Sistemazioni agrarie e piccole industrie domestiche per lo sviluppo delle aree collinari e montane
L’attenzione nei confronti dello sviluppo delle aree collinari e di montagna è molto viva in quegli anni negli ambienti giornalistici della Federconsorzi. E Domenico Cavazza, noto noto enologo e dal 1893 direttore della Cattedra ambulante di Bologna, viene incaricato di fare un reportage sulle sistemazioni agrarie attuate dalla famiglia Severi nei possedimenti di Cadiroggio, una frazione di Castellarano, ai piedi dell’Appennino reggiano, caratterizzati da calanchi a base di argille scagliose.
La stessa famiglia si era poi impegnata fortemente nel promuovere la diffusione, fra i coloni di questi possedimenti, di piccole industrie domestiche, fonte di reddito saltuario, ma comunque importante, nelle quali erano impegnate le donne nei periodi di disoccupazione invernale per l'estrazione dai greti dei fiumi, e la successiva lavorazione, della radice da spazzola, l’Andropogon gryllus.
Di questo, e tanto altro, si parla nell'ultimo articolo che pubblichiamo nella rubrica “La voce di Musei e Biblioteche” intitolato "Le spazzole di canna comune nel reggiano e nel piacentino", firmato da Daniela Morsia, Referente della Biblioteca comunale Passerini-Landi di Piacenza, che rientra nell'attività di valorizzazione di Musei e Biblioteche regionali all’interno del sito dell'Assessorato Agricoltura della Regione Emilia-Romagna che ha l'obiettivo di far "scoprire" a cittadini e utenti i loro tesori, spesso poco conosciuti.
Tutti gli articoli pubblicati
Nella stessa rubrica “La voce di Musei e Biblioteche” è possibile leggere anche gli articoli seguenti, sempre a firma della stessa autrice:
Di come è stato documentato il prezioso lavoro delle donne in agricoltura nel '900 parla l'articolo, corredato di splendide fotografie, "Donne al lavoro nelle campagne dell'Emilia-Romagna". A partire dagli anni della prima guerra mondiale il ruolo delle donne - in agricoltura, come in altri settori - inizia ad essere sempre più "visibile" e quindi anche l'editoria di settore comincia ad occuparsene inserendolo sempre più spesso in articoli e copertine. E la "moda" prosegue anche nel secondo dopoguerra dove la rivista della Federconsorzi dedicherà numerose fotografie e copertine al lavoro agricolo femminile vivacemente colorate grazie anche all'impiego di famosi illustratori.
"Il verzotto quarantino di Piacenza, l'ortaggio più apprezzato da Ferruccio Zago" contiene, oltre all'accurata descrizione di questo ortaggio, anche un'interessantissima descrizione dell'attività dei Fratelli Ingegnoli che, negli ultimi decenni del Novecento, avevano avviato a Milano un fiorente vivaio presso il quale si servivano molti coltivatori emiliani e romagnoli alla ricerca di sementi e piante altamente selezionate. Il verzotto rientra tra i cosiddetti "buoni ortaggi" della rubrica ideata da Ferruccio Zago, direttore della Cattedra ambulante di Piacenza, sulla rivista "Italia agricola" nei primi anni del 'Novecento.
L'articolo "Tra frutteti e latterie, l’Emilia-Romagna in mostra a Milano" racconta con splendide immagini il numero monografico sulla cooperazione, uscito in occasione della prima Mostra della cooperazione rurale allestita alla Fiera campionaria di Milano del 1932, dove viene anche messa a fuoco l’evoluzione di una comunicazione agraria che in quaranta anni, dall’ultimo decennio dell’Ottocento ai primi anni Trenta, ha cambiato decisamente veste, modalità e strumenti.
"Dalle stalle alle riviste, i “testimonial” del progresso zootecnico tra Otto e Novecento": l’agricoltura emiliana nel periodo compreso tra fine Ottocento e primo Novecento è segnata da un grande progresso nel campo della zootecnia. Il dibattito sul miglioramento genetico è acceso tra i “selezionisti” e i “partigiani dell’incrocio”: incrocio o selezione? Quale razza più adatta come incrociante? Come evitare la scomparsa dell’antica razza locale? Nell'articolo le tante foto che furono pubblicate sulle riviste della Federconsorzi a testimonianza del grande progresso zootecnico che segnò l’agricoltura emiliana di quegli anni.
Nell'articolo "Viaggio fotografico nella “Kentuchy d'Italia”: l'Emilia" è possibile ammirare tante delle belle foto che furono pubblicate sul “Giornale di agricoltura della domenica” e su “L'Italia Agricola” e che testimoniano la grande espansione della coltivazione del tabacco in Emilia-Romagna dal 1913 al 1939.
"L'evoluzione della viticoltura emiliana tra Otto e Novecento" descrive il resoconto del tour "I vigneti-modello" sulle colline di Dozza che verrà pubblicato sul "Giornale di agricoltura del Regno d’Italia" in cinque puntate tra il 1890 e il 1891. Il dettagliato resoconto di questa visita costituisce un importante documento per capire l’evoluzione della viticoltura regionale tra Otto e Novecento, un aspetto questo sul quale punta l’attenzione la rivista di Bologna che traccia un excursus di come veniva trattato il grande tema della viticoltura sulla stampa agricola di fine ottocento e inizio novecento.
"Maggio 1913, un mese ricco di iniziative" racconta delle attività che, presentate ai visitatori americani, diedero certamente un quadro completo e approfondito del fermento e dei grandi sviluppi dell'agricoltura emiliano-romagnola di quegli anni, aperta all'innovazione e pronta a rinnovarsi in tutti i campi. In occasione della quarta assemblea dell’Istituto internazionale di agricoltura, il primo organismo internazionale intergovernativo nato per sviluppare la cooperazione in materia agricola, arrivò in Italia nel maggio del 1913 un nutrito gruppo di delegati governativi americani, guidati da David Lubin, per conoscere le condizioni dell’agricoltura italiana. Le tappe della delegazione in Emilia-Romagna toccarono Bologna, Reggio Emilia, Piacenza e Ravenna, città dove erano in corso eventi e iniziative, come la mostra zootecnica interprovinciale dei cavalli di Piacenza o le celebrazioni per i cinquanta anni di fondazione del Comizio agrario.
"Francesco Todaro e gli studi di selezione del frumento" è il titolo dell'articolo che testimonia l'interesse della Federconsorzi per lo sviluppo della granicoltura italiana e della ricerca di tipi di grano produttivi e resistenti a ruggine ed allettamento. Francesco Todaro, da tempo conosciuto come uno dei più affermati ricercatori nel settore del miglioramento genetico dei frumenti, si poneva proprio l’obiettivo di individuare poche varietà di frumento capaci di soddisfare le esigenze della granicoltura bolognese, la quale richiedeva allora come oggi razze di frumento caratterizzate da alta produttività, resistenza all’allettamento e ai più dannosi parassiti vegetali particolarmente alla ruggine.
"Un viaggio nella Romagna delle fiere campionarie e delle esposizioni zootecniche" racconta come il “Giornale di agricoltura della domenica” della Federconsorzi documentasse nel 1911, con lunghi articoli e belle foto, le esposizioni zootecniche e le mostre campionarie che si svolgevano di paese in paese in tutta la Romagna. In queste fiere era possibile trovare dagli ortaggi alla frutta, dalle macchine agricole alle razze pregiate di vacche, dalle sementi alle attrezzature, insomma tutto ciò che serve all'agricoltore.
"La mostra avicola di Piacenza del 1903", una delle prime e più importanti del genere in Italia, viene documentata con foto e disegni sul “Giornale di agricoltura della domenica” della Federconsorzi da Giuseppe Cecchetti in un reportage, uscito il 9 agosto di quell'anno, nel quale razze italiane da prodotto ma anche polli di varietà locali testimoniano l'eccezionale agrobiodiversità che caratterizza il nostro paese e che deve essere custodita e tramandata per il bene di tutti.
"In redazione arriva la primavera con il Concorso stazioni fiorite" è il titolo dell’articolo di presentazione del Concorso delle stazioni fiorite, iniziativa realizzata dalla Federconsorzi in collaborazione con il Touring Club Italiano, affidato alla penna di Ettore Parenti, collaboratore della Cattedra Ambulante di Piacenza e fine giornalista. Il concorso nacque con l'obiettivo di abbellire le stazioni ferroviarie di Torino, Firenze e Roma con aiuole fiorite e vasi traboccanti per allietare i viaggiatori in attesa o in transito.
Uccelli utili in agricoltura, rose rifiorenti e iris sono poi i protagonisti di splendide tavole a colori a corredo di altri articoli pubblicati tra marzo e aprile 1911 sul quindicinale “L'Italia Agricola”.
"Antonio Zanelli e lo sviluppo dell'allevamento suino a Reggio Emilia": l'omaggio di collaboratori e amici che “Italia Agricola”, il quindicinale della Federconsorzi, fece nel 1899 a questo agronomo di origine cremasca che, con le sue competenze e la sua passione, tanto ha contribuito al progresso zootecnico italiano. È proprio grazie ad Antonio Zanelli, infatti, che, agli inizi degli anni settanta dell'800, viene importato in Italia il primo gruppo di razza Yorkshire. A Reggio giungono il verro Padus e le scrofe Formosa e Lavinia, “primo segnale di una rivoluzione nella popolazione suina di Reggio Emilia”.
"Pere in mostra a Trento e a Piacenza" descrive come Ferruccio Zago, giornalista d’eccezione del “Giornale di agricoltura della domenica” della Federconsorzi, ha raccontato con bellissime foto la mostra nazionale di frutta svoltasi a Trento nel settembre del 1924. Zago formatosi alla Scuola di orticoltura e pomologia di Firenze, ha dedicato un grandissimo impegno allo sviluppo della frutticoltura industriale italiana e insieme all’ampelografo e pomologo vicentino Girolamo Molon, è stato protagonista di una straordinaria esperienza editoriale promossa dalla Federconsorzi negli anni Ottanta e Novanta dell’Ottocento: la campagna scientifica di comunicazione, firmata prima da Molon poi da Zago, sulle “varietà di piante da frutto raccomandabili per le coltivazioni nell’Alta Italia”, sfociata nella pubblicazione sulle pagine della rivista “Italia Agricola” di splendidi articoli dedicati alle diverse varietà, corredati da tavole a colori.
"Emilio e la storia di una capinera" riporta gli appunti di viaggio di Emilio Fioruzzi in Olanda nel 1903 per acquistare capi bovini di razza Frisona. A partire da quel viaggio Fioruzzi, dopo aver lavorato molto anche sulle razze da carne, si prodigherà per l'introduzione delle vacche frisone nelle zone dell'Emilia e della Lombardia. Numerosi sono i suoi articoli pubblicati sia sulle riviste della Federconsorzi che su “Agricoltura piacentina”, il periodico della Cattedra ambulante di agricoltura. Mentre moderne stalle e nuovi caseifici modificano il paesaggio agrario emiliano, Fioruzzi dà precise indicazioni geografiche di dove andare a comperare le vacche frisone.
"La Ferrara di Adriano Aducco", descrive l'attività del giovane direttore della Cattedra Ambulante di Ferrara a cavallo tra l'800 e il '900. Adriano Aducco, profondo conoscitore della realtà rurale della provincia di Ferrara, ha documentato in particolare lo sviluppo della lavorazione della barbabietola da zucchero e i grandi lavori legati alle bonifiche idrauliche. Una conoscenza del territorio nata in anni passati a girare in lungo e in largo l'estesa provincia alla ricerca dell'agricoltore: "Per questo io vado nelle borgate e nelle ville anche se non sono chiamato e vi cerco l'agricoltore", scriveva Aducco ad un collega.
"Leopoldo Tosi, un modello imprenditoriale della Romagna": descrive l'eccellenza imprenditoriale della Romagna, Leopoldo Tosi, già noto a fine '800, non solo in Italia ma anche all'estero, per l'assetto razionale dato alla sua azienda di Tor San Mauro, per i progressi legati in particolare al settore vitivinicolo e dell'allevamento di bestiame, per l'introduzione di nuovi macchinari e, non ultimo, per il "trattamento dato ai lavoratori".
"Nei primi anni del '900 il progresso avanza nella montagna emiliana": il reportage fotografico dedicato all’Appennino emiliano fatto da Giovanni Pallastrelli, reggente della sezione montana della Cattedra ambulante di agricoltura di Piacenza, prima, deputato e senatore poi. Negli articoli pubblicati negli anni '10 del secolo scorso, Pallastrelli racconta, con testi e foto, la “sua” montagna, quell’estesa area che ha girato in lungo e in largo, tra pendii e mulattiere, restituendo un importante affresco delle condizioni di vita e di lavoro di un territorio e dei grandi progressi fatti in quegli anni, grazie anche all’azione svolta dalla Cattedra ambulante di Agricoltura di Piacenza.
“La Regia Scuola di Zootecnia e Caseificio Antonio Zanelli”: le iniziative editoriali portate avanti da Federconsorzi per celebrare il 25° anniversario della Regia Scuola di Zootecnia e Caseificio, fondata nel 1880 a Reggio Emilia, e intitolata ad Antonio Zanelli, tra i fondatori e primo direttore dell'istituto fino al 1894.
“Il Laboratorio cestai di Fiorenzuola d'Arda”: artigiani, produttori di cesti ed imballaggi per uva da tavola, ortaggi e frutta, dotati di creatività e determinazione, ma anche di coraggio. Nel 1914 sono proprio loro a conquistare la copertina della rivista “L'Italia agricola” dedicata alle piccole industrie e in particolare ai cesti per l'imballaggio dell'uva.
“La scommessa di Adolfo”: cronaca di una giornata di visita a Massalombarda, nel luglio del 1912, all’azienda di Adolfo Bonvicini l’agronomo che ha creduto e portato avanti con grandi sacrifici un grande sogno: quello di fare della frutticoltura della sua terra un’eccellenza italiana e non solo.
“Il Concorso di Colorno”: racconta il Concorso internazionale degli apparecchi d’aratura, promosso dalla Federazione italiana dei Consorzi agrari, dal Touring Club Italiano e dalla Cattedra ambulante di Parma, all’interno delle iniziative legate alla grande Esposizione agricolo-industriale e di belle arti di Parma, organizzata nel 1913 in occasione del centenario della nascita di Giuseppe Verdi.
“Il giornale discute, esamina, consiglia e non traffica...”: un excursus dell’attività editoriale della Federconsorzi che ha portato "L’Italia Agricola" e "Il Giornale di agricoltura della Domenica" a diventare i “massimi diffusori” delle scienze agrarie, difensori dei propositi degli agricoltori imprenditori e propulsori del movimento economico-sociale delle campagne.
“Comunicare il progresso: il nuovo che avanza in agricoltura”: descrive le modalità principali di diffusione delle innovazioni tecniche decisive per lo sviluppo dell'agricoltura tra Otto e Novecento;
“Una regione luminosa” descrive il progetto delle proiezioni luminose ideato dal 1912 al 1914 da Federconsorzi che aveva l’obiettivo di dimostrare come anche la comunicazione agraria potesse avvalersi delle nuove tecnologie legate alla proiezione di foto e di immagini animate.
"Il segno del nuovo anno" descrive, nel contesto del catalogo editoriale della Federconsorzi, l'Almanacco, che esce in vari formati dal 1892 al 1917, una pubblicazione particolarmente interessante sia dal punto di vista grafico che documentale, poichè fornisce molti spunti di riflessione sull’evoluzione della comunicazione agraria del primo Novecento.