Cereali
Frumento Tenero (Triticum aestivum)
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Terminillo
Diverse testimonianze orali raccolte tra gli agricoltori del Parmense, attestano la presenza di questo
frumento sul territorio almeno dai primi decenni del Novecento.
Inalettabile
proviene da un incrocio tra il Chiddam e il Gros Bleu. Resistente assai all'alettamento, meno alla ruggine, vuole terreni ricchi, freschi e teme la stretta. Si adatta nelle plaghe più ricche e fresche dell'Italia settentrionale.
Virgilio
Il nome appartiene al gruppo della “cultura classica”, infatti fa riferimento al poeta mantovano Publio Virgilio Marone, autore oltre che dell'Eneide, anche di Georgiche e Bucoliche, opere di argomento rurale.
Autonomia B
Ha buona rusticità, è adatto ai terreni media fertilità di pianura e bassa collina e presenta buone caratteristiche molitorie. In provincia di Parma le testimonianze raccolte ne attestano la coltivazione nei comuni di Lesignano Bagni, Felino e S. Secondo. La sua coltivazione è ricordata anche nella bassa collina reggiana.
Bianchella
Spiga quadrata, più o meno compatta, giallastra, sottile allungata lasca, leggermente più larga sulla faccia che sul profilo delle spighette, che sono serrate, poco larghe. Grano aristato con reste fini, lunghe e divergenti. Glume allungate ed accidentalmente tronche. Seme allungato grosso, giallo rossastro, fine corneo a frattura amilacea. Culmo generalmente pieno nella sua parte superiore
Calbigia
La Calbigia è quella che più di tutte riesce nella collina argillosa, ed è perciò molto in uso, tanto più che fa una farina bianchissima abbondante in glutine
Frumento Calbigia Rossa
Presenta una spiga rigida, diritta e sottile e acuminata senza essere rada. Spighette raccolte, strette. Glumelle molto bianche, opache, dure, qualche volta aristate alla sommità della spiga. Paglia corta, grossa, vuota. Seme grosso, rosso-pallido.
Frumento Duro
(Triticum turgidum L. subsp. durum (Desf.) Husn.)
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Grano del Miracolo
Il Grano del miracolo era conosciuto fin dall’antichità. Nel corso del XIX secolo in Europa ne sono state diffuse diverse forme come grano proveniente dalle tombe dei faraoni. In realtà si trattava di varietà locali egiziane dell’epoca. In Italia era conosciuto anche come “Grano a grappoli”, “Mazzocchio”, “Andriolo”.
Orzo (Hordeum vulgare)
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Leonessa
L’orzo fu per millenni il cibo greco per eccellenza. In Italia l’orzo nudo si diffuse nella prima metà dell’900 come surrogato del caffè. Nel periodo autarchico, fra le due guerre, la coltivazione di orzo nudo si diffuse soprattutto nella zona collinare della provincia. L’orzo tostato, da solo o in miscela con la cicoria si utilizzava al posto del caffè.
Mais (Zea mays L.)
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Mais di Santa Sofia Romualdi
La polenta prodotta con questa tipologia di mais risulta di qualità superiore a quella di altre. Alla macinazione si ottiene una farina vellutata, molto fine, che aderisce alle mani, anziché essere granulosa come in altre varietà.
Mais da Polenta Rosso di Rasora
La varietà in questione è un mais locale, legata storicamente soprattutto alla località di Castiglione dei Pepoli, nell’Appennino Bolognese e zone limitrofe. La forma rossa di Rasora è stata evidentemente poi
selezionata da una linea di questo colore e mantenuta come tale fino ad oggi.
Mais da polenta Principe di Scavolino
La varietà in questione è un mais locale, legata storicamente soprattutto alla località di Scavolino, nell’Appennino Romagnolo-Marchigiano, in Comune di Pennabilli, in provincia attualmente di Rimini e zone limitrofe.
Mais da pop corn di Casola Valsenio
La sua caratterizzazione genetica è stata recentemente possibile grazie ad uno studio a cura dell’Università Cattolica di Piacenza, in collaborazione con quella di Pavia, nell’ambito del progetto RICOLMA del PSR di Regione Emilia-Romagna.
Farro Dicocco – Farro Monococco
(Triticum turgidum L. ssp. dicoccum Schubler)
(Triticum monococcum L. ssp. monococcum)
Attualmente non sono presenti varietà iscritte al Repertorio regionale
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