapa e nella caratterizzazione genetica dei batteri responsabili della macerazione nell’impianto prototipale.

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