Le avversità delle piante sono influenzate sia dalle condizioni colturali (suscettibilità varietale, tipo di terreno, concimazione, irrigazione ecc.) che dall'andamento meteorologico stagionale. Mentre si possono modificare le tecniche di coltivazione, operando in modo da creare un ambiente il più favorevole possibile per la coltura e sfavorevole al patogeno o al fitofago (modalità e periodo di semina appropriato, concimazioni giustamente proporzionate ecc.), non è possibile intervenire sul clima. Così può succedere che, in certi anni, con determinati andamenti meteorologici, alcune malattie e infestazioni non compaiano o non determinino comunque gravi perdite produttive; al contrario, in altri anni, malattie e infestazioni possono essere in grado di svilupparsi in modo tale da distruggere, se non opportunamente controllate con la difesa, gran parte della produzione.

L'andamento climatico è anche responsabile di anticipi o ritardi nella comparsa delle infestazioni e delle infezioni. La filosofia basilare della difesa "a calendario", che ha ispirato l'impiego di fungicidi e insetticidi nel recente passato, è stata di mantenere costantemente protetta la coltura, avviando i trattamenti all'inizio della stagione e proseguendoli, ad intervalli regolari, fino alla raccolta, senza tenere conto del reale andamento delle avversità.

La generale crescita di una coscienza più rispettosa dell'ambiente, la nascita della "Difesa integrata", la formulazione dei Disciplinari di Produzione Integrata nella nostra regione hanno portato a rivedere tale strategia, introducendo metodi per ridurre fortemente l'uso dei prodotti chimici, limitandone l'impiego solo se strettamente necessario.
I monitoraggi effettuati in campo, per esempio, possono evitare i trattamenti effettuati in assenza del patogeno o del fitofago. Le successive osservazioni possono essere utili per valutare se la malattia o l'infestazione possa mantenersi a livelli talmente bassi da non giustificare interventi chimici. Certo è che tale attività, se la si pensa applicata su vasta scala, può risultare onerosa. Inoltre, l'interpretazione dell'evoluzione di una determinata avversità richiede conoscenza scientifica e soprattutto notevole esperienza. L'utilizzo dei modelli previsionali e di simulazione ci aiuta in questa valutazione.

I modelli previsionali


Cosa sono

I modelli di simulazione sono uno strumento in grado di trasformare in equazioni matematiche i rapporti che intercorrono tra la coltura, le avversità e l'ambiente circostante.
Il punto di partenza di un modello è quindi l'esame del ciclo biologico del patogeno o del fitofago, che è regolato dalle condizioni climatiche quali variazioni di temperatura, umidità, pioggia, durata della bagnatura ecc. Sia che si tratti di un modello di simulazione relativo ad un insetto, a un fungo o ad un batterio fitopatogeno, per la sua realizzazione il lavoro viene diviso in due fasi:

  1. messa a punto
  2. mantenimento e aggiornamento

1. Messa a punto: si parte dallo studio delle diverse fasi di sviluppo di un patogeno o di un fitofago. Nel caso di un fungo patogeno, per esempio, si tengono in considerazione tutte le fasi che intercorrono dall'infezione (momento in cui l'agente patogeno prende contatto con gli organi della pianta ospite) fino alla comparsa dei primi sintomi; mentre se si tratta di un fitofago, si dovranno considerare tutte le sue fasi di sviluppo (uovo, larva, pupa e adulto). Successivamente si individuano i parametri ambientali (temperatura, umidità, pioggia ecc.) che influenzano i passaggi da una fase all'altra.
La tappa successiva consiste nel trasformare ciascun passaggio da una fase all'altra in una o più equazioni matematiche, sulla base delle conoscenze scientifiche già in possesso o di specifiche prove di laboratorio e di campo. Il modello così costruito passa quindi alla validazione sperimentale in base a osservazioni reali e dati climatici di anni passati. In questa fase i risultati ottenuti possono servire per eventuali aggiustamenti sia della struttura che della sua formulazione matematica.

2. Mantenimento e aggiornamento: si tratta di un’attività complementare allo sviluppo dei modelli che prevede l'inserimento di ulteriori elementi, sulla base di nuove esigenze che si vengono a creare o di nuove conoscenze scientifiche, con il fine di migliorare il più possibile l'affidabilità e la precisione dei modelli stessi.


A cosa servono

In generale, i modelli previsionali e di simulazione sono in grado di fornire, a partire dai dati meteorologici, indicazioni circa la possibile comparsa ed evoluzione di una data malattia o l'andamento dello sviluppo di un determinato fitofago. Al contrario, vi sono per esempio alcuni modelli (cosiddetti "a prognosi negativa"), come ad esempio quelli utilizzati per la peronospora della patata e del pomodoro, che invece indicano un periodo di tempo nel quale è altamente improbabile che la malattia compaia. In ogni caso, tutti i modelli hanno lo scopo di allertare agricoltori e tecnici sui momenti più rischiosi per una determinata avversità in modo tale da mettere in atto per tempo le misure più opportune e necessarie per contenerla in maniera ottimale, e non compromettere così parte della produzione.


Come vanno utilizzati

I modelli previsionali sono un potente strumento in grado di razionalizzare le strategie di impiego dei prodotti fitosanitari. Non devono tuttavia essere considerati la panacea di tutti i problemi. Infatti, oltre ai numerosi pregi, occorre considerare alcuni limiti che devono essere ben presenti al momento della loro utilizzazione per non incorrere in valutazioni errate.
E' necessario ricordare che i modelli previsionali sono una semplificazione della complessità biologica dell'ecosistema. Infatti, la maggior parte di essi considera come parametri principali da elaborare il clima e il patogeno. Esistono però altri fattori, peraltro di difficile modellizzazione, che possono avere una notevole importanza nel determinare o meno una infezione o una infestazione, quali ad esempio la suscettibilità varietale o lo stadio di sviluppo della coltura, il terreno, le pratiche agronomiche, l'azione degli antagonisti ecc.

I modelli previsionali si inseriscono come elemento di decisione, spesso determinante, nella gestione integrata della difesa. L'informazione fornita da tali modelli dovrà comunque essere sempre confrontata con la realtà aziendale sulla base dell'esperienza professionale di tecnici ed agricoltori.
I modelli previsionali non possono quindi sostituirsi al giudizio di un tecnico competente ed è improbabile che mai lo possano in futuro; ma già oggi forniscono un valido aiuto a chi opera in agricoltura, semplificandone il lavoro ed aumentando l'efficacia delle decisioni nell'ambito della difesa fitosanitaria.


Approfondimenti

Sistema di previsione e avvertimento in Emilia-Romagna (caratteristiche generali)

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