(JPEG - 29.5 KB)L'endoterapia si basa sul principio per cui, introducendo una sostanza caratterizzata da proprietà sistemiche direttamente nel tronco questa, attraverso il sistema vascolare della pianta, si ridistribuisce nella chioma.
In ambiente urbano i trattamenti endoterapici possono rappresentare una soluzione per il controllo di alcuni parassiti (per es. Corythucha ciliata, Cameraria ohridella).

I principali vantaggi e svantaggi

(JPEG - 55.4 KB)I principali vantaggi offerti da questa metodologia di applicazione consistono in:

  • una prolungata persistenza d'azione, che in molti casi permette di effettuare i trattamenti ad anni alterni;
  • una riduzione delle dosi di applicazione;
  • una minore dispersione nell'ambiente, quindi un minore impatto ambientale.

I principali svantaggi di questa metodologia sono:

  • gli effetti negativi dovuti all'apertura di ferite, che possono favorire l'ingresso di patogeni (p. es. agenti di carie, cancro colorato del Platano) e ledere, specialmente nei soggetti con problemi di piccole carie incipienti, le barriere di difesa della pianta;
  • costi maggiori rispetto ai trattamenti tradizionali

Le precauzioni da seguire

Le considerazioni e le valutazioni che i tecnici impegnati nella gestione e difesa del verde devono fare prima di ricorrere a tali interventi sono diverse.
Prima del trattamento occorre:

  • Monitorare l'entità dell'infestazione
  • Valutare il contesto in cui si trovano gli alberi infestati (una forte infestazione in un'alberatura isolata può non rappresentare un problema; al contrario una infestazione anche limitata su alberi vicini ad abitazioni, esercizi commerciali, hotel può essere mal tollerata).
  • Valutare il danno prodotto dall'insetto, in particolare se il ripetersi dell'infestazione nel tempo può compromettere la vitalità della pianta
  • Considerare lo stato sanitario delle alberature da trattare: quelle in cattivo stato vegetativo o cariate non devono essere sottoposte ad iniezioni. Infatti lo stato sanitario degli alberi influisce sia sulla traslocazione dei prodotti, sia sui tempi di cicatrizzazione. Studi specifici effettuati in passato hanno dimostrato che la traslocazione delle sostanze introdotte nel tronco viene ridotta se l'albero presenta un elevato numero di polloni o di rami basali, o se è affetto da processi degenerativi determinati da patogeni agenti di carie del legno. Una traslocazione ridotta o rallentata, comporta necessariamente una diminuzione dell'efficacia del trattamento. Non possono inoltre essere sottoposti a trattamento endoterapico i platani con sintomi sospetti di cancro colorato (Ceratocystis fimbriata) o quelli presenti in aree dove sono stati identificati focolai della malattia. In entrambi questi casi, come per qualsiasi intervento su piante di platano (compresa la terapia endoterapica) occorre preventivamente contattare il Servizio fitosanitario competente sul territorio.
  • Richiedere alla società che effettuerà le iniezioni di utilizzare esclusivamente prodotti specificatamente registrati per questo campo di impiego, alle dosi indicate in etichetta. Tali formulati, essendo stati precedentemente saggiati in specifiche sperimentazioni, non determinano problemi di fitotossicità sugli alberi trattati. Le formulazioni autorizzate, forniscono in genere garanzie anche sulla cicatrizzazione dei fori di iniezione. E' consigliabile quindi, richiedere sempre copia dell'etichetta del preparato utilizzato.
  • Rivolgersi a personale specializzato. Tutte le operazioni devono essere eseguite con accuratezza e gli attrezzi da lavoro vanno sempre disinfettati con sali quaternari di ammonio. Nel caso di iniezioni a pressione gli aghi che vengono riutilizzati vanno sempre disinfettati nel passaggio da una pianta all'altra. Anche i fori sul tronco vanno disinfettati con fungicidi.

Dopo il trattamento si dovrà verificare l'esito dei trattamenti endoterapici. In particolare devono verificarsi le seguenti condizioni:

  • Efficace controllo del parassita
  • Assenza di effetti fitotossici a carico del fogliame e del legno
  • Buona e rapida cicatrizzazione dei fori: se i fori non si chiudono, ciò può essere determinato anche dalla presenza di serie lesioni interne (per es. da processi di carie non manifestatisi all'esterno)
  • Sufficiente persistenza dell'effetto antiparassitario

Si consiglia inoltre di controllare nel tempo le piante trattate, per verificare lo stato di cicatrizzazione dei fori ed eventuali problemi nella cicatrizzazione stessa (per es. colatura di liquido dalla ferita).
Sulla stessa alberatura è raccomandabile non ripetere le applicazioni endoterapiche l'anno successivo.

Le tecniche di iniezione

  • (JPEG - 55.4 KB)Metodo ad assorbimento naturale
    Questa metodologia di applicazione sfrutta la normale capacità assimilatoria della pianta.
    L'apparecchiatura utilizzata si compone di:
    • un contenitore sigillato contenente la sostanza da immettere nell'albero
    • un condotto di uscita collegato al contenitore
    • tre condotti di distribuzione provvisti, in corrispondenza di ogni estremità libera, di un ago monouso per l'iniezione della sostanza nel tronco della pianta. Ciascun condotto di distribuzione è dotato di un gocciolatore e di un deflussore per il controllo e la regolazione della velocità di assorbimento durante il trattamento
    • mezzi per regolare e controllare il flusso della soluzione così da adattare il trattamento alle caratteristiche del prodotto e della specie da trattare, rispettando la capacità fisiologica di assorbimento della pianta.

Per procedere all'applicazione i fori sul tronco vengono praticati ad un'altezza di circa 1 metro da terra utilizzando un trapano elettrico con un'inclinazione di 45°. I fori, del diametro variabile di 2-4 mm ed una profondità di 3-5 cm, sono in numero diverso a seconda della circonferenza del tronco e delle caratteristiche morfologiche e di sviluppo del tronco stesso (presenza di costolature, torsioni, ecc); in genere se ne pratica uno ogni 35-40 cm.

Ovviamente, per consentire la caduta per gravità della soluzione antiparassitaria, i fori devono essere eseguiti ad un'altezza inferiore rispetto a dove viene posizionato il contenitore della soluzione (che di norma è posto a 1,80-2 metri da terra).

La capacità di assorbimento del prodotto da parte della pianta e, quindi, la velocità dell'assorbimento stesso è influenzata da una serie di fattori esterni, quali: condizioni atmosferiche (luminosità, ventosità, umidità relativa, temperatura), dalla specie vegetale, dalla fase fenologica, dalle condizioni fitosanitarie dell'albero.
Soprattutto stress idrici e scarsa luminosità aumentano in modo rilevante i tempi di assorbimento, che possono essere anche di 12 - 24 ore, col rischio di cristallizzazione e/o flocculazione del prodotto e di riduzione della cicatrizzazione dei fori. Ciò può determinare una scarsa efficacia degli interventi.
Quando si utilizza questa tecnica su verde pubblico è fondamentale assicurare la sorveglianza del cantiere per l'intera durata del trattamento.

  • (JPEG - 27.7 KB)Metodo a pressione
    Prevede l'introduzione forzata del prodotto all'interno del tronco. Le apparecchiature che si utilizzano, seppure con alcune differenze di carattere costruttivo, sono provviste di una pompa che preleva la soluzione da un serbatoio e fornisce il liquido sotto pressione ad un numero variabile di condotti di distribuzione, ciascuno dei quali collegabile ad un dosatore volumetrico di iniezione cavo.
    (JPEG - 37.1 KB)Anche in questo caso i fori sul tronco vengono praticati con un normale trapano elettrico; il numero di fori e la loro altezza da terra sono in funzione del diametro del tronco, della presenza di ferite, nodi, costolature, ecc. I fori hanno un diametro di 4-6 mm e raggiungono una profondità che può arrivare fino a 5-6 cm. Durante l'iniezione un manometro permette di misurare e regolare la pressione di esercizio, che di norma va dalle 2-3 atm fino alle 7-8 atm (in particolari situazioni). Con questa metodologia di applicazione la velocità di assorbimento del prodotto non è influenzata dalle condizioni ambientali, bensì dipende essenzialmente dalle caratteristiche fisiologiche dell'albero.
  • (JPEG - 39.8 KB)Metodo a micropressione
    Questo metodo di applicazione consiste nell'introduzione della soluzione posta all'interno di una capsula a cui è applicato un tubetto di alimentazione che viene inserito nel foro. Prima dell'uso ogni capsula deve essere agitata e pressurizzata (intorno alle 0,5 atm) alla parte sommitale predisposta per tale operazione. I fori, del diametro di 3-4 mm, vengono praticati al colletto della pianta e raggiungono una profondità di 0,7 cm. Il numero di fori varia a seconda della specie, del diametro del tronco e delle sue caratteristiche morfologiche. La distanza tra una capsula e l'altra è di circa 15 cm. Relativamente alla velocità di assorbimento, questa dipende sia dalle condizioni meteorologiche sia dallo stato vegetativo e sanitario dell'albero trattato, comunque si aggira intorno ai 30-60 minuti.
    A tutt'oggi non sono ancora disponibili per l'impiego sul verde pubblico prodotti utilizzabili con questa tecnica applicativa
  • (JPEG - 45.3 KB)Metodo Arbosan
    E' un sistema a bassa pressione (1.5 - 1.8 bar) con il quale la soluzione insetticida viene introdotta nel legno tramite aghi di diametro pari a 4 mm. I tempi di assorbimento, in condizioni normali, consentono di trattare 2-3/alberi/ora/attrezzatura.
    Questo metodo richiede ulteriori sperimentazioni per verificare la sua applicabilità su verde pubblico, particolarmente per quanto riguarda la cicatrizzazione dei fori.

Quando intervenire

(JPEG - 78.4 KB)L'epoca in cui effettuare le iniezioni al tronco dipende dalla specie vegetale da trattare, dall'avversità da combattere, dalle condizioni ambientali, dalla tecnica utilizzata
I fattori ambientali possono diventare limitanti soprattutto quando si utilizza la tecnica ad assorbimento naturale; i trattamenti endoterapici sono particolarmente sconsigliati quando si verificano le seguenti condizioni:

  • Scarsa luminosità (nuvolosità marcata)
  • Umidità relativa superiore all'85%
  • Nebbia ed assenza di ventilazione
  • Piogge persistenti

(JPEG - 69.6 KB)Trattamenti a platani contro Corythucha ciliata

Il platano può essere trattato in una fascia temporale piuttosto ampia. Poichè la tingide compie 3 generazioni all'anno, si consiglia di effettuare le iniezioni quando sulla vegetazione sono state rinvenute le neanidi di prima generazione (indicativamente dalla seconda metà di maggio in poi). Il periodo ottimale in cui eseguire i trattamenti nell'Italia centro-settentrionale va da metà di maggio alla seconda metà del mese di giugno.
In condizioni normali il platano non presenta difficoltà di assorbimento, per cui i tempi di iniezione sono piuttosto brevi (pochi minuti con la tecnica a pressione, fino a 20-30 minuti con quella ad assorbimento naturale). Su alberi in buono stato vegetativo, con trattamenti eseguiti in epoca ottimale, generalmente non si hanno problemi di cicatrizzazione (percentuale di cicatrizzazione: 85-95%).

Trattamenti a ippocastani contro Cameraria ohridella
(JPEG - 49.1 KB)A differenza del platano, l'ippocastano presenta maggiori difficoltà di trattamento, sia per quanto riguarda i tempi di assorbimento (che spesso si aggirano sui 30/60 minuti ad albero con il metodo a pressione e alcune ore con quello ad assorbimento naturale) sia per la cicatrizzazione dei fori (i tempi di cicatrizzazione sono piuttosto lunghi, nell'ordine di diversi mesi).

Un ulteriore aspetto, direttamente correlato con l'epoca in cui effettuare le iniezioni, è determinato dalla fioritura che caratterizza questa specie e che si protrae per circa un mese (dal 15-20 aprile fino alla terza decade di maggio a seconda della zona e dell'andamento stagionale).
(JPEG - 26.1 KB)Allo scopo di non interferire con l'attività dei pronubi è assolutamente da evitare l'esecuzione dei trattamenti endoterapici durante la fioritura. Occorre quindi intervenire alla caduta dei petali, previo monitoraggio della presenza dell'insetto con trappole a feromone.
Le trappole vanno posizionate indicativamente tra la fine di marzo e la prima decade di aprile (in base all'andamento stagionale), innescandole con il feromone specifico per C. ohridella. In alternativa si possono utilizzare trappole innescate con il feromone sessuale di Phyllonoricter blancardella.

Bibliografia

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