Olivo
Tutte le varietà presenti in Emilia-Romagna
Olea europaea L.
Scheda tecnica per l’iscrizione al repertorio (PDF - 348.0 KB)
Ancognano 3
Indagini di tipo archeobotanico, hanno segnalato tracce di polline di Olea europaea L., risalenti al I a.C. e al V-VI secolo d.C., presso San Giovanni in Persiceto (Bologna).
Scheda tecnica (PDF - 844.5 KB)
Bianello
In seguito alla ricerca decennale volta alla caratterizzazione genetica e morfologica e alla qualità degli oli, tale genotipo è stato denominato BIANELLO, prendendo così il nome dal luogo di ritrovamento.
Scheda tecnica (PDF - 350.0 KB)
Campiglio
Le segnalazioni della presenza di questa specie hanno permesso di reperire tangibili ed importanti prove sull’antica esistenza di questa coltura. Infatti, l’introduzione dell’olivo in Emilia Romagna sembra sia avvenuta ad opera dei romani.
Scheda tecnica (PDF - 697.2 KB)
Capolga
All’analisi molecolare e morfologica è risultata diversa dalla cv. Capolga diffusa nel territorio marchigiano. Cultivar diffusa nella provincia di Rimini e, in minor misura, anche nella provincia di Forlì- Cesena.
Scheda tecnica (PDF - 379.2 KB)
Capolga di San Leo
All’analisi molecolare e morfologica è risultata diversa dalla cv. Capolga di Romagna diffusa nel territorio riminese. Cultivar diffusa esclusivamente nel comune di San Leo e nei territori limitrofi.
Carbuncion di Carpineta
Si precisa che la pianta madre dal 1998 non è più presente, il genotipo appartenente alla cv Carbunciòn di Carpineta è stato conservato grazie alla presenza delle piante “figlie” propagate per talea semilegnosa nei vivai IBIMET-CNR e coltivate nei campi sperimentali.
Scheda tecnica (Word - 325.0 KB)
Colombina
Cultivar diffusa prevalentemente nelle valli del Senio e del Lamone, nei territori di Brisighella (RA).
Scheda tecnica (PDF - 371.0 KB)
Cortigiana
Cultivar in diffusione nel territorio di Castrocaro Terme e Terra del Sole (FC) al fine di reintrodurre cultivar autoctone nei territori di origine.
Scheda tecnica (PDF - 380.8 KB)
Farneto
In seguito alla ricerca decennale volta alla caratterizzazione genetica e morfologica e alla qualità degli oli, tale genotipo è stato denominato FARNETO, prendendo così il nome dal luogo di ritrovamento.
Scheda tecnica (PDF - 482.4 KB)
Fiorano 1
La pianta madre plurisecolare è localizzate nel comune di Fiorano Modenese. In seguito alla ricerca decennale volta alla caratterizzazione genetica e morfologica e alla qualità degli oli, tale genotipo è stato denominato FIORANO 1 prendendo così il nome dal luogo di ritrovamento.
Scheda tecnica (PDF - 358.3 KB)
Ghiacciolo
Cultivar diffusa esclusivamente nell’areale di Brisighella (RA), nei comuni di Faenza, Casola Valsenio, Riolo Terme, Modigliana e Castrocaro Terme.
Scheda tecnica (PDF - 397.6 KB)
Grappuda
Citata sotto varie storpiature anche da autori ottocenteschi, questa varietà è presente ormai quasi esclusivamente nelle zone di Carpineta e Longiano (FC). Due esemplari ultracentenari sono stati ritrovati anche all’interno del Parco Pubblico di Casalfiumanese (BO).
Scheda tecnica (PDF - 394.7 KB)
Montebudello
Oggi nei pressi della torre colombaia cinquecentesca di Montebudello, vi sono alcuni olivi posti accanto alla torre cinquecentesca lungo una fila ed in particolare vi è un’antica pianta di grandi dimensioni, che rappresenta, probabilmente, l’esemplare più antico della zona.
Scheda tecnica (PDF - 369.9 KB)
Montecalvo 2
Si può dedurre con buona probabilità che la presenza storica dell’olivo nella collina bolognese, almeno per i secoli di maggiore diffusione, è stata dettata dalle esigenze di una economia che tendeva all’autosufficienza e con notevoli difficoltà nei trasporti delle merci.
Scheda tecnica (PDF - 574.2 KB)
Montecalvo 3
Il genotipo MONTECALVO 3 si è distinto per la dimensione dei suoi frutti che inizialmente aveva portato i ricercatori a pensare ad una oliva da tavola, le buone rese in olio al frantoio e la qualità eccellente del suo olio ha permesso la sua classificazione in cv a duplice attitudine.
Scheda tecnica (PDF - 405.6 KB)
Montecapra
Al fine di reintrodurre tale genotipo autoctono nei luoghi di origine, IBIMET-CNR sede di Bologna sta promuovendo la sua diffusione per nuovi impianti.
Scheda tecnica (PDF - 412.9 KB)
Montegibbio - Dogati
Le segnalazioni della presenza di questa specie hanno permesso di reperire tangibili ed importanti prove sull’antica esistenza di questa coltura. Infatti, l’introduzione dell’olivo in Emilia Romagna sembra sia avvenuta ad opera dei romani.
Scheda tecnica (PDF - 682.4 KB)
Montelocco
In seguito alla ricerca decennale volta alla caratterizzazione genetica e morfologica e alla qualità degli oli, tale genotipo è stato denominato MONTELOCCO, prendendo così il nome dal luogo di ritrovamento.
Scheda tecnica (PDF - 375.0 KB)
Montericco
In seguito alla ricerca decennale volta alla caratterizzazione genetica e morfologica e alla qualità degli oli, tale genotipo è stato denominato MONTERICCO, prendendo così il nome dal luogo di ritrovamento.
Scheda tecnica (PDF - 342.4 KB)
Oliveto
La pianta madre è stata reperita nella frazione di Oliveto, dal quale ha preso il nome, nel comune di Monteveglio (Valsamoggia) in provincia di Bologna.
Scheda tecnica (PDF - 369.0 KB)
Orfana
Documenti storici risalenti ad un contratto di mezzadria del 1618 testimoniano la sua presenza nelle aree di Brisighella (RA), facendo preciso riferimento alla dicitura Orfana.
Scheda tecnica (PDF - 360.4 KB)
Pieve di Cusignano
Nel caso specifico di questo olivo, gli agricoltori locali lo indicano come un vecchio genotipo derivato da seme. Successivamente è stato propagato per la diffusione in zona.
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Quarantoleto
L’identificazione e la caratterizzazione della pianta madre ritrovata all’interno di una fitta boscaglia nel territorio di Dovadola (FC), e più precisamente in un podere riconosciuto storicamente con il nome Quarantoleto dal quale ha preso il nome, hanno lo scopo di creare strumenti utili per la reintroduzione di vecchie cultivar di olivo nei territori di origine.
Scheda tecnica (PDF - 354.7 KB)
Rossina
Cultivar diffusa nelle valli del Conca e del Marecchia, nelle Marche è conosciuta con la denominazione
Sarganella.
Scheda tecnica (PDF - 367.7 KB)
Ruginelli
Nel caso specifico di questo olivo, gli agricoltori locali lo indicano come un vecchio genotipo derivato da seme. Successivamente è stato propagato per la diffusione in zona.
Scheda tecnica (PDF - 750.0 KB)
Selvatico
L’analisi del DNA fogliare (analisi dei micro satelliti) ha evidenziato un elevato livello di similarità con la varietà Rossina, ma numerosi caratteri bio-agronomici come la maturazione, la dimensione del frutto e l’attitudine alla radicazione diversificano le due cultivar tra loro.
Scheda tecnica (PDF - 393.3 KB)
Vernasca
Nel piacentino fino a duecento anni fa esistevano dei frantoi, ne è testimonianza un documento del 1821 del Catasto Napoleonico conservato presso l’Archivio Storico di Piacenza nel quale, per motivi fiscali, vi sono elencati tutti i beni del Comune di Nibbiano e dove si annovera l’esistenza di almeno un torchio da olio a Trevozzo
Scheda tecnica (PDF - 717.4 KB)